Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Geniale, omosessuale, narcisista, amante della notorietà, del lusso e del bel mondo… questo e tanto altro ancora è stato Truman Capote. La sua vita è una parabola affascinante. Partito dal disagio di una famiglia disfunzionale, sale gli scalini sociali, arriva alla vetta, e poi precipita per aver avuto l’ardire di svelare i segreti dei ricchi e potenti di Manhattan di cui si era circondato. Con quel gesto imperdonabile è come se avesse rivolto una pistola fumante contro la sua tempia; dopo raccoglie solo ostracismo e piomba nel dimenticatoio. Fine di un destino beffardo.
Truman Streckfus Persons (questo il suo vero nome) nasce a New Orleans il 30 settembre 1924.
La madre, Lillie Mae, è una bella adolescente orfana che vive in una piccola cittadina dell’Alabama; quando incontra il 25enne dalla parlantina brillante, Arch Persons, pensa di aver trovato la via d’uscita per scappare dalla sonnolenta e provinciale Monroeville.
Lui è un donnaiolo fanfarone e povero in canna; questa è l’amara scoperta di Lillie Mae subito dopo l’affrettato matrimonio. Dunque parte in salita la vita del piccolo Truman, la cui nascita è vissuta malissimo dalla madre che non si occuperà mai del figlio; lui la ricambierà con un profondo disprezzo per tutta la vita.
Dopo il divorzio dei genitori, quando Truman ha 6 anni, viene praticamente abbandonato e trascorre una desolata infanzia a casa di parenti a Monroeville. La madre ogni tanto compare e se lo trascina dietro, chiudendolo a chiave in squallide camere d’albergo, mentre incontra i suoi amanti. Invece del padre perderà le tracce fino a quando, diventato ricco e famoso, viene contattato dal genitore in cerca di soldi.
L’unica luce dei suoi primi anni è l’amicizia con la piccola vicina di casa, il geniale maschiaccio Harper Lee, che diventerà famosa e vincerà il premio Pulitzer con il romanzo “Il buio oltre la siepe” (1960). I due condividono fantasia e libri, diventano inseparabili e nell’opera di Harper il bambino Dill è ispirato proprio a Truman.
A scuola le cose non vanno meglio; è intelligente e dotato, ma viene sistematicamente deriso e isolato dai compagni per i suoi atteggiamenti effeminati. Legge moltissimo, sguinzaglia la fervida fantasia; emerge, vince tutti i premi letterari scolastici e, appena 12 enne, ha già accumulato un bagaglio culturale notevole.
Si trasferisce a New York quando la madre si risposa, e prende il cognome del patrigno, l’uomo d’affari cubano Joseph Capote. Ha 9 anni quando diventa Truman Garcia Capote: nuovo nome, indirizzo, e migliori prospettive di vita.
Giovane, colto e ambizioso, sogna di entrare nel mondo del giornalismo e inizia a lavorare partendo dal basso, come fattorino presso la rivista letteraria “New Yorker”. E’ l’avvio di una gavetta non sempre facilissima, fatta di piccoli passi, qualche scontro e collaborazioni varie. Un primo balzo lo compie pubblicando il racconto “Miriam” su una rivista femminile, ed è così che gli si aprono le porte dei salotti mondani della Grande Mela.
Frequenta personaggi della caratura di Jackie Kennedy, Andy Warhol, l’ereditiera Gloria Vanderbilt, i Chaplin…. e il suo carnet di amicizie altisonanti si arricchisce di giorno in giorno.
Il successo letterario arriva con “Colazione da Tiffany” e soprattutto con la più celebre delle sue opere, “A sangue freddo”, nel 1966. E’ la storia di un terribile fatto di cronaca che monopolizzò l’attenzione del pubblico americano. Lo spietato sterminio di un’intera famiglia compiuto da due giovani che saranno condannati a morte. Per 6 anni Truman compie ricerche a tappeto, incontra in carcere gli assassini, pubblica il suo esplosivo “romanzo verità”. Nasce così ufficialmente una stella, intorno alla quale ruota tutto il brillante mondo del jet set internazionale.
