“Donne di terre estreme” in mostra al Forte di Bard

 

Le immagini fotografiche di “donne e luoghi ai margini”, raccolte nei luoghi più “estremi” del Pianeta da Caterina Borgato

Fino al 5 novembre

Bard (Aosta)

“Ad Harar si cammina in mezzo a uomini che non sanno più pensare … Per strada, donne e uomini parlano con qualcuno che non esiste, che non si vede. Alcuni predicano, altri urlano. Forse è Harar che fa impazzire o trasporta l’anima in un’altra dimensione. Una giovane donna raccoglie bottiglie di plastica da terra, le schiaccia con un piede scalzo e le incastra nel turbante di stracci che le copre i capelli”. Ignoto il nome della giovane donna con “in testa un’opera d’arte”, che trascina senza sosta la sua vita per le strade ( ai suoi occhi tutte uguali) della città santa di Harar Jugol, nella parte orientale dell’Etiopia.

 

E’ la “pazza di Harar … stralunata e bellissima” protagonista di un racconto tratto dal volume “Donne di terre estreme”, pubblicato (a sostegno del progetto di solidarietà internazionale “Una Ger Per Tutti”) nel 2021 dalla veneziana di Mirano, Caterina Borgato. Grande scrittrice ma anche eccellente, poetica fotografa: due mestieri nati insieme, inseparabili gemelli, nutriti giorno dopo giorno dall’immenso amore dell’artista per il “Viaggio”. Dalle pagine del libro, pubblicato per “Montura Editing”, nasce così l’attuale, omonima mostra ospitata, fino a domenica 5 novembre, alle “Scuderie” del valdostano “Forte di Bard”. Rassegna di grande suggestione, di forte impatto visivo nell’incontro-scontro con volti femminili senza tempo in cui pare difficile recuperare il senso della speranza, eppure magnifici nella scultorea fissità di ancestrali, ormai sopportabili rassegnazioni, il percorso espositivo racconta di una ricerca dedicata alla realtà del mondo femminile che la Borgato ha incontrato in regioni della Terra considerate geograficamente, e culturalmente, “estreme”.

Donne e luoghi ai margini: nella depressione desertica della Dancalia etiopica, nell’inaccessibile isola di Socotra (Yemen), come sui remoti altipiani della Mongolia occidentale, ai confini con la Siberia. Il “Viaggio” è, da sempre, componente impetuosa e preponderante del suo “dna”, per lei nata da una famiglia di alpinisti e viaggiatori. Laureata in Scienze Politiche, Caterina Borgato imposta, da subito, la ragione del suo “essere”, del suo vivere, sulla scoperta della cultura del Mondo e dell’altro. Vive e lavora, dunque, nel “Mondo”, viaggia e si immerge in realtà non facilmente immaginabili, anche nell’Africa sub Sahariana ed Equatoriale, in Asia, in Medio Oriente ed in Sud America. Del “viaggio” dice che è “scuola di umiltà” e l’incontro con l’umanità una “preziosa ricchezza”. Dal 2004 è “expert on tour” per “Kel 12 National Geographic Expedition”. Viaggiare, scrivere, fotografare. Conoscere. Conoscere gli altri. Per meglio conoscere sé stessa, proprio attraverso la contezza degli altri. Attraverso il mondo femminile, soprattutto. Che, ovunque, riesce ad integrarsi attraverso imperscrutabili vie d’accesso. Di incontro fra realtà tanto più diverse quanto più uguali. Quanto più comunicanti e voci alte di uguali sentimenti, attese, speranze. “Donne di terre estreme”, racconta la stessa Borgato, vuole essere “una testimonianza della coesione del mondo femminile, di un tacito ‘patto sociale’ che esiste fra tutte le donne e che rappresenta le solide fondamenta di queste società sconosciute o dimenticate”. “Vuole essere – prosegue – un messaggio per continuare a riflettere sulla condizione femminile, sugli squilibri e sulle disgregazioni che, anche nelle società del benessere diffuso, non solo in quelle ‘estreme’ rendono ancora difficile l’affermazione sociale delle donne”.

Parole che rendono meno arduo, e perfino dolce, l’itinerario di una mostra che, in forma perfetta e miracolosa, riesce ad esprimere un “credo” che in toto guida, ad ogni passo, lo stare al mondo di Caterina Borgato. “Credo nell’intreccio straordinario e travolgente dell’immagine e della scrittura, una danza sensuale di particolari che messi insieme riescono a contenere tutto l’universo. Mi piacciono i poeti, gli esploratori, i sognatori”. Parole che ti staccano dalle pochezze terrene, per portarti in cieli alti.

Gianni Milani

“Donne di terre estreme”

“Forte di Bard”, via Vittorio Emnuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino a domenica 5 novembre

Orari: feriali 10/18; sab. dom. festivi 10/19 

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