A Torino una targa per ricordare i Giusti tra le Nazioni

Da oggi Torino ha una targa per ricordare i Giusti tra le Nazioni, tutte quelle persone che, nel mezzo del periodo storico più drammatico del secolo scorso, decisero con coraggio di aiutare gli ebrei a sfuggire all’Olocausto, alla deportazione nei campi di sterminio.

La targa, che si trova all’interno del giardino intitolato a Francesca Laura Morvillo, nel quartiere di santa Rita, è stata scoperta ieri durante una cerimonia cui hanno partecipato: la vicesindaca Michela Favaro, il vicepresidente del Consiglio comunale Domenico Garcea, l’assessore regionale Fabrizio Ricca, il vicepresidente della Circoscrizione 2 Giuseppe Genco, il presidente della Comunità Ebraica di Torino Dario Disegni, il prefetto del distretto Rotaract 2031 Matteo Cammisuli.

Giova ricordare che i Giusti tra le Nazioni èanche un’onorificenza conferita dallo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme che, fin dal 1953, celebra tutti i non ebrei che hanno agito a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista.

Come ha ricordato Disegni, oltre ventimila donne e uomini, fra cui cinquecento italiani e una ventina di torinesi che dimostrarono virtù e rettitudine, un senso del dovere capace di riportare la luce nel momento più buio per l’umanità. Un esempio, per Disegni, che rappresenta un potente vaccino contro ogni forma di odio e di intolleranza e come tale deve essere proposto e riproposto in tutte le possibili declinazioni della comunicazione e dell’insegnamento.

Un tema ripreso da Garcea che, nel suo intervento, ha sottolineato come la vicenda dei Giusti tra le Nazioni, per noi italiani sia sovrapponibile al tema della Resistenza, che ha saputo unire le persone, coraggiose nello scegliere da che parte stare, mettersi in gioco rischiando in prima persona, incapaci di essere indifferenti di fronte alla sofferenza altrui.

Nel suo intervento, Fabrizio Ricca ha ringraziato chi ha voluto questa targa, perché ha voluto dare un segnale forte contro l’antisemitismo, contro il razzismo, memoria e anticorpo vero per la nostra società, ad evitare il rischio che possa tornare il buio di quegli anni terribili del Novecento.

Ha concluso la serie dei saluti istituzionali la vicesindaca che ha ribadito come memoria e ricordo siano antidoti importanti, utili per tramandare valori e rinsaldare legami di una comunità. Per Favaro, il richiamo al diritto naturale nei momenti più bui della storia degli Stati può non coincidere con il diritto delle leggi. Queste vanno certamente applicate ma non vanno mai dimenticati i valori che stanno alla base di un popolo, di uno stato, di una democrazia: la giustizia sociale, il rispetto delle persone, l’uguaglianza e la fratellanza. I Giusti tra le Nazioni furono in grado di sentirli propri e non esitarono nel rischiare di persona per sostenere questi valori, diventando un esempio da seguire.

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