Si costruisce la fama di dandy intellettuale, abilissimo nel conquistare l’amicizia e le confidenze delle donne più in vista e desiderabili del mondo. Un’enclave di creature bellissime, raffinate, eleganti, ricche e famose che diventano “I suoi cigni”. Tra loro Babe Paley, Gloria Guiness, Slim Keith, C.Z. Guest, Pamela Harriman e Marella Agnelli.
Truman è al centro del glamour, milioni a palate, lusso, divertimento, viaggi, creatività e privilegi. Tutto precipita quando decide di raccontare -nero su bianco- segreti, confidenze, debolezze e buchi neri del bel mondo che conosce a fondo. Un boomerang che lo colpisce in pieno volto.
Abbandonato da chi l’aveva portato in cima alla vetta, il genio, tossicomane, alcolizzato e dichiaratamente omosessuale finisce per diventare preda di compagni che mirano solo al suo denaro. Truman si rifugia sempre più nei sonniferi e in una ricerca di pace chimica, sviluppa l’epilessia, il mix con alcolici e farmaci fa il resto.
Sempre più solo, muore per cirrosi epatica il 25 agosto 1984, a nemmeno 60 anni, mentre è ospite a Bel Air di una delle poche amiche che gli sono rimaste, Joanne Carson, moglie di Jonny Carson.
E’ lei che si occupa di tutto, rispettandone le ultime volontà. Truman Capote dispone che le sue ceneri siano divise e conservate su entrambe le coste che tanto aveva amato: una parte a Los Angeles e l’altra a New York.
Laurence Leamer “Capote’s women” -Garzanti- euro 20,00
Questo splendido libro tradotto da poco in italiano ci porta dritti nella vita di Truman Capote e in un intero mondo affascinante che non c’è più.
A queste pagine si ispira la serie tv “Capote vs the Swans” in arrivo su Disney + , che racconta la storia dello scrittore e dei suoi famosi cigni, le donne dell’alta società che furono sue amiche… e poi non più.
Babe Paley, Slim Keith, C.Z.Guest, Lee Radzwill, Gloria Guiness. Marella Agnelli e altre creature eleganti, bellissime, ricchissime e infelici sono le protagoniste dell’epoca narrata da Leamer.
Donne nate per essere ricche le cui vite vengono qui ripercorse, insieme al loro rapporto con Capote e alle confessioni che gli facevano.
Lui era il depositario dei loro segreti, pensieri, emozioni, pettegolezzi scabrosi, e questo libro fa rivivere tanti momenti del suo incredibile legame con le donne di cui finì per tradire la fiducia. Un ritratto a tutto tondo di una fase della vita di Truman Capote, che ci permette di capire meglio la sua vicenda umana.
Deborah Davis “Truman Capote e il party del secolo” -Accento- euro 18,00
Questo libro, della scrittrice e produttrice cinematografica Deborah Davis, ha al centro il leggendario ed esclusivo party in maschera che Truman Capote diede lunedì 28 novembre 1966, nella sala da ballo dell’hotel Plaza a New York.
Il Black and White Ball è lo spunto da cui parte per ripercorrere la vita dello scrittore, a partire da quando era bambino. Così in queste pagine afferriamo meglio gli anfratti del carattere, dei pensieri e del mondo di Capote.
Il libro si basa anche su alcuni reperti della vita di Capote conservati alla New York Library e ai “Truman Capote Papers”, tra i quali il quaderno sul quale per mesi lo scrittore annota, cancella e riscrive nomi, cognomi e recapiti delle persone da invitare al ballo del secolo, organizzato per l’amica Katharine (Kay) Graham, proprietaria del “Washington Post”.
Una rosa di celebrità accuratamente selezionate. 540 in tutto i nomi sulla lista, con indirizzi super blasonati nell’Upper East e West Side di New York, come dire l’Olimpo del glamour e della ricchezza.
