Qualche considerazione pare doverosa in merito alla decisione del Gruppo di Stellantis di vendere tramite un’inserzione online quello che era il fiore all’occhiello del genio di Sergio Marchionne che sarebbe dovuto diventare il nuovo polo del lusso dell’allora FCA per la realizzazione dei modelli Quattroporte e Ghibli.
L’aspetto più preoccupante legato allo smantellamento di Maserati è l’incapacità di compiere riflessioni adeguate sulla riconversione del tessuto economico e occupazionale di un territorio orfano di booster industriali come quello torinese, che non ha mai superato di fatto l’abbandono del settore automotive, e che, tralasciando gli anni post pandemia, ha registrato un trend economico stagnante per oltre vent’anni, a discapito di una regione, quella piemontese, a passo con le vicine Veneto e Lombardia.
Parliamo allora dell’elefante nella stanza: l’elettrificazione imposta dalla Commissione europea entro il 2035. Allora è palese che in Italia a nulla siano serviti gli incentivi finalizzati all’acquisto di vetture elettriche: la politica non si è mai mossa in modo attento e oculato, ma ha trascurato gli enormi impatti sociali di una transizione obbligata che la filiera dell’automotive non era pronta ad affrontare. C’è poi il discorso dell’aggregazione, che probabilmente rappresenta la tattica più realistica per affrontare la complessità del momento. È già accaduto con i produttori: si pensi alla fusione tra Fca e Psa, che ha dato vita a Stellantis. Ad esempio, il gruppo italiano Adler Pelzer, attivo nella progettazione e produzione di sistemi per l’isolamento termico/acustico dei veicoli, ha acquisito la divisione Acoustics and Soft Trim (Ast) dal colosso francese Faurecia.
Quanto alla mancanza di una seria politica industriale, non si può non menzionare l’assenza decisiva di Cassa Depositi e Prestiti e l’ingombrante peso mediatico della famiglia Agnelli, che ha reso molto difficile l’azione pubblica in tale settore. È realisticamente possibile invertire il trend di declino produttivo? Ci vorrà molto tempo, è sarà fattibile solo investendo in ricerca e sviluppo. Studiando e portando avanti programmi di formazione. E soprattutto partendo da serie politiche industriali che comprendano la necessità di acquisire maggiori informazioni circa le e-car e il processo di elettrificazione.
Federico Audero (Azione Piemonte)
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