Tra speranze e illusioni l’insegnamento di Cesare Pavese a noi giovani degli anni ’70

27 agosto 1950 – 27 agosto 2023

E Cesare perduto nella pioggia sta aspettando il suo amore ballerina. Cesare Pavese era così fin da giovane. A 17 anni si era invaghito della cantante Milly che aveva altre mire come il futuro re Umberto, diventato famoso come il Re di Maggio.
Un Cesare Pavese sempre alla ricerca di un amore impossibile votato dunque alla sconfitta. Si era fatto il confino a causa della Donna dalla voce rauca alias Tina  Pizzardo iscritta al PCI clandestino. Anche Cesare Pavese si iscrisse al PCI dopo la liberazione.
E forse, non a caso le tessere del Pci le mise in bella mostra sul tavolino della stanza d’ albergo dove si suicidio’. Quel vizio assurdo che lo accompagnò tutta la vita.
Titolo della sua biografia scritta da Davide Lajolo.  I due si conoscono alla redazione dell’Unità di corso Valdocco. Chiuso il giornale camminano fino all’ alba per le colline di Torino. Cesare Pavese brutalmente, su se stesso disse : sono una vigna vecchia troppo concimata. Debolezza? Francamente non so.
Ma che grande scrittore fu. Cominciare dalla tesi di Laurea su Walt Whitman. Letteralmente sconosciuto nell’Italia fascista. Addirittura il Preside è Relatore si rifiutarono di partecipare alla commissione esaminatrice.
Professori fedeli al fascismo ma codardi verso le novità che arrivavamo da oltre oceano. La loro codardia non impedi’ la nascita di un gruppo di giovani intellettuali antifascisti torinesi da Leone Ginzburg a Massimo  Mila intorno alla casa Editrice Einaudi. Arrivarono il ligure Italo  Calvino e ed il siculo-lonbardo Elio Vittorini. Torino non solo classe operaia, capitale dell’antifascismo  tra tutti i ceti sociali.
Della casa Editrice Einaudi Cesare Pavese fu direttore editoriale. Qui uno dei suoi errori.
Rifiutò gli scritti di Beppe Fenoglio che dovette aspettare Italo Calvino per essere apprezzato. Del resto per Cesare Pavese la resistenza e la sua ignavia furono uno dei suoi punti dolenti. Rivoluzionario in letteratura e imboscato. Ne venne fuori un mirabile romanzo, la Casa in Collina.
” Io non credo che possa finire.  Ora che ho visto cos’è guerra civile, cos’è guerra civile, so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi: E dei caduti che facciamo? Io non saprei cosa rispondere. “Sono tra le ultime righe del romanzo. Emblematico.
O la sberla che rimedio’ da Mamma Pajetta perché aveva spronato il figlio Gaspare Pajetta nel diventare partigiano morendo a 17 anni, e poi lui non fece nulla per la resistenza. Sicuramente si portava dietro questi complessi di colpa. Il 26 agosto 1950 pose fine a questa sua esistenza travagliata tra dubbi e rapporti, soprattutto con le donne, di fatto, sbagliati. Per noi e per chi non lo conosce il compito di ricordarlo ed attraverso lui un’intera generazione di intellettuali che segnarono positivamente la cultura italiana a 360 gradi. Anche ricordarsi gli anni del liceo e delle scuole superiori. 1975 1976, tra speranze e forse illusioni. Avremmo capito dopo le velleitarietà, comunque orgogliosi di averci tentato. Ed in questo Cesare Pavese ci ha dato sicuramente una mano nel tentare.
PATRIZIO TOSETTO
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