A boy walks out of the sea while removing oil spilled on Itapuama beach located in the city of Cabo de Santo Agostinho, Pernambuco state, Brazil, on October 21, 2019. Large blobs of oil staining more than 130 beaches in northeastern Brazil began appearing in early September and have now turned up along a 2,000km stretch of the Atlantic coastline. The source of the patches remain a mystery despite President Jair Bolsonaro's assertions they came from outside the country and were possibly the work of criminals. (Photo by LEO MALAFAIA / AFP)

“Non c’è più tempo”

Al valdostano “Forte di Bard”, l’attualissimo problema dell’emergenza climatica nelle immagini fotografiche dell’“Agence France – Press”

Fino al 21 luglio

Bard (Aosta)

Acqua, la sorgente di vita. Terra, lì dove si mettono radici. Aria, il respiro del mondo. Fuoco, l’energia che riscalda e purifica. Acqua Terra Aria Fuoco. Dall’equilibrio di questi quattro elementi dipende da sempre, secondo tutte le “cosmogonie” occidentali ed orientali, la vita della specie umana e la sopravvivenza del cosmo.

(Photo by Ed JONES / AFP)

Equilibrio fortemente fiaccato e strapazzato negli ultimi decenni. Con conseguenze gravissime che si toccano con mano nelle immagini dei disastri ambientali che quotidianamente, ed ovunque, ci presentano conti salatissimi per salvare (se ancora possibile!) un minimo di salvabile del nostro Pianeta, nostra “Casa Comune”. Immagini terrificanti, macigni per occhi e cuore, quelle presentate, in proposito, fino al prossimo 21 luglio, nelle Sale dell’“Opera Mortai” del “Forte di Bard”, nell’ambito della rassegna dal titolo inquietante “Non c’è più tempo”, promossa dalla stessa “Fortezza” sabauda e dall’“Agence France – Press (AFP)”, l’“Agenzia di Stampa” francese (fondata nel 1835) fra le più importanti ed autorevoli al mondo. Oltre 80 gli scatti selezionati dagli archivi “AFP”, sotto la curatela di Pierre Fernandez (responsabile della promozione dei contenuti dell’“Agenzia”), suddivisi nelle quattro tematiche (Acqua Terra Aria Fuoco, di cui sopra) e integrate da una “sezione video” che racconta come l’emergenza climatica influisca sempre maggiormente sui flussi migratori odierni, supportata da cifre fornite dal “Global Report on Internal Displacement 2023” e dal nostro “Ministero dell’Interno”.

(Photo by Simon MAINA / AFP)

Da strapparti gli occhi e l’anima l’immagine scelta per la campagna di comunicazione e diventata un triste emblema dell’emergenza climatica globale: lo scatto del giovane brasiliano di Recife, Leo Malafaia, che ritrae la maschera di dolore di un adolescente, che emerge dalle acque nerastre della spiaggia di Itapuama, contaminate da una fuoriuscita di petrolio che nel settembre 2019 devastò circa 2mila km. della costa brasiliana, in particolare la regione di Abrolhos, santuario delle “megattere” e habitat di formazioni coralline uniche al mondo.

Dal Brasile alla Corea del Sud, dall’Africa alla Grecia. Non meno drammatiche l’immagine di Ed Jones (corrispondente “AFP” per la Corea”) con quella fitta cappa di smog (Aria) che avvolge interamente a Seoul il quartiere di Gwanghwamun o la drammatica cristallizazione, opera del keniota Simon Maina, di quelle donne “turkane”, rassegnate al nulla del mondo, che trasportano legna nel deserto (Terra) di Loyangalani, nel nord del Kenia. Senza dimenticare la foto del greco Angelos Tzortzinis che documenta il lavoro instancabile dei vigili del fuoco e degli abitanti di Pefki, in Grecia, mentre cercano di domare le fiamme pronte a mangiarsi una casa (Fuoco). Siamo nell’agosto del 2021, quando inarrestabili incendi (i peggiori dal 2007) aggravati dalle temperature record e dai forti venti portarono morte e la distruzione di 600 ettari di boschi, oltreché di centinaia di case e di interi allevamenti.

(Photo by ANGELOS TZORTZINIS / AFP)

“Le conseguenze causate dalle attività umane – spiega il curatore, Pierre Fernandezcoinvolgono tutti, in modo sempre più repentino: siccità, inondazioni, ondate di caldo, incendi, insicurezza alimentare, carenza idrica, malattie, innalzamento del livello delle acque. L’acqua è diventata scarsa e la siccità colpisce un numero crescente di Paesi. … Il 2024 potrebbe battere il record di calore stabilito lo scorso anno. La temperatura della superficie terrestre è destinata ad aumentare di 2,7°C entro il 2100 rispetto all’era preindustriale. Si prevede che questo livello spingerà più di due miliardi di persone fuori dalla zona di comfort climatico che ha permesso all’umanità di prosperare per millenni, secondo uno studio pubblicato su ‘Nature Sustainability’”. Parole decisamente preoccupanti, attenuate almeno un po’ da quanto afferma la presidente del “Forte di Bard”, Ornella Badery: “L’emergenza climatica  è una situazione in evoluzione, che può essere governata; l’obiettivo per la nostra istituzione è porre l’attenzione per richiamare ognuno di noi alle proprie responsabilità di fronte alle sorti del Pianeta, il suo futuro è nelle nostre mani: a noi la scelta”. Belle parole. Ma quanto l’Uomo, i litigiosi potenti della Terra riusciranno a seguirle? Le prospettive, ahinoi, non sono delle migliori.

Gianni Milani

“Non c’è più tempo”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 21 luglio

Orari: mart. – ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19. Lunedì chiuso

Nelle foto: Leo Malafaia “Un ragazzo emerge dalle acque invase dal petrolio davanti alla spiaggia di Itapuama; Ed Jones “Il quartiere di Gwanghwamun a Seoul, avvolto in una fitta cappa di smog; Simon Maina “Donne turkane trasportano legna nel deserto di Loyangalani, nel nord del Kenya; Angelos Tzortzinis “Vigili del fuoco e abitanti di Pefki, in Grecia, cercano di domare le fiamme che minacciano una casa”

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