SOMMARIO: Facinorosi all’Università – L’associazionismo e la cultura – Gli 80 anni di Bresso – Lettere
Facinorosi all’Università
La violenta contestazione filo palestinese ed apertamente ostile ad Israele (colpevole di genocidio ) , una contestazione venata da un antisemitismo molto aggressivo, ha messo in sordina la questione sollevata da gruppi di femministe nei confronti di docenti che non avrebbero mantenuto nelle parole e nei gesti un corretto rapporto con le allieve. Un professore venne anche sospeso dopo essere stato massacrato da una caccia alle streghe davvero perfida.
Di come sia andata a finire non si sa più nulla. Nessuno ne parla più. Forse le accuse si sono rivelate infondate? Ma approfondendo un po’ la vita dell’Università di Torino, si rileva come essa sia in mano ad una minoranza di studenti facinorosi a cui viene tutto concesso. All’Università, luogo sacro della libera circolazione delle idee, certe opinioni sono bandite con il ricorso sistematico alla violenza, anche con la connivenza di professori che hanno abdicato al loro compito istituzionale come pubblici ufficiali. Diceva Norberto Bobbio che pure i neo fascisti – l’intervista è dei violenti Anni Ottanta del secolo scorso – vanno trattati come gli altri cittadini. Ed Arturo Carlo Jemolo concordava con lui. Ma quelli erano dei Maestri che avevano anche fatto i professori. Le idee si combattono con le idee, non con la violenza.
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L’associazionismo e la cultura
L’associazionismo è in profonda crisi a tutti i livelli con dei saltimbanchi che si improvvisano promotori e animatori culturali senza averne i titoli, organizzando vere schifezze in caffè e scantinati. Nascono come piccoli funghi gruppetti di dilettanti che esibiscono il loro volto spesso ebete, sui social con le fotografie delle loro prodezze da dopolavoro. Anche nei club più elitari, che un tempo furono molto prestigiosi e raccolsero la crema di Torino, si vedono ai vertici personaggini che si sentono importanti solo perché esibiscono al bavero un distintivo, quasi come la cimice del ventennio.
Nei loro convivi diffondono in abbondanza parole solidali e umanitarie, quasi facendo concorrenza alla Chiesa cattolica, senza averne l’autorità e la storia. Spettacoli che fanno sorridere o piangere. E che dire dei 18 anni del circolo dei lettori iper-finanziato da noi contribuenti che festeggia la maggiore età, promuovendo un questionario – sondaggio a cui hanno risposto 1008 persone su 27 mila intervistati, anche se proclamano che i presenti in via Bogino sono 70 mila all’anno. Per chi come me ha cercato di imparare ad organizzare eventi culturali alla scuola di Olivetti, di Irma Antonetto e anche in parte di Franco Antonicelli – pur nel netto dissenso politico – queste sono cose da marziani. E non aggiungo di più.
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Gli 80 anni di Bresso
Mercedes Bresso ha compiuto 80 anni, anche se non li dimostra affatto. La sua vitalità e il suo spirito libero è rimasto quello di quando la conobbi nel mondo radicale di Pannella.
E’ anche una donna di grande raffinatezza culturale. La stimo da sempre e adesso vedo che anche le antipatie ci accomunano, salvo Fassino che io apprezzo molto. Nella bella intervista rilasciata alla “Stampa” ha parlato apertamente di socialisti democratici. Finalmente qualcuno nel Pd che riprende una parola impronunciabile, malgrado Matteotti. Mille auguri, cara Mercedes Ti ricordo che, assente Chiamparino, sei venuta a ricordare con me Mario Soldati e a festeggiare gli 80 anni di Pannella.
Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com
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Auguri al Circolo dei lettori
Bisogna fare gli auguri al Circolo dei lettori per i suoi 18 anni. Finalmente è maggiorenne. Ma continua a vivere di ingenti contributi pubblici. Ho scoperto dai giornali che si autofinanzia al 30 per cento senza riuscire a capire la somma reale del suo autofinanziamento. Questo significa che fa pagare i suoi servizi, malgrado i contributi pubblici? La cultura finanziata da enti pubblici non può essere pagata dai cittadini fruitori. O sbaglio? All’epoca della rimpianta Antonella Parigi era così. Rina Anderlini
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Pubblico la Sua lettera che pone un problema vero, ma preferisco astenermi da commenti anche perchè dovrebbero essere troppo lunghi in quanto il circolo lo conosco da 18 anni e l’ho visto nascere, facendovi anche tante conferenze. Un dato tra quelli evidenziati dal circolo non mi sembra però positivo, ma altamente negativo: esso sarebbe “frequentato da 163 persone ogni giorno almeno per un evento, occupando il 72 , 5% della capienza complessiva del circolo torinese”, secondo una giornalista “di fiducia” di via Bogino. Il che significa dire che solo in parte minima è disponibile al pubblico perché occupato dagli habitués, come fosse un circolo privato e non pubblico. Non accadeva neppure quando era Circolo degli artisti che nacque 177 anni fa e che fu fatto sloggiare per far posto al Circolo dei lettori
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