IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
La toponomastica non può essere un’occupazione senile per giochi illusionistici e comparsate giornalistiche di consiglieri comunali sedicenti radicali che passano dalla caccia ai crocifissi alle intitolazioni di alcune vie. Altrimenti una materia storica molto seria si snatura, se viene lasciata in mano a certi personaggi che forse già prefigurano un triste Viale (del tramonto) ad essi intitolato, come è stato scritto su un quotidiano con dubbio gusto.
Ogni occasione appare oggi buona per sparare provocazioni e anche cazzate (solo questa parola rende bene l’idea), anche cazzate, dicevo, di vario tipo su Pannella, su Bobbio, su Galante Garrone e adesso sulla coppia Pertini a Superga. Sono ignorantelli che, ad esempio, non sanno che i fratelli Garrone erano gli zii di Sandro Galante Garrone e che il padre e il figlio Frassati sono egualmente ricordati nella toponomastica torinese su proposta di Jas Gawronski e anche di chi scrive. In particolare l’idea bizzarra e stupida che corso Siccardi e la passeggiata Pannella abbiano qualcosa a che fare con Piazza Savoia e l’obelisco a cui segue via della Consolata, stupisce. La vera toponomastica non segue forzature ideologiche, ma la storia che è fatta non a misura di alcuni autentici fessi che pretendono una città a misura di simpatie politiche che riguarderebbero persino le vecchie sedi del partito radicale torinese. Queste sono evidenti sciocchezze. La città è fatta di Leggi Siccardi e di processioni per la Consolata e l’Ausiliatrice. Volti diversi della stessa città, laica e religiosa.
La storia vera è fatta di corso Siccardi e di via della Consolata, senza beatificare, come è stato fatto di recente vecchie cariatidi e preistorici consiglieri comunali “emeriti” del PSI che vennero eletti una sola volta per il rotto della cuffia nel 1975 e che non rappresentarono e non rappresenteranno nulla di davvero importante neppure dopo la loro morte. Gli esaltati che si esaltano non debbono più toccare palla su materie che non conoscono e che usano per curare il loro protagonismo velleitario e il loro narcisismo senza limiti. E, in primis, la proposta sulla presidente Jotti non può essere snobbata in modo indecente da vetero destrorsi che non meritano anche solo di nominare la Jotti, come è accaduto.
In particolare, più in generale, sarebbe forse anche il caso di calmarsi con intitolazioni continue che non hanno senso e fanno scadere il valore di un riconoscimento civico importante. Forse val la pena di ricordare la regola molto saggia di far intercorrere dieci anni tra la morte e la intitolazione, come prescrive la legge. Le eccezioni non possono diventare la regola, altrimenti si travisa la stessa toponomastica torinese che in passato era affidata agli storici e non solo ai politici. La falsa regola del subito santi deve cessare. Subito!
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE