Caro direttore,
premetto sinceramente che quanto scriverò di seguito non è per esprimere una protesta o un disappunto ma esattamente un grande dispiacere. Mi riferisco al fatto che sulle cronache locali dei quotidiani cittadini non sia comparsa una sola riga a proposito della significativa e forte manifestazione a favore delle donne iraniane e della libertà in Iran, tenutasi ieri – sabato 1 ottobre – tra le h 16.00 e le h 18.00 in Piazza Carignano.
Stamane molte delle persone che hanno partecipato (se iraniane anche con rischio personale), hanno manifestato delusione e un po’ di scoramento, e mi hanno chiesto di trasmetterlo gentilmente a chi di dovere.
Delusione, perