Impresa accogliente: una chance a chi ha sbagliato

È stato presentato presso la sede di Vol.To, la “casa” del volontariato torinese, il progetto Impresa Accogliente. Si tratta di uno strumento che – come spiega il nome stesso – vuole chiamare a raccolta imprese profit e cooperative sociali disponibili a offrire lavoro,o formazione al lavoro, a chi sta scontando una pena fuori dal carcere, come occasione per reinserirsi nella società, conducendo una vita onesta e per il bene della comunità. Il progetto Impresa Accogliente – sostenuto da contributi della Regione Piemonte e promosso dalla associazione La goccia di Lube ETS è una sperimentazione che durerà un anno e avrà come ambito operativo l’area metropolitana torinese. A illustrare l’iniziativa sono intervenuti Adriano Moraglio e Dario Valenzano, rispettivamente presidente e vicepresidente Odv La goccia di Lube, Antonella Giordano, Direttore Reggente Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna di Torino e Laura Angius, Direttrice Ufficio Servizio Sociale per i minorenni del Piemonte. Erano presenti i rappresentanti degli enti coinvolti nel progetto:Api Formazione, Immaginazione e Lavoro, Casa di Carità, Scuola edile Fsc, Agenzia Piemonte Lavoro, Adecco Inclusion, Api Torino, Vol.To, Cdo Piemonte, Collegio costruttori Torino, Confesercenti, Confcooperative Piemonte Nord, Ucid, Unione industriali Torino.

Il contesto

Scontare una condanna attraverso forme di pena alternativa al carcere (detenzioni domiciliari, affidamenti in prova al servizio sociale), specialmente nelle fasi finali di una reclusione, sta diventando un fenomeno sempre più diffuso, anche in Piemonte, e riguarda ormai migliaia di persone che ricominciano – pur con delle restrizioni alla libertà – a vivere nel tessuto quotidiano delle nostre città.

Nel 2023, tra Torinese e Astigiano, aree di competenza dell’Ufficio di esecuzione penale esterna di Torino (Uiepe), ente di riferimento del progetto, sono state oltre 2.800 le persone soggette a pene alternative come l’affidamento in prova e la detenzione domiciliare (rispettivamente circa 1400 casi).

L’anno precedente erano state oltre 2.700 in totale, con una leggera preminenza di “domiciliari” (quasi 1500). Se si guarda al dato regionale, su base 2022, il fenomeno ha riguardato circa 5mila persone, valore in crescita rispetto ai due anni precedenti e sicuramente in aumento anche nel 2023.

Questi dati, perciò, rivelano l’esistenza di unarea grigia nelle nostre comunità: una categoria di persone meritevoli della fiducia della Magistratura verso un loro progressivo riscatto, ma paradossalmente molto più svantaggiate di chi conclude la pena detentiva rimanendo in carcere. Infatti, emerge con forza l’essenzialità del fattore lavoro per poter sopravvivere fuori dal carcere avendo queste persone obblighi civili (le spese della casa, l’alimentazione, la cura e l’educazione dei figli, la convivenza con i partner) come tutti i liberi. Senza un lavoro, queste persone come possono reinserirsi nella società e non ricadere nella recidiva dei reati che li hanno portati all’esperienza spesso disastrosa della permanenza in carcere?

Emerge dunque con chiarezza la necessità di un intervento che, per il bene delle persone interessate e della società tutta, favorisca l’incontro tra loro e il mondo del lavoro e delle imprese che tanto hanno bisogno di personale per le più diverse mansioni.

Un incontro che può avere solo due capisaldi.

Il primo: la disponibilità delle persone soggette alle pene alternative di avvicinarsi al mondo del lavoro con buona volontà e con competenze più elevate rispetto alle proprie basi di partenza, in modo da essere maggiormente spendibili sul mercato del lavoro.

Il secondo: l’esistenza di una rete di cooperative sociali e imprese profit di qualsiasi settore economico disponibili a offrire lavoro nelle proprie fabbriche, negli stabilimenti, negli uffici, nella ristorazione e nella ricettività turistica e sportiva a queste persone che ancora possono dare tanto, per il bene di sé e della società.

Il Progetto

Nasce da queste due necessità il progetto Impresa Accogliente, un’iniziativa che parte dall’esperienza avviata dal 2018 dall’organizzazione di volontariato La goccia di Lube, ente del Terzo settore, in collaborazione con i due enti della giustizia deputati al trattamento delle persone in esecuzione penale esterna, l’Uiepe e l’Ussm-Centro giustizia minorile, e che ha trovato il sostegno dell’assessorato al Welfare della Regione Piemonte con un contributo che permetterà il pagamento di persone dedicate alle prese in carico e alla ricerca di lavoro e che servirà ad avviare campagne informative per favorire nella società una disponibilità a offrire una nuova chance a chi ha sbagliato, a volte anche gravemente, nei confronti delle persone e della comunità civile.

Hanno già aderito al progetto per sostenere al proprio interno la ricerca di “imprese accoglienti”, quindi disponibili a offrire lavoro a persone soggette a pene alternative, i seguenti enti del mondo del lavoro: Agenzia Piemonte Lavoro e i Centri per l’impiego torinesi, Adecco dipartimento Inclusion, Api Torino, Api Formazione, Unione industriali di Torino, Immaginazione e Lavoro, Confcooperative Piemonte Nord, Confesercenti Torino e provincia, Ucid, Ance Torino – Collegio costruttori, Scuola edile Fsc, Cdo Piemonte, Casa di Carità, Volontariato Torino.

L’operatività

Il progetto si articola nel seguente modo: oltre trenta volontari dell’associazione La goccia di Lube si alterneranno a coppie nella presa in carico delle persone sottoposte a pene alternative segnalate dall’Uiepe e dall’Ussm e ne valuteranno le competenze e i punti di forza (o di debolezza) per avviarli alla formazione e al lavoro laddove risulteranno pronti per il mercato. Tale base di selezione e valorizzazione delle persone passerà attraverso la collaborazione dei volontari con enti della formazione e del collocamento al lavoro, del pubblico e del privato. Gli “utenti” del progetto saranno poi segnalati volta a volta alle imprese e alle cooperative sociali che offriranno opportunità di lavoro sulla base dello scouting del Progetto, in particolare nel rapporto con le associazioni datoriali. Caratteristica peculiare del Progetto sarà l’accompagnamento che i volontari garantiranno alle singole persone prese in carico, prima, durante e dopo un successo o anche un insuccesso in termini di inserimento lavorativo. Nella primavera appena trascorsa La goccia di Lube ha preso in carico una quarantina di persone e ha favorito tirocini e contratti per sette di queste avvalendosi in via sperimentale degli enti che hanno aderito al Progetto. Ora il Progetto parte con i crismi dell’ufficialità e terminerà il 31 maggio del 2025.

Già alcune aziende si sono distinte nella disponibilità a offrire lavoro alla categoria di persone interessate dal Progetto, due in particolare: l’azienda The Promoland di Volpiano e la Market Service di Givoletto. Quest’ultima, in particolare, è stata insignita oggi della prima targa consegnata nelle mani del titolare Luca Ordazzo – riconoscimento che il Progetto assegnerà a tutte le “imprese accoglienti”.

Il brand Impresa Accogliente

Il progetto Impresa Accogliente ha un suo logo identitario, ideato dal creativo torinese con esperienze internazionali di branding Massimiliano Manera: le iniziali I e A sono “animate”,la I curva ed entra nella A che appare come una porta, il passaggio da una vita di detenzione alla nuova vita di dignità che un lavoro onesto e sicuro potrà garantire alle persone coinvolte. Il logo diventerà il riconoscimento ufficiale attribuito alle imprese e alle cooperative che daranno fiducia e lavoro a soggetti in pena alternativa, affinché possano comunicare la propria partecipazione al progetto, anche nell’ambito delle sempre più numerose dichiarazioni e certificazioni di responsabilità sociale. Un modo anche per sostenere contestualmente la notorietà del Progetto, per farlo conoscere a una platea sempre più ampia di organizzazioni del mondo del lavoro, pubbliche e private.

Favorire un cambio di mentalità, dare una chance a chi ha sbagliato

Il Progetto dà molta importanza alla necessità di favorire nella società una mentalità aperta e disponibile a offrire chance di riscatto a chi ha sbagliato commettendo reati verso le persone e la società.

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