Debutterà martedì 30 gennaio al teatro Carignano di Torino, alle 19.30, ‘Nozze di sangue’ di Federico Garcia Lorca, per l’adattamento e la regia di Lluis Pasqual. In scena, accanto a una straordinaria Lina Sastri, Giacinto Palmarini, Giovanni Arezzo, Alessandra Costanzo, Ludovico Caldarera, Roberta Amato, Floriana Patti, Gaia lo vecchio, Alessandro Pizzuto, Sonny Rizzo, Elvio la Pira e insieme ai musicisti Riccardo Garcia Rubi (chitarra) Carmine Nobile (chitarra), Gabriele Gagliarini(percussioni). La coreografia è di Nuria Castejon, le scene sono di Marta Crisolini Malatesta, i costumi di Franco Squarciapino, le luci di Pascal Merat.
Lo spettacolo è coprodotto dal teatro Stabile di Catania, teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale, Teatro di Napoli, Teatro nazionale e Teatro Biondo di Palermo e resterà in scena per la stagione del teatro Stabile in abbonamento fino a domenica 11 febbraio prossimo.
Nel dramma di Garcìa Lorca solo uno dei personaggi ha un nome, gli altri sono ruoli, funzioni sociali, archetipi di una società chiusa e violenta, in cui le passioni sono soffocate nel sangue. Limitazioni alla libertà personale, sessismo, clima opprimente e repressivo non erano estranei al poeta e drammaturgo spagnolo, destinato a una tragica fine tre anni dopo il debutto dell’opera. Essa risulta ispirata a un vero fatto di cronaca, e questa storia datata 1943 è diventata un urlo contro qualsiasi convenzion nel campo dell’amore, un grido di libertà nel seguire le proprie passioni che bruciano due cuori e due corpi in una stessa fiamma.Lluis Pasqual, massimo esperto vivente di Lorca, realizza una contaminazione tra prosa, danza e canto, basandosi sulle eccentriche capacità di Lina Sastri.
“Nozze di sangue – spiega Lluis Pasqual – rappresenta uni dei titoli più folgoranti della storia del teatro del Novecento europeo e altro non è che un fatto di cronaca di vita raccontato da un poeta. A pochi chilometri da Granada, in una campagna secca, la sposa fugge con un lontano parente. Lo sposo, tradito, li insegue con un gruppo dei suoi e il tutto finisce a coltellate e morti. La notizia appare sui giornali e nella mente del poeta questa storia vera compie un viaggio profondo e scuro. Il ‘suo’ racconto dei fatti diventa un urlo contro qualsiasi convenzione nel campo dell’amore e un grido di libertà nel seguire la passione che brucia due corpi e due cuori nella stessa fiamma. Nel corso del racconto Garcia Lorca crea due personaggi enormi, due vittime, due donne, la fidanzata e la madre. Quelle che restano e che dovranno trascinarsi a vita il dolore e le ferite causate da questo cainismospagnolo, fratello contro fratello divisi fino alla morte.
La frase materna “Qui adesso ci sono due bande, tu con i tuoi, io con i miei” non faceva altro che annunciare la disumana guerra civile che di lì a poco sarebbe scoppiata in Spagna. Poi il poeta è morto, la guerra è passata, sono trascorsi tanti anni e, in una piccola parte del mondo occidentale, la donna ha conquistato quella libertà per la quale il poeta si era battuto. La metafora sulla passione e sull’amore, che Garcìa Lorca ha fatto diventare immortale in questo testo bruciante, è ancora molto viva e attuale in tante civiltà che non appartengono alla nostra cultura europea. Ed è, senza dubbio, anche dentro le nostre frontiere piene di intolleranza e di odio. E queste parole le scrivo mentre in Europa viviamo la più irrazionale guerra della storia dell’uomo. Quanti volti si spose e di madri abbiamo visto in televisione? Come quelli che ha sognato Lorca. Non è un caso che abbia scelto, come in tante sue opere, la donna, la vittima per mostrare la violenza degli uomini. Il poeta, ancora una volta, guarderà dalla parte dellevittime, la sposa, la madre.
Isabel Garcia Lorca, la sorella di Federico, mi ha raccontato che nel momento in cui Lorca scriveva ‘Nozze di Sangue’ erano a Granada, a la Huerta de san Vicente, la bella casa dove trascorrevano l’estate. A Federico era arrivato un disco di una cantata di Bach che faceva suonare al grammofono e che ascoltava ossessivamente per ore tutti i giorni finché un giorno glielo hanno nascosto.
In ‘Nozze di sangue’ c’è tanta musica scritta anche da lui, che è stato un grandissimo musicista. Una musica che non è Bach, ma ha una sua geometria. Proviene piuttosto dal “cante jondo” che vuol dire canto scuro e profondo, che è una variante del flamenco. Questa musica, presente nel testo, scorre come un fiume scuro e bisogna farla sentire perché riempie il suo corpo, la sua anima, il suo orecchio in una terra secca circondata dal mare. Nel Meridione della cosiddetta civiltà. In Andalusia come in Sicilia non vi è grande differenza.
Nozze di sangue di Federico Garcia Lorca
Teatro Carignano piazza Carignano 6, Torino
30 gennaio-11 febbraio 2024
Mara Martellotta
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