Antifascismo liberale

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IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Al di là dell’ovvia condanna del pestaggio subito ieri a Torino  da un cronista de “La Stampa”, va condotta una riflessione su casa Pound che resta una delle manifestazioni più evidenti di dichiarata  nostalgia fascista. Io, da liberale, sono sempre stato per la tutela della libera espressione delle idee, anche le più intollerabili perché la vera tolleranza si esercita sulle idee non tollerabili, non su quelle che differiscono leggermente dalle nostre. Ciò detto, il discorso diventa diverso, se alle idee intollerabili seguono fatti concreti di violenza. In questo caso non è ammessa nessuna tolleranza  e i poteri dello Stato debbono agire contro ogni violazione delle leggi senza guardare alla matrice ideologica di chi ricorre alla violenza. La Salis si è rivelata violenta come dimostrano le condanne subite, i centri sociali sono violenti, casa Pound (che abusa del nome di un poeta che scrisse e parlò e fu a sua volta perseguitato) è  un focolaio di violenza.  Casa Pound occupa abusivamente da anni un intero edificio a Roma come alcuni centri sociali. Questa inerzia nel non aver mai fatto sgomberare le occupazioni abusive appare del tutto ingiustificabile.
Qui non si tratta di legge Scelba o legge Mancino, ma di semplice rispetto della legalità. Anche se Casa Pound non fosse un focolaio di violenza andrebbe fatta sgomberare e doveva essere fatta sgomberare da gran tempo. Circa il suo scioglimento non credo possa essere il Governo a decidere, ma la Magistratura. Io ricordo che l’origine del terrorismo in Germania fu generata dallo scioglimento del partito comunista. È un precedente storico che non va mai dimenticato. Così le leggi Scelba e Mancino si sono rivelate dei decaloghi che non hanno inciso nella realtà italiana se non in modo marginale, anche perché la norma transitoria della Costituzione si riferisce al “disciolto partito fascista” quindi a qualcosa di ben storicamente definito.
Quando leggo che deputati vogliono anche limitare il diritto di riunirsi e di manifestare, mi torna in mente il fascismo antifascista di cui parlava Flaiano. Un’ ultima riflessione: come mai ci sono giovani che sono nostalgici di Mussolini a tanti anni dalla sua caduta? Sarà l’eterno fascismo di cui parlava Eco? O perché, secondo Canfora, il fascismo non è mai morto?  Queste sono tesi antistoriche che non spiegano quasi nulla e che danno inconsapevolmente  eccessiva importanza al fascismo, come la diede Gobetti con la sua tesi sul fascismo “autobiografia della Nazione” .
Io piuttosto chiamerei in causa una scuola che non ha saputo formare alla democrazia  e anche un certo antifascismo retorico esaltatore di una Resistenza mitizzata  che si è rivelato incapace di parlare ai giovani.
In ogni caso ritengo fisiologico in una democrazia che ci siano persone che la pensino in modo diverso. Il problema è quello di non violare le leggi  con comportamenti incompatibili  con la convivenza civile. Questo è l’antifascismo liberale, gli altri antifascismi, tutti legittimi, sono illiberali e anche intolleranti. Molti combattenti della libertà, da Mauri a Perotti, non si ritroverebbero su certe posizioni manichee e faziose di alcuni  santoni  e valchirie che ho letto oggi sui giornali.
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

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