Gli inviti, su carta bianca bordata di giallo e arancione, recitano semplicemente «Truman Capote chiede il piacere della sua compagnia a un ballo in bianco e nero”. Il dress code rigidissimo impone una maschera sul viso; l’unico a sottrarsi all’imperativo è Andy Warhol che decide di travestirsi da se stesso e, a volto scoperto, spicca come una mosca bianca nel composito parterre.
Gli scrittori sono in cima alla lista degli invitati, tra i più giovani c’è Philip Roth, poi una manciata di ragazze bellissime e di successo, tra le quali una splendida Candice Bergen e Benedetta Barzini “le belle”. Editori, registi, agenti, attori e attrici dal dirompente fascino hollywoodiano, nomi di punta del jet set, incluso Gianni Agnelli e i Brandolini, che però non si divertirono e commentarono «…è per questo che siamo venuti fino a qui?».
Comunque si parlò a lungo della festa che Capote aveva curato nei minimi particolari e concepito come una sorta di “tableau vivant”, che in parte avrebbe dovuto mettere in scena ipocrisie e grossolanità del bel mondo di allora.
Fondamentale il divario tra chi è dentro o fuori dalla lista; farne parte è l’imperativo per essere promosso allo status massimo e non finire nella lista nera delle nullità. Molti di quelli esclusi non si danno pace e arrivano a implorare e strisciare pur di essere inclusi tra gli invitati. Truman Capote è una sorta di Dio che decide chi merita e chi no il suo placet. E, per evitare che qualcuno potesse millantare di essere stato invitato ma avesse declinato per precedenti impegni presi, pubblicò la lista sul “New York Times”.
Fu un successo questo ballo così pubblicizzato? Leggere per sapere come andò…..
Libri di Truman Capote da riscoprire
Oltre ai famosissimi “A sangue freddo”, “Colazione daTiffany”, “Altre voci altre stanze” e altri titoli, vale la pena leggere:
“Giardini nascosti” -Garzanti- euro 19,00
E’ una raccolta dei suoi reportage e articoli, le interviste a personaggi famosi, come Marylin Monroe e Marlon Brando. Un libro importante per conoscere più a fondo l’abilità di Capote.
Pezzi di bravura che partono dai ricordi della gioventù tutt’altro che facile perché isolato dai coetanei; a salvarlo fu la sua fervida immaginazione e un’ambizione divorante che gli faceva rincorrere un futuro migliore.
Sono inclusi anche i reportage dei suoi viaggi ai vari angoli del mondo. Spesso inviato dalle maggiori testate giornalistiche, finiva per produrre una mole tale di osservazioni, pensieri e stimoli, da cui nascevano anche dei libri.
Po ci sono le sue innumerevoli interviste dalle quali si evince quanto amasse stuzzicare soprattutto i divi hollywoodiani. Da Marlon Brando che raggiunse in Giappone e col quale parlò a lungo durante una notte interminabile in cui l’attore si confidò parecchio. Poi tra le altre quelle a Greta Garbo, Liz Taylor e Marylin Monroe.
“Preghiere esaudite” -Garzanti- euro 14,00
In queste pagine Truman Capote riprende lo stile delle osservazioni e dei ritratti di persone famose incontrate nel corso dei suoi anni più gloriosi. Però non c’è più lo stupore iniziale del giovane che approda a New York pieno di sogni e ambizioni. Piuttosto il tono è quello di un cinico amareggiato che versa parole velenose e perpetua pettegolezzi, sempre ammantando le pagine con la sua scrittura di altissimo livello.
“Una casa a Brooklyn Heights” -Garzanti- euro 5,90
In questo smilzo libriccino di appena 59 pagine, Capote ripercorre il periodo in cui visse a Brooklyn Heights; ospite di un amico che viveva in una villa di 28 stanze, soffitti altissimi, una veranda e un giardino.
L’esperienza risale a fine anni 50 e gli fece scoprire un quartiere per lui ricco di fascino e angoli unici.
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