Il Centro non è gregario

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Ci sono sostanzialmente due possibilità per declinare nel nostro paese una iniziativa politica di
Centro e una vera e credibile “politica di centro”. La prima è quello di far sì che il Centro sia un
progetto politico o autonomo o da collocare all’interno di un’alleanza ma che, comunque, sia in
grado di condizionare la prospettiva complessiva di quella coalizione. La seconda modalità è
quella che si può mutuare dall’esperienza degli antichi “partiti contadini” di comunista memoria.
Cioè cartelli elettorali inventati a tavolino dall’azionista unico della coalizione per confermare, e
garantire, la natura plurale della coalizione stessa. Un modo, cioè, per dire che c’è anche il Centro
all’interno di quel contenitore.
Ora, e mutatis mutandis, si può tranquillamente trasferire questa doppia ed alternativa modalità
politica ed organizzativa nel contesto pubblico italiano contemporaneo. E senza, come ovvio,
rivangare un passato che ormai è improponibile. Ovvero, la concreta esperienza cinquantennale
della Democrazia Cristiana, cioè di un grande partito popolare, di massa, democratico,
interclassista e di governo dove la “politica di centro” e il progetto di Centro erano praticati in
modo serio, credibile e sistematico. Tornando all’oggi, però, e nell’attuale cornice bipolare, è
indubbio che nel centro destra abbiamo un partito, Forza Italia, che cerca di svolgere un ruolo
sempre più decisivo e determinante all’interno della coalizione. Un ruolo politico, però, che non
può essere disgiunto da un peso elettorale che deve essere incrementato e rafforzato. Un peso
che sarà inesorabilmente frutto e conseguenza di un ampliamento culturale, sociale e politico di
quel partito. Ovvero, Forza Italia riuscirà a declinare un vero ruolo di Centro nel momento in cui i
vari spezzoni centristi, moderati e riformisti si riconosceranno realmente nel progetto politico di
quel partito. Per questi motivi il processo di allargamento del partito deve procedere, di pari
passo, con l’accentuazione del suo profilo centrista e di governo.
Al contrario, e specularmente, nella coalizione di sinistra le forze di centro sono molto simili alla
concreta esperienza dei “partiti contadini” di antica memoria. Cioè formazioni politiche, come ha
ricordato polemicamente ma saggiamente Calenda in una recente intervista – semprechè non
cambi idea – che in cambio di una manciata di parlamentari alle prossime elezioni fanno parte
dell’alleanza a nome e per conto di un partito di centro. E il ruolo di Italia Viva, al riguardo, calza a
pennello.
Ecco perchè, quando si parla del ruolo politico – ancorchè importante e decisivo – del Centro
nell’attuale sistema bipolare del nostro paese, non si può e non si deve prescindere da questa
valutazione oggettiva. Per dirla con altre parole, o ci si limita a giocare un ruolo gregario e
subalterno a difesa del proprio seggio e dei “propri cari” oppure, e al contrario, si opta per
diventare protagonisti all’interno di una coalizione. Sono due prospettive politiche schiettamente e
semplicemente alternative.

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