Due gravi disfunzioni dell’apparato pubblico sono il simbolo di una pubblica amministrazione da “Repubblica delle banane” : il rilascio dei passaporti e , a Torino, il rilascio delle carte di identità.
Disfunzioni gravissime di cui ci sono sicuramente dei responsabili e delle cause: ma né i responsabili né le cause vengono a galla.
Ed è oltre modo irritante quanto dichiarato dal questore di Torino che in una interista ha attribuito il malfunzionamento a isteria collettiva dei cittadini .che in troppi richiedono il passaporto.
Ricordiamo tutti che un tempo, senza elettronica, bastava recarsi in questura o in una sede di un commissariato per compilare la domanda e in pochi giorni ottenere il passaporto. Così per la carta di identità
L’elettronica dovrebbe addirittura sveltire le pratiche…e invece…
L’impressione che se ne ha è di una enorme disfunzione della pubblica amministrazione, di un caos dal quale non si sa come uscirne. Naturalmente si attribuisce tutto questo a carenze di organici, ma quando a Torino si cercò di rimpolpare gli uffici anagrafe con impiegati provenienti da altri settori meno carichi di lavoro, i dipendenti appoggiati dal sindacato si opposero.
Gli open day straordinari sono pochi e servono quindi a poco. Un amico che si è recato a uno di questi per avere il passaporto, benchè andato alle 5 di mattina non è riuscito a passare. L’ultima persona che è riuscita ad accedere si era recata davanti al commissariato alle 3 del mattino.
Ridicola prenotazione tramite il portale che anche quando indica disponibilità, la pagina successiva dice che non ce ne sono
La lontananza degli eletti dai cittadini si vede anche da come viene affrontata da consiglieri o parlamentari una vicenda gravissima che ha conseguenze anche sul piano economico. Quasi non se ne parla, mentre ci si azzuffa fra maggioranza e opposizione su questioni del tutto secondarie.
Una vicenda che se non risolta in tempi brevi ( ma come? )provocherà nuovo discredito anche alla vita politica : basta sentire le proteste nelle code in attesa di accedere agli uffici pubblici. Così una buona fetta di elettorato o non andrà a votare o darà ancora una volta un voto di protesta che rende i risultati elettorali italiani estremamente volatili da una elezione all’altra.
PG
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