SABATO 30 SETTEMBRE 2023
@ OPEN ADA, Torre Pellice
Da sabato 30/9/2023 a domenica 22/10/2023
‘IN- FINITA NATURA – Earth, our home”.
Personale dell’artista argentina Karina Chechik (Buenos Aires, 1966)
A cura di Massimo Ghirardini
Open ADA, via Repubblica 6, Torre Pellice (TO)
Aperta nei fine settimana, sabato e domenica, ore 15 -18. Ingresso libero.
Opening: Sabato 30 settembre ore 16.
Ore 17 Talk su Natura, Estetica, Riuso, Botanica con Ippolito Ostellino,Anna Cantino, Paolo Varese. In collaborazione con La Natura torna ad Arte.
Ore 18.30 in onore dell’Artista: Esibizione di Tango dei Maestri Alessandro Guerri e Anna Boglione.
Ore 20 presso il Cortile delle Arti del Caffe Arnaud, vicinissimo a Open ADA, Baires Tango Tribute in collaborazione con Etnotango LCMM.
La mostra è patrocinata dal Comune di Torre Pellice (To)
“IN-FINITA NATURA. EARTH, OUR HOME”
Dalle opere di questa nuova mostra dell’argentina Karina Chechik emerge il bisogno dell’ essere umano di restare connesso alla rete degli esseri viventi che coabitano nel pianeta. Ed è proprio questo rapporto tra Natura e Arte, tra forme materiali e interpretative, tra tangibile e intangibile – anche queste da leggere come valori e non solo come “bisogni” – che si regola il termometro della nostra qualità di vita.
Per tali motivi Chechik ha scelto di indagare il tema della Natura attraverso l’Arte. Questa artista ha compreso come gli individui e le comunità rispondono favorevolmente al bisogno di dare forma alle proprie visioni del mondo, dell’esistente e delle proprie esperienze più connesse agli Elementi come acqua, aria, terra, fuoco.
Ispirandosi anche alla visione sistemica del fisico Fritijof Capra, (autore de IL TAO DELLA FISICA, LE RETI DELLA VITA, etc.), Karina Chechik (Buenos Aires, 1966) dedica da molti anni la sua vocazione creativa alla reiterazione e re-interpretazioni dei paesaggi naturali, e in particolare degli alberi, che nella sua opera rimangono quasi sempre verdi.
Un rimando costante al ciclo ininterrotto della vita stessa, che nasce, muore e rinasce. D’altronde, sul simbolismo della natura basterebbe andarsi a leggere il saggio di James Frazer “Il Ramo D’Oro” sui misteri antichi, in cui si narra di come nelle varie tradizioni, alcuni simboli vegetali siano pegno di resurrezione e di immortalità, come ad esempio la Palma o la Rosa di Gerico.
Ma nella sua articolata produzione di arte visiva attinente al tema naturalistico (boschi, fiumi, alberi, laghi e foreste), la terra e il cielo della Chechik non sono solo i poli tra i quali si produce ogni manifestazione, ma comprendono anche il mondo intermedio nel quale il concetto di “casa fisica” – da qui il titolo della mostra “IN-FINITA NATURA. EARTH, OUR HOME” – equivale al centro spirituale di raccolta di vita e di morte iniziatica.
Trattare i temi attinenti a un Simbolo – come è la CASA (Home, non House, volutamente) – non è mai un affare semplice. Si sono cimentati nell’impresa antropologi, letterati, semiologi, fior fiore di intellettuali e naturalmente artisti di ogni categoria. Qui non entreremo nello specifico, ma esploreremo la fenomenologia del suo esprimersi così a lungo su questa argomentazione. Le ambientazioni e i soggetti agresti di Chechik sono ricchissimi di campi di luce eterica. Un microcosmo impalpabile dove si può viaggiare ed effettuare – in modalità protetta – la comunicazione con le altre dimensioni degli Esseri Senzienti, e con i loro Livelli/ Stati superiori e inferiori.
Uno scenario che coinvolge costantemente il fruitore sul piano emotivo, sottoponendolo a costanti sbalzi percettivi sul piano narrativo, contornando lo sguardo come con note musicali di un ideale pentagramma. E’ qui che l’ opera di Karina raggiunge il Sublime, uno stato che può essere raggiunto solo da una grande anima, che è tale solo se pervasa dall’ispirazione divina.
Sublime è quel pàthos dello spirito che, per ispirazione divina, permette all’artista di protendersi verso l’alto e di sciogliersi dai suoi legami terreni. Se la fonte del sublime è l’ispirazione divina, la via primaria per raggiungerlo è l’imitazione di ciò che si solleva nelle vicinanze del divino: gli alberi, appunto.
Tale condivisione profonda, crea e ri-crea nell’intimo umano percepito, l’afflato verso una versione migliore del proprio esistere, più in armonia con il Tutto: l’aura di benessere che i lavori di Chechik trasmettono, ci ricorda la sotterranea metafora insita ne “Le Vie dei Canti” di Bruce Chatwin, ovvero una litania esortativa verso il valore delle “radici” e il ritrovarsi.
L’ essere originari di una landa (non Desolata, come quella descritta da T.S.Elliot), ma di un piccolo universo fatto di umide radure, orizzonti assolati, silenti antri campestri, piante ventose ed arbusti accoglienti, ci fa sentire, tramite le sue opere, parte di un luogo che non è solo uno spazio terreno. E’ un luogo di appartenenza che diventa poi parte della nostra identità (si veda a riguardo la trattazione sull’Ecologia Affettiva che qui non approfondiremo) e su cui porre le basi di una ri-nascita.
Chechik dunque sposta l’accento della sua sceneggiatura sulle risultanze di suggestioni foto-pittoriche ed iconografiche attinenti alla rinascita della nostra esistenza e al nostro “belonging” = Be + Longing, ossia, essere a lungo desiderosi di essere connessi al mondo della Natura. Un plasma connettivo dove le proprietà essenziali di un organismo o sistema vivente sono proprietà del tutto che nessuna parte possiede, ma che nasce e si completa dalle interazioni e dalle relazioni fra le parti.
Chechik ha esposto in musei, gallerie, università, centri d’arte e fiere d’arte internazionali negli Stati Uniti, in America Latina e in Europa.
Recentemente Chechik ha lavorato a due importanti progetti: Un’installazione di grande formato per la mostra Amazing Nature, commissionata dal KunstCentret Silkeborg Bad, Danimarca, da marzo fino alla fine del 2023, in cui 35 artisti provenienti da tutto il mondo esprimono le loro idee sul futuro del pianeta. Partecipa inoltre alla mostra “By Degrees, Art and our Changing Ecology” presso l’Huntington Beach Art Center, California.
Nell’ottobre 2022 Chechik ha realizzato il progetto “Luci Migranti”, una mostra personale a Casa Argentina a Roma e azioni simultanee nelle città di Roma e Buenos Aires.
-Nel 2021 Chechik ha presentato la serie #HereComesHope, con una mostra personale in Sardegna.
-Nel 2020 Chechik ha tenuto una personale virtuale “La consonancia de los Límites” presso la Biblioteca Centrale dell’
Universita Católica Argentina.
Nel 2019 la Ivy Plus Libraries Confederation* ha selezionato il suo sito web per l’inclusione nel suo Latin American and Caribbean Contemporary Art Web Archive. Nota * La Ivy Plus Libraries Confederation è una partnership tra tredici importanti biblioteche accademiche di ricerca degli Stati Uniti – Brown University, University of Chicago, Columbia University, Cornell University, Dartmouth College, Duke University, Harvard University, Johns Hopkins University, Massachusetts Institute of Technology, University of
Pennsylvania, Princeton University, Stanford University e Yale University – che collettivamente forniscono l’accesso a una ricca e unica documentazione del pensiero e della creatività umana attraverso la condivisione delle risorse e la collaborazione.
-Nel 2018 Karina Chechik ha creato una grande installazione e una mostra site specific: “Il Labirinto Verticale”, un omaggio a Jorge Luis Borges e Franco Maria Ricci, curata da Rodrigo Alonso al Marq, Museo di Architettura e Design,
Buenos Aires. Ha realizzato anche un’altra mostra personale: “Terra promessa” all’ICANA, Istituto di Cultura Argentina e
Nordamericana, Buenos Aires.
Nel 2015 ha tenuto una mostra antologica a Palazzo Pretorio di Certaldo, Toscana: TERRA, Geografie di Viaggio.
-Ha realizzato ” Architetture di Luce”, mostra itinerante che è stata esposta al Patricia & Phillip Frost Art Museum di Miami (2014), all’Istituto Nazionale di Studi Romani di Roma, al Museo Ebraico di Buenos Aires (2012), al Museo del Design Galliano Habitat, Torino e al Museo Cattedrale di La Plata, Argentina (2011).
-Nel 2003 è stata invitata da Ediciones Polígrafa a produrre a Barcellona una serie di litografie che sono state esposte nelle principali fiere d’arte come Art Basel, Art Basel Miami, ARCO Madrid e Art Cologne.
Tra le mostre personali e collettive più significative ricordiamo: Dome Gallery, New York (1990); Fondazione Internazionale Jorge Luis Borges, Buenos Aires (1998); Bernice Steinbaum Gallery, Miami e Jewish Museum of Miami Beach (2002); Antonio de Barnola Gallery, Barcellona (2005); Silkeborg Bad Art Centre, Danimarca (2006); San Lorenzo
Art Gallery, Milano (2007, 2010); UBS Wealth Management gallery, Lugano, Svizzera (2008); MACO Art Fair, Messico
(2008); Biennale del Piemonte, Torino (2012), Fondazione Michetti Italia (2013); Young Masters Art Prize Londra (2012
/2013); Departures/ Arrivals show, Oolite Arts center, Miami (1999-2014); Untitled Art fair, Miami (2016); Espacio Cruz Bajo Madrid (2017); Plataforma Argentina at Pinta Art Fair, Miami (2017), Art Nexus Foundation Bogotà (2018) e Buenos Aires Photo art fair (2020).
Le sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
Chechik è professore di pittura e storia dell’arte presso il Museo Nazionale delle Arti Decorative di Buenos Aires. Ha
inoltre tenuto conferenze presso importanti musei, università e istituzioni pubbliche in Argentina, Stati Uniti e Italia.
Vive tra Torino (ITA) e Buenos Aires (AR).