Ecco i luoghi di Lidia Pöet. Dalla Tv alla “vera” realtà

Dalla casa natale nella piccola borgata di Traverse al cimitero di San Martino dove Lidia é sepolta, un tour sulle orme della prima “avvocata” d’Italia

Estate di riprese televisive in una Torino ottocentesca e tour il 26 di agosto

Mentre a Torino, in un centro città vestito coi panni dell’ ‘800, si continuerà a girare per tutta l’estate, la seconda serie dedicata a Lidia Pöet, dopo lo straordinario successo della prima (per mesi in vetta alle classifiche internazionali di “Netflix” e di recente premiata con il “Nastro d’Argento” come migliore crime dell’anno), arriva in agosto il tour che porterà nei luoghi, quelli veri, dove nacque e visse la Pöet, come la sperduta borgata di Traverse, a Perrero, dove Lidia nacque da un’agiata famiglia valdese ben radicata in Val Germanasca, il 26 agosto 1855. Un lavoro non da poco su cui per oltre cinque mesi si è impegnato il “Consorzio Turistico Pinerolese e Valli” che ha contattato non solo idiscendenti della prima “avvocata” italiana(interpretata nella serie Tv dall’attrice bolognese Matilda De Angelis) ma anche tutte le amministrazioni in un certo modo coinvolte, seguendo le orme della donna. Ne è nato il tour“La toga negata” che deve il nome al fatto che sarà eccezionalmente mostrata ai partecipanti proprio la toga (la “cordoniera”) di Lidia Pöet. Il percorso debutterà in una data simbolica, il prossimo sabato 26 agosto, nel 168° della sua nascita. Il titolo vuole anche essere un omaggio al libro “La toga negata” di Clara Bounous, che narra la figura della Pöet, riportata in auge, a livello nazionale, anche da “Prime … sebben che siamo donne. Storie di italiane all’avanguardia” della rivolese Bruna Bertolo.

Lidia Pöet si laureò in “Giurisprudenza” nel 1881, ma a lei, dopo accese rivendicazioni e peripezie, fu assurdamente rifiutata, in quanto donna, l’iscrizione all’“Albo degli Avvocati” e la conseguente possibilità di esercitare un lavoro giudicato idoneo solo ed esclusivamente a persone di sesso maschile. La sua fu una lunga battaglia contro pregiudizi che non poteva accettare e che riuscì a superare solo al termine del primo conflitto mondiale, con l’accettazione della sua iscrizione all’“Albo” professionale. Era il 1920 e Lidia Pöet venne dichiarata la prima “avvocata” d’Italia. Ma Lidia fu anche molto altro. Fu una pioniera per l’emancipazione femminile e fra gli ideatori del moderno diritto penitenziario, lottò per ottenere il suffragio universale  e partecipò in prima linea ai primi congressi femminili, diventò infermiera volontaria nel corpo della “Croce Rossa Italiana” allo scoppio della “Grande Guerra” e fu membro del “Comitato per i Profughi” del Comune di Pinerolo. Nel 1922 fu nominata presidentessa del “Comitato Pro Voto” di Torino. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse a Diano Marina, dove morì a 93 anni, il 25 febbraio del 1949, per riposare nel piccolo cimitero, metà valdese e metà cattolico, di San Martino (Perrero), in Val Germanasca. “La storia personale di Lidia Poët – commenta Beatrice Borgia, presidente di ‘Film Commission Torino Piemonte – oggi è tornata con grandissima forza e ha raggiunto un pubblico enorme proprio grazie alla serie che ‘Netflix’ e ‘Groenlandia’ hanno scelto di raccontare. Il successo internazionale della serie ha trovato un corrispettivo locale molto significativo, facendo nascere percorsi e tour nei reali luoghi della vita di Lidia Poët: un segnale davvero positivo che dimostra ancora una volta il potere del cinema e la sua capacità di creare un immaginario o, come in questo caso, di riportarlo alla luce”.

Il tour del 26 agosto partirà da Perrero, borgata Traverse, dove Lidia nacque. Si racconterà l’infanzia, la storia della famiglia, di fede valdese. Si entrerà nel cimitero di località San Martino, per rendere omaggio alla sua tomba. Subito dopo, è prevista una sosta a La Chabranda, agriturismo di Pomaretto, che preparerà un“menù” su ricette di inizio Novecento. Quindi tappa a San Germano Chisone dove oggi vivono una parte dei discendenti della donna: qui a “Villa Widemann”, edificio che faceva parte delle proprietà di Vittorio Widemann, titolare del locale cotonificio chiuso nel 1977,  si potrà eccezionalmente vedere la “toga” appartenuta a Lidia.

Grazie a un lavoro di ricerca portato avanti in questi mesi dal Consorzio, e alla collaborazione del Comune che ha messo a disposizione i locali, sarà inoltre esposta la sua cuffia, quella tipica dell’abito valdese, e uno scialle. E, poi, alcune borsine usate per andare a teatro, i libri in inglese che riportano le sue annotazioni, l’abito di una pronipote che proprio Lidia aveva cucito a mano. Quindi, Pinerolo. Non è nota la casa dove Lidia visse ma si farà tappa a San Maurizio dove era solita incontrarsi con quell’Edmondo De Amicis, padre di “Cuore” e caro amico di Lidia. Dopo si andrà a vedere il Teatro Sociale: Lidia era solita accompagnare il fratello agli spettacoli. Ultima tappa nella “Biblioteca di Pinerolo” che conserva scritti e carteggi della prima “avvocata” d’Italia. Il tour, dopo la data del 26 agosto, sarà ripetuto, il 17 e 24 settembre e l’ 1 e 8 ottobre.

Informazioni: info@turismopinerolese.it

g.m.

Nelle foto:

–       La casa natale

–       La toga, dal libro “La toga perduta”

–       Borsina da teatro

Cuffia valdese

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