Carcere di Ivrea: agente aggredito a calci e pugni

Riceviamo e pubblichiamo

Ancora alcuni gravi eventi critici in carcere. E ancora una volta il tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari ha impedito peggiori conseguenze alla struttura ed agli altri reclusi ristretti.

Mario Corvino, vice segretario regionale per il Piemonte del Sindacato
Autonomo Polizia Penitenziaria, spiega cosa è accaduto ieri pomeriggio
nella Casa circondariale di Vercelli: _“Verso le ore 17.30, un
detenuto straniero si è reso protagonista di una violenta protesta
spaccando quel che aveva in cella, ossia due armadietti, uno sgabello ed
il secchio dell’immondizia. Con tono alterato, a suo dire le ragioni
sono legate ad un presunto mancato interessamento circa la sua
situazione sanitaria da parte di Direttore e Comandante. Il personale di
Polizia Penitenziaria in servizio è immediatamente intervenuto per
sedare la protesta e, dopo una lunga opera di convincimento, la protesta
è rientrata. E’ del tutto evidente che anche questo è un chiaro
sintomo del malessere che si vive nel carcere di Vercelli, da giorni al
centro delle cronache per gli eventi che in esso si verificano quasi
quotidianamente”. _Vicente Santilli, segretario regionale per il
Piemonte del SAPPE, rende invece noto quanto avvenuto nel carcere di
Ivrea: _“Un detenuto appena arrivato nel penitenziario dal carcere di
Torino per ragioni di ordine e sicurezza, al momento della chiusura
delle si è scagliatocon violenza contro il poliziotto di servizio,
colpendolo con calci e pugni. L’Agente è dovuto ricorrere alle cure
del pronto soccorso”

Donato Capece, segretario generale del SAPPE esprime vicinanza e
solidarietà ai poliziotti di Vercelli ed Ivrea ed evidenzia come e
quanto importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale.
“_Le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria non possono
continuare ad essere aggrediti o a trovarsi costantemente in situazioni
di alta tensione senza che il Ministero della Giustizia ed il DAP
adottino provvedimenti urgenti. Siamo al collasso! Serve una stretta
normativa che argini la violenza dei pochi, anche a tutela degli altri
detenuti e delle altre detenute. Il personale di Polizia Penitenziaria
è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e
continue aggressioni. Il Capo del DAP Renoldi e C sappiano che il
carcere si vive 24 ore su 24, 365 giorni, tra le donne e gli uomini
della Polizia Penitenziaria, per cui il Capo DAP prende una corposa
indennità stipendiale. Corpo di Polizia a cui appartengono donne e
uomini che pressochè quotidianamente hanno a che fare con detenuti che
mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva,
che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di
sangue, o con una padella piena di olio bollente tra le mani pronta per
essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in
mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto. Dovrebbe sentire
anche lui, sul suo viso, i pugni, le sberle, gli sputi che prendono i
nostri Agenti in servizio dai detenuti più violenti. E allora ci si
aspetta altro da chi è Capo di un Corpo di Polizia”._

Per questo, Capece auspica di potere incontrare presto il nuovo Ministro
della Giustizia, Carlo Nordio.

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

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