Al Teatro Gobetti debutta “Farfalle”, scritto e diretto da Emanuele Aldrovaldi

In scena dal 28 febbraio al 5 marzo prossimi

Martedi 28 febbraio prossimo, alle ore 19:30, debutta al Teatro Gobetti di Torino lo spettacolo “Farfalle”, scritto e diretto da Emanuele Aldrovaldi, testo vincitore del premio “Hystrio Scritture di Scena” nel 2015 e del “Mario Fratti Award” nel 2016. In scena due attrici: Bruna Rossi e Giorgia Senesi. Scene e grafica sono di CMP Design, le luci di Vincent Longuemar, i suoni di Riccardo Caspani, le musiche di Riccardo Tesorini e i movimenti di Olivia Fortuni.

Sono in scena due sorelle ciniche e poetiche, una bionda (Bruna Rossi) e una mora (Giorgia Senesi), al centro, il gioco che le ha unite fin da quando, piccolissime, sono rimaste sole. A turno, chi ha in mano la collana a forma di farfalla può obbligare l’altra a fare qualsiasi cosa, pena la fine del gioco. Durante lo spettacolo, le due attrici giocano a interpretare i personaggi principali delle loro vite, in un susseguirsi di scene che raccontano, con una tragicomica ironia la crescita delle due sorelle e le loro scelte di vita bizzarre, banali, obbligate o inaspettate, che le portano a acquisire una sempre maggiore consapevolezza di sé, diventando molto diverse da quelle ragazzine che erano. Il loro percorso è opposto e quasi complementare, il cambiamento che vivono le porta a allontanarsi e successivamente a scontrarsi in maniera violenta.

“È difficile raccontare di cosa parli un testo – afferma il regista Emanuele Aldrovaldi – e risulta ancora più difficile sapere quali siano state le esigenze che l’hanno portato a scriverlo. Per ‘Farfalle’ ne posso ipotizzare tre. La prima, iniziale, è quella rappresentata dal desiderio di mettermi alla prova cimentandomi con la scrittura di personaggi femminili complessi. I testi che avevo scritto fino a quel momento avevano un protagonista vista maschile o una coppia di protagonisti uomo/donna. La sfida che avevo in testa era quella di provare a raccontare in modo credibile e profondo la storia di due possibili donne. Nel 2013, partendo da alcune novelle di Pirandello, ho iniziato a scrivere di queste due sorelle. La seconda esigenza rispecchia una riflessione sul valore dell’esperienza. Il mondo è pieno di persone che dispensano consigli in base alle loro esperienze personali, e tutta la nostra cultura è fondata sull’idea che la conoscenza scientifica, culturale, esperienziale e emotiva si possa diffondere o tramandare. Le esperienze che facciamo ci insegnano davvero qualcosa sulla vita,su noi stessi o sugli altri? Fino a che punto, trasmettendo ciò che abbiamo imparato a chi amiamo, facciamo del bene? La terza esigenza è scenica, quella di costruire una dinamica che fosseinterna alla vicenda, e che avesse il potere di costruire le situazioni e i personaggi. Per questo le altre figure della storia, dal padre inaffidabile al medico opportunista, sono sempre in bilico tra l’avere una vita propria e l’essere proiezioni generate dal vortice del gioco in cui sono immerse le due sorelle. Dal momento della scrittura sono passati dieci anni e, nel frattempo, il testo ha vinto dei premi, è stato pubblicato e tradotto e ricevuto il suo debutto mondiale nel 2019 a New York. In un certo senso è come se si fosse staccato da me e si fosse allontanato dalle motivazioni che mi avevano spinto a scriverlo, diventando un elemento autonomo. Questo è stato il mio approccio quando ho deciso di farne la regia, come se fosse il testo di qualcun altro. Rileggendolo e analizzando come se lo avessi scritto io, ho scoperto che si tratta di un testo che parla d’amore, un amore conflittuale e competitivo, che va oltre l’incomprensione e i confini della vita, e è stato questo il motivo per il quale ho scelto di farlo interpretare a due attrici che, dal punto di vista anagrafico, avessero la stessa età che avevano le protagoniste alla fine della storia e non all’inizio. Volevo concentrarmi sul raccontare due donne che hanno già vissuto e provato a capire e capirsi in un modo che trascende i confini i dello spazio e del tempo, e che risultano ancora unite.

 

Lo spettacolo è prodotta dalla Associazione teatrale “Autori Vivi” dal Teatro Elfo Puccini, dall’Emilia Romagna Teatro ERT, dal Teatro Nazionale e sarà replicato per la stagione in abbonamento dal Teatro Stabile di Torino fino al 5 marzo prossimo.

MARA MARTELLOTTA

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