IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Il mio 25 aprile è anche legato ai miei ricordi giovanili che per fortuna mia riguardano il periodo di pace e non di guerra. Ma la fine della guerra e la Liberazione hanno condizionato la mia infanzia già in famiglia nei ricordi dei miei nonni ambedue antifascisti che ho citato in un mio libro
Uno dei nonni ospitò un ebreo nel suo Castello di Camerano Casasco e subì una perquisizione tedesca che poteva portarlo alla fucilazione. La presenza di una piccola scuola che aveva ospitato nel castello fu determinante a salvarlo. Un mio zio, il barone Guglielmo Fusilli, ufficiale di Cavalleria in Grecia che partecipo’ alla Resistenza con il gruppo d’ Unione “Camillo di Cavour” di Vittorio Prunas Tola ,fini’ alle Nuove e riuscì a salvarsi perché arrivò la Liberazione. Era stato amico di Gimmi Curreno, il patriota – partigiano sedicenne ucciso dai Tedeschi e mio zio mi parlava spesso di lui. Nel Gruppo “Cavour”, mi raccontava mio zio, si salutavano dicendo “Viva il Re”. Gimmi venne decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare come il suo comandante Enrico Martini Mauri che era amico di mio zio e divenne anche mio amico negli ultimi travagliati anni della sua vita.Curai l’ultima edizione di ”Partigiani penne nere di Mauri” che racconta la storia delle Divisioni Alpine autonome nella guerra di Liberazione. Mio nonno, ex combattente nella Grande Guerra ed interventista, amico di Cesare Battisti e di Damiano Chiesa ,aveva respinto -come attesta il suo diario – l’invito di Cesare Maria De Vecchi – di aderire ai fasci di combattimento. Il suo liberalismo si richiamava fortemente a Giolitti e soprattutto a Soleri. Marcello Soleri nel periodo clandestino, tra il 1943 e il 1944 fino alla liberazione di Roma, fu ospitato in casa di mia zia che rischio’ moltissimo perché l’ospite non era così prudente e soprattutto era conosciuto come deputato, ex ministro e avvocato. La fedeltà a Soleri è stata una costante anche della mia vita.
Una delle amicizie più importanti è stata quella con Valdo Fusi , partigiano cattolico ed autore del più bel libro sulla Resistenza, “Fiori rossi al Martinetto” di cui ho curato con rigore storico l’ultima edizione.
Un altro mio amico è stato Silvio Geuna che offri’ la sua vita in cambio di quella del Generale Giuseppe Perotti che aveva tre figli. Ho avuto il piacere di avere come allieva la nipote del generale, anche lui Medaglia d’oro, fucilato al Martinetto ,Laura Marruccelli, più che mai oggi mia carissima amica. E sono stato allievo di resistenti come Alessandro Galante Garrone ed Aldo Garosci oltre che del grande storico Franco Venturi .Sono stato anche allievo ideale ed amico di Raimondo Luraghi,storico e partigiano . Mario Bonfantini e il fratello Corrado furono valorosi partigiani con cui ebbi rapporti molto cordiali. Mario divento’ anche presidente del Centro “Pannunzio”. Anche l’irriducibile partigiano comunista Gianni Dolino e’ stato mio amico e si presto‘ a titolo amichevole a correggere le bozze di un mio giornale; era un uomo ironico che sapeva trovare un saggio equilibrio.
Ho avuto un cugino deputato fascista, l’ on. Arnaldo Viglino, con cui i miei non erano in buoni rapporti, anche se andarono tutti ai suoi funerali ,improntati allo stile fascista negli Anni Cinquanta. Io divenni amico di suo figlio Giorgio, giornalista e giovane monarchico che nella maturità divenne comunista. Quelle esperienze vissute mi hanno formato e hanno lasciato in me una traccia indelebile che però non mi ha impedito di cercare di essere uno storico distaccato dalle passioni politiche. Galante Garrone una volta mi disse che non avrebbe mai scritto una storia del fascismo perché troppo coinvolto politicamente nell’antifascismo, una scelta che fu in primis di Benedetto Croce, riferimento morale di tutti gli oppositori del regime fascista.
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESEUna delle amicizie più importanti è stata quella con Valdo Fusi , partigiano cattolico ed autore del più bel libro sulla Resistenza, “Fiori rossi al Martinetto” di cui ho curato con rigore storico l’ultima edizione.
Un altro mio amico è stato Silvio Geuna che offri’ la sua vita in cambio di quella del Generale Giuseppe Perotti che aveva tre figli. Ho avuto il piacere di avere come allieva la nipote del generale, anche lui Medaglia d’oro, fucilato al Martinetto ,Laura Marruccelli, più che mai oggi mia carissima amica. E sono stato allievo di resistenti come Alessandro Galante Garrone ed Aldo Garosci oltre che del grande storico Franco Venturi .Sono stato anche allievo ideale ed amico di Raimondo Luraghi,storico e partigiano . Mario Bonfantini e il fratello Corrado furono valorosi partigiani con cui ebbi rapporti molto cordiali. Mario divento’ anche presidente del Centro “Pannunzio”. Anche l’irriducibile partigiano comunista Gianni Dolino e’ stato mio amico e si presto‘ a titolo amichevole a correggere le bozze di un mio giornale; era un uomo ironico che sapeva trovare un saggio equilibrio.
Ho avuto un cugino deputato fascista, l’ on. Arnaldo Viglino, con cui i miei non erano in buoni rapporti, anche se andarono tutti ai suoi funerali ,improntati allo stile fascista negli Anni Cinquanta. Io divenni amico di suo figlio Giorgio, giornalista e giovane monarchico che nella maturità divenne comunista. Quelle esperienze vissute mi hanno formato e hanno lasciato in me una traccia indelebile che però non mi ha impedito di cercare di essere uno storico distaccato dalle passioni politiche. Galante Garrone una volta mi disse che non avrebbe mai scritto una storia del fascismo perché troppo coinvolto politicamente nell’antifascismo, una scelta che fu in primis di Benedetto Croce, riferimento morale di tutti gli oppositori del regime fascista.