Se Giannini censura Antonio Ricci

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
.

Massimo Giannini è davvero un personaggio destinato ad entrare nella storia del giornalismo  per il modo in cui dirige “La Stampa” che è oggi ai minimi storici nelle vendite. Si tratta di un giornale carro  armato di tipo sovietico puntato contro chi non la pensa come il “direttore che ha sempre ragione”. Ovviamente il sindacato dei giornalisti tace e forse ci sono dei giornalisti che temono il  loro direttore che sembrerebbe rivelarsi più autoritario del  famoso Giulio De Benedetti che, almeno, era un grande direttore che prese un giornale distrutto dal Ventennio e lo porto’ ad essere una delle voci più autorevoli.

Una giornalista del quotidiano  torinese ha scritto un malevolo articolo su DrIve In, la straordinaria  trasmissione ideata da Antonio Ricci negli anni 80 che coniugava la satira sull’Italia del riflusso,  dell’ Edonismo reaganiano e  della Milano da bere, senza forzature ideologiche. Drive In era puro divertimento, pensiamo, ad esempio, al grande Giorgio Faletti. Federico Fellini diceva che era l’unico programma per cui valesse  la pena di avere la Tv. Umberto Eco, Oreste del Buono, Angelo Guglielmi amavano il lavoro di Ricci, Ingauno di Albenga con una visione mai provinciale, anche se ha sempre amato e difeso  la Città delle torri.  Si tratta di un uomo straordinario sempre pieno di idee, di coraggio, di anticonformismo e di umana generosità.  Conferendogli  il Premio Pannunzio dissi cose analoghe sia su Drive In sia su “Striscia”, Il telegiornale satirico che da’ le  notizie che gli altri ignorano.
“La Stampa” giunge ad assimilare le veline di Ricci con le escort di Berlusconi, forse senza neppure rendersi conto della insinuazione altamente offensiva per le veline e la loro dignità di donne. Ebbene, il direttore Giannini è un mese e mezzo che non pubblica una garbata ed ironica lettera dell’Ufficio stampa  di “Striscia “ che replica all’articolo su Drive In. D’altra parte, il giornale di Giannini è l’unico a non avere una rubrica di lettere se si eccettua la stantia e provinciale rubrica delle lamentazioni torinesi. I dissenzienti vengono condannati al cestino, a meno di invocare l’articolo 8 della legge sulla  stampa?  La vecchia “Stampa” di Frassati  e di Ronchey è rimasta quella di Rossella che strozzo’ “Stampa Sera”. Non è un fatto casuale che un numero sempre più alto di torinesi abbia optato per il Corriere della Sera. La censura nei confronti di Ricci dimostra una chiusura che va oltre l’immaginabile. Anche Ricci è uomo di sinistra, ma da vero uomo di sinistra, sa  rispettare la libertà.
Immagine di copertina tratta da Striscia la notizia 
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo Precedente

Due muratori precipitano da 4 metri in un cantiere nel centro di Torino

Articolo Successivo

Torino, modelle per un giorno… in Rsa!

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta