“Buddha10”, la mostra al Mao

 “Frammenti, derive e rifrazioni dell’immaginario visivo buddhista” 

Fino al 3 settembre 2023

 

L’allestimento é di grande suggestione e particolare cura nella proposta di un soggetto che attraversa i millenni e supera i tempi della ragione, legandosi ad una filosofia- religione- mistica dottrina, il Buddhismo (in sanscrito Buddhadharma) che si ipotizza raccolga oggi nel mondo 300 – 400 milioni di seguaci, in maggioranza popolazioni del Sudest asiatico. Anche se, fin dai primi anni ’70 del Novecento, la profonda visione buddhista (quella tramandata in primis dal Buddha storico Shakyamuni, nato circa 2560 anni fa, come principe Siddharta Gautama o l’“Illuminato”, all’interno di una famiglia reale, in quello che è ora il nord dell’India) ha ispirato ed attratto un vieppiù crescente numero di persone appartenenti alle diverse culture occidentali.

 

Un universo, tuttavia, ancora avvolto in una fitta aura di mistero, con riti, liturgie e concezioni esistenziali lontane ancora anni luce dal millenario bagaglio di conoscenze e credenze su cui poggia il nostro essere qui. In questo momento. In questo mondo. Curata da Davide Quadrio e da Laura Vigo, la mostra allestita, fino al 3 settembre 2023, al “MAO– Museo d’Arte Orientale” di Torino, al di là del porci di fronte ad opere di altissimo valore storico, estetico e culturale, può anche servirci dunque a meglio capire la funzione di certi oggetti rituali e come venivano utilizzati e percepiti nel loro contesto originario. Statue del Buddha. “Buddha 10”. Buddha alla decima potenza. Titolo che ben rende il concetto di “espansione esponenziale”, dell’infinita frammentarietà consumata in lunghe galoppate di secoli dall’“immaginario visivo buddhista”. Dal Buddha  in piedi come “colui che insegna”, al Buddha seduto “in meditazione” sotto l’albero del bodhi fino al Buddha sdraiato “in attesa della morte”. In legno o in pietra appartenenti ad epoche diverse (dal V al XIX secolo) e mai finora mostrate in pubblico, sono oltre venti le grandi statue buddhiste appartenenti alle collezioni del “MAO” esposte oggi in mostra nelle sale dedicate alle esposizioni temporanee del Museo di via San Domenico, accostate ad  alcune sculturetra cui oltre trenta bronzetti votivi della “Collezione Auriti” e due straordinarie “teste scultoree” in pietra di epoca Tang (618-907 d.C.) – provenienti dal “Museo delle Civiltà” di Roma, con cui il “MAO” ha avviato una proficua ed articolata collaborazione, e da un importante prestito del “Museo d’Arte Orientale E. Chiossone” di Genova. Di arguta genialità il “progetto site specific” a introduzione della mostra, realizzato da Stefano Mancuso, professore all’“Università di Firenze” e fondatore del “Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale”, destinato agli studi sul comportamento delle piante, insieme all’artista-designer Andrea Anastasio: un “giardino di composizioni vegetali” che ha lo scopo di accogliere il pubblico, purificando l’aria. I visitatori saranno invitati a trascorrere qualche minuto in questo spazio prima di accedere alla mostra, per “ripulirsi” e prendere parte a una sorta di consapevole “rituale”, necessario ad affrontare la sacralità degli oggetti esposti nelle sale successive. Ai visitatori sarà anche proposta un’esperienza in VR della “grotta 17” dei templi buddhisti di Tianlongshan, da cui provengono alcune delle opere in mostra, per fornire un ulteriore livello di approfondimento e di comprensione di questo sito archeologico e dei suoi reperti.

Altra nota interessante: il pubblico potrà anche assistere de visu al delicato lavoro di restauro compiuto sulle “attempate” sculture dal “Centro per la conservazione e il restauro dei beni culturali La Venaria Reale”, polo di eccellenza a livello internazionale. Mostra in fieri, in continuo divenire, secondo il concetto di “ascesa buddhista”, la rassegna in primavera “subirà – sottolinea Davide Quadrio, direttore del MAO – un cambiamento radicale e, grazie all’intervento di studiosi e artisti e alla sostituzione di numerose opere, il percorso espositivo verrà profondamente rinnovato e arricchito”. Anche attraverso opere di artisti contemporanei (come Zheng Bo e Charwei Tsai che per “Artissima”  presenta un’installazione sonora sull’uso “mistico – vibrante” della voce), nonché attraverso performance musicali di alcuni artisti di calibro internazionale, fra cui Lee Mingwei e Amosphère.

 

Senza mai perdere di vista, altra singolare particolarità, la volontà di una vera gestione green dell’impianto espositivo. Apripista, in questo senso, proprio “Buddha 10”, realizzata (lode all’allestimento di “dArk Studio”) in un’ottica di piena sostenibilità, ben lontana da allestimenti da “usa e getta”, ma solo con elementi concepiti in base alla possibilità di essere riutilizzati in progetti futuri.

Gianni Milani

 

“Buddha 10. Frammenti, derive e rifrazioni dell’immaginario visivo buddhista”

“MAO-Museo d’Arte Orientale”, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Fino al 3 settembre 2023

Orari: mart. – dom. 10/18

 

Foto allestimento di Giorgio Perottino

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