Lions, caso Vannacci: l’incontro salta. Quel sottile confine tra opportunità e libertà di opinione

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni


Alla fine il più’ “pulito” e’ il CRAL  dei dipendenti comunali che ha coperto le vergogne con la foglia di fico del fatto che la presentazione del libro  del “generalissimo” Vannacci non potrà tenersi perché il CRAL è riservato ai suoi soci e non al Lions che ne aveva affittato i locali per Vannacci. Salta così la piccola e meteorica “follia” della beneficenza in nome di ciò  che nel dibattito suscitato dal libro,  più di un commentatore ha accostato a razzismo e omofobia da caserma, di qualche provincialotto in cerca di effimera notorietà. Il Lions non fa marcia indietro neppure di fronte alla interferenza politica del sindaco che ignora forse la cultura vera, ma parrebbe voler intimidire il CRAL comunale in modo barbino, ancora una volta supino alla CGIL e alla sua faziosità sovietica un po’ datata. Ma questa non è difesa della libertà di opinione, ma incapacità di decidere cosa debba essere il Lions. Vannacci deve essere libero di presentare la sua Bibbia dove ritiene, ma il Lions International deve statutariamente 
restare al di sopra della politica di parte, e ha il dovere di riprendere con sanzioni il club “degenere” che ha avuto l’idea becera e qualunquista di presentare Vannacci, ignorato quando comandava la “Folgore“ ed esaltato oggi per il suo libro. Il Lions dovrebbe intervenire ufficialmente a livello dirigente ai livelli più alti per chiarimenti con un gruppo di soci che hanno confuso il club per una bocciofila di paese. Persino il CRAL ha capito la lezione sia pure in modo  un po’ confuso. Che tristezza! Se poi penso che il Golf Club di Garlenda intenderebbe ospitare Il generale  su iniziativa di ambienti notoriamente “nostalgici” monta una rabbia civile senza confini . Il grande Golf Club di fama internazionale vorrebbe fare ciò che neppure un CRAL ha ritenuto invece di rivedere, sia pure in zona Cesarini, temendo le ire del sindaco.

I sostenitori di certe tesi devono uscire allo scoperto e non nascondersi dietro ai CRAL e ai circoli sportivi. Con il loro inquietante ghigno di sempre comunque camuffato. E questo lo scrive uno che ha sempre difeso le ragioni profonde di storicizzare il fascismo senza demonizzare nessuno. Ma quando il discorso tocca circoli storici, bisogna denunciare con fermezza quanto accade senza viltà e conformismi. Il Lions in particolare deve essere se’ stesso con la sua storia umanitaria e libera che non ha nulla da spartire con certe idee e teorie.

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