Lo Studio 1 di Antennatre: ospitava 1200 spettatori

L’ultimo “giapponese” che salvò la storia della tv privata

Nella vecchia sede di Antenna 3 sono raccolte migliaia di videocassette con le trasmissioni che fecero la storia della televisione: un patrimonio secondo solo alle teche Rai. Alessandro Di Milia ha salvato questo tesoro di cultura e spettacolo riversando i nastri in digitale

Via per Busto 15, Legnano. Certo, i fasti di Antennatre sono solo un ricordo. A vederla dall’esterno, quella che fu in origine una grande fabbrica e successivamente la sede storica dell’emittente lombarda, mette un po’ di tristezza e fa scattare la nostalgia. In fondo al cortile, sulla destra, proprio sotto l’altissima antenna oggi di Telecom (ma almeno non è stata abbattuta e resta un simbolo) c’è l’ingresso del bar della televisione, che servi’ caffè e bibite a centinaia di artisti e a centinaia di migliaia di spettatori assiepatisi nel corso degli anni nell’attiguo e immenso studio uno. Tra le cinquecento e le mille persone a sera per cinque sere la settimana fa una bella cifra. Certamente più di centomila all’anno per quasi un decennio (tanto duro’ l’epopea di Antennatre) sono più di un milione – forse quasi due – di persone entrate in quel tempio dello spettacolo televisivo: lì’ dentro c’è stata una città come Milano. Sorprendente. Ma quel grande edificio che pare abbandonato non lo è del tutto. La similitudine con l’ultimo giapponese che difende il fortino, mentre fuori il mondo è cambiato, non è del tutto azzeccata, perché il “giapponese” che abita e custodisce le illustri vestigia legnanesi ha davvero qualcosa da difendere. Anzi, moltissimo. Lui è Alessandro Di Milia, responsabile del Televideo dell’emittente.
Una sezione della seconda Antennatre che non si è trasferita nella nuova sede di Milano  ed è rimasta lì’ dove Renzo Villa l’aveva creata. Anche perché – a noi piace pensare così – la nuova proprietà non se l’è sentita di lasciare del tutto abbandonato quel tempio della storia della tv.  “Qualcuno mi disse – ci spiega Di Milia – che Renzo Villa nel 1977, mentre era alla ricerca di locali che potessero ospitare la sua nascente televisione passo’ per caso qui davanti. C’era scritto “vendesi” ma suonando il campanello nessuno rispondeva. Allora fece che scavalcare il cancello per dare un’occhiata: il posto gli piacque,  aveva trovato la sede per dare vita ad Antennatre”. Ma il nostro Alessandro non si occupa solo di televideo. Gli e’ stato affidato un compito nobile ed emozionante. E’ lui a disporre delle chiavi della celeberrima nastroteca dell’emittente, seconda per imponenza solo alle teche Rai. Conservate in stanze soppalcate abbiamo visto schierate migliaia di videocassette, migliaia di chilometri di nastri nei formati  Beta e Bvu di quei tempi, che Di Milia ha il piacere e l’onore di sbobinare, selezionare e riversare in digitale, affinché un così grande patrimonio culturale non vada disperso.
Alessandro di Milia

 

Un po’ commosso e un po’ divertito gli ripassano davanti agli occhi Enzo Tortora e Renzo Villa, Lucio Flauto, i Gufi, Boldi e Teocoli, Ric & Gian, Walter Chiari. Nel chiedergli che ricordo ha di Villa sottolinea subito un aspetto curioso, di cui solo lui effettivamente può godere: “Mi metto le cuffie e rivedendo  il Bingooo una videocassetta dopo l’altra  ritrovo il Renzo Villa quarantenne della prima puntata. Lo vedo rivivere. Posso ricordarlo come era allora e poi ripercorrere tutta la sua storia arrivando fino all’ultima trasmissione”.  Particolare non irrilevante, l’attuale locale che ospita il televideo è l’ufficio storico di Renzo Villa, al primo piano. Sugli scaffali sono esposti i premi e le targhe assegnati negli anni al papà dell’emittente (il Telegatto però no: troppo prezioso, è sottochiave altrove). C’è’ persino lui, il Ciuffo. Il pupazzo di Maria Perego, l’ideatrice di Topo Gigio, creato per il Bingooo, che ci guarda un po’ perplesso dall’alto di un armadio. Che il fondatore dell’emittente fosse un precursore dei tempi ce lo conferma anche Di Milia: “Dopo la caduta della prima A3L Villa, data la sua autorevolezza ed esperienza, fu responsabile delle televendite e appunto, (anche in società con me dal 2007) del televideo. Quest’ultimo si può dire che, rispetto a quello della Rai, lui lo elaborò a modo suo. Per esempio infilandoci, primo in assoluto, gli annunci pubblicitari. Copiato poi da tutti gli altri.”
Villa non mollava mai. Un’idea dopo l’altra, anche negli ultimi anni di vita.  “Nel 2008 ebbe una delle sue ‘visioni’ che si sarebbero potute avverare. Era pronto ad acquistare la sede di via per Busto, con tutta la tv dentro, per farne una grande casa d’aste televisiva dove  la gente potesse portare quadri e oggetti vari da mettere all’incanto nello studio uno. Avrebbe affidato la conduzione delle aste alla professionalità di Ettore Andenna. Se ne parlò, ma  proprio in quei mesi l’economia crollò. Il fallimento di Lehman Brothers fece evaporare le fortune di molti: mutarono le condizioni aumentando in modo esagerato i rischi dell’operazione”. Peccato, ma tant’è.

Di Milia, che da anni lavora nella sede di Legnano con ruoli tecnici e, come dice lui “anche un po’ da jolly” va giustamente fiero della sua sacra missione di salvataggio della nastroteca. Un compito che gli è stato recentemente riconosciuto, (grazie anche alla determinazione della signora Villa, che da tempo lo proponeva) attraverso la programmazione nel 2022, della trasmissione  “I Top di Antenna 3”, condotta  dal giornalista Stefano Golfari. In questo “il meglio di”, la nastroteca prende vita con tutti i comici e artisti degli anni ruggenti passati da via per Busto 15. Una nostra curiosità. Ma Di Milia quando si avvicinò per la prima volta ad Antennatre? “Avevo 10 anni all’epoca delle prime trasmissioni in diretta dallo studio uno. I biglietti per accedere erano gratuiti ma richiestissimi, introvabili. E bisognava prenotarli. Un bel giorno mio nonno mi prende per mano e mi porta  in questi stessi uffici, nella speranza di farmi assistere al Bingooo. Ci accolse Roberto Montresor (factotum dell’emittente, con molte apparizioni in video, ndr). Mi vide così piccolino ed evidentemente gli ispirai tenerezza. Fece uno strappo alle regole e mi diede i biglietti per entrare.” Alessandro, che  entrò bambino,  e oggi è ancora qui. Quando si dice il destino.

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