John Axelrod esplora i confini tra linguaggio classico, scrittura sinfonica, musica etnica e swing

In programma giovedì 15 giugno un concerto diretto dal direttore d’orchestra texano

 

È interamente dedicato al grande repertorio americano il secondo appuntamento di RAI Orchestra Pops, il ciclo di concerti che l’Orchestra Sinfonica della Rai ha scelto per esplorare i confini tra linguaggio classico, la scrittura sinfonica, la musica etnica e lo swing. La serata è in programma giovedì 15 giugno prossimo all’Auditorium RAI Arturo Toscanini di Torino, con trasmissione in diretta su Radio 3.

Sul podio il direttore d’orchestra texano John Axelrod, attuale direttore ospite della Kyoto Simphony. Molto apprezzato in tutto il mondo per la sua energia e versatilità di interprete, con l’Orchestra RAI ha tenuto una brillante tournée nel Sud Italia.

In apertura proporrà due brani di Leonard Bernstein, l’ouverture dal Candide, operetta in due atti ispirata all’omonimo romanzo di Voltaire e eseguita per la prima volta al Martin Beck Theatre di New York, e il Divertimento per Orchestra, proposto nella versione del 1938.

Candide è un’operetta comica in due atti di Bernstein composta nel 1956 basata sull’omonima novella di Voltaire, in lingua inglese. Il libretto originale è di Lillian Hellman, ma dal 1974 viene di solito messa in scena con il libretto di Hugo Wheeler, più fedele al breve romanzo di Voltaire. La partitura di Bernstein fu orchestrata da Hershy Kay e Maurice Peress nella produzione originale del 1956, che ricevette prevalentemente critiche negative. Ma fu proprio da allora che l’operetta venne rivalutata dai critici e dal pubblico fino a diventare una parte importante del repertorio delle compagnie di musical, opera e operetta.

Si prosegue poi con il Concerto in fa per pianoforte e Orchestra scritto da George Gershwin nel 1925, dopo il successo della sua Rapsodia in blue. A interpretarlo a Torino il pluripremiato Nicolas Namoradze, approdato all’attenzione internazionale nel 2018, dopo aver vinto la Triennale Honens International Piano Competition a Calgary, in Canada. Il Concerto in fa è una composizione per pianoforte e orchestra di Gershwin e rappresenta il momento in cui l’autore, dopo il successo della popolarissima Rapsodia in blu, intende essere considerato a tutti gli effetti, come compositore, in grado di orchestrare le proprie opere.

Il Concerto in Fa, a causa dei numerosi stilemi jazzistici e blues inseriti al suo interno e per la sua impostazione che richiama il mondo classico, può essere ascritto al jazz sinfonico. Fu eseguito per la prima volta alla Carnegie Hall di New York, il 3 dicembre 1925 e fu scritto su Commissione del direttore d’orchestra Walter Damrosch, che, appunto, presentò l’opera con il solista Gershwin il 3 dicembre del 1925.

Chiude il concerto la Suite tratta dal Balletto Appalachian Spring di Aarin Copland, scritto tra il 1943 e il 1944, su commissione della coreografa e ballerina Martha Graham, i cui otto pezzi, selezionati tra i migliori della partitura, ottennero un enorme successo.

Appalachian Spring è una composizione che debuttò nel 1944 e raggiunse una larga e duratura popolarità come suite orchestrale. Il balletto fu composto da Copland nel 1944 per la celebre danzatrice Martha Graham dietro invito della Fondazione Coolidge, cui la musica contemporanea deve tanti aiuti.

Copland, nato a Brooklyn nel 1900, è considerato uno dei più rappresentativi compositori americani della sua generazione. Formatosi in patria sotto la guida di un nipote di Carlo Goldmark, si perfezionò a Parigi con Nadia Boulanger e seppe unire nella sua musica alla giovanile baldanza, il generoso entusiasmo e la ingenuità tipicamente americane. Ha composto opere in tutti i generi, ma la sua vocazione più autentica è stata nel balletto, a partire dal primo lavoro “Grogh” del 1929, a “Billy the Kid” fino al suo capolavoro “Appalachian Spring”, che presenta una colorita orchestrazione, un caratteristico melos popolaresco, un ritmo jazz e un’intonazione religiosa di certi passi che ci offrono un’immagine sintetica dell’America, da quella primitiva e romantica delle praterie a quella moderna e dinamica dei grattacieli.

La Suite consta di otto pezzi, scelti tra i migliori della partitura. Nel primo vengono presentati i personaggi, con una lenta introduzione; nel secondo ha inizio l’azione, in un’atmosfera religiosa, il terzo dipinge una scena tenera e appassionata. Il quarto è di carattere folkloristico, con echi di strumenti campagnoli e suggestioni di danze all’aperto. Il quinto si svolge sul ritmo di una danza giocosa e esaltante. Il sesto costituisce una transizione, con ripresa dei temi dell’introduzione; il settimo presenta un motivo derivato da un canto popolare americano e l’ottavo si conclude in un clima intimo espresso dalle sonorità degli archi.

Mara Martellotta

Auditorium RAI Arturo Toscanini

Piazza Rossaro

10124 Torino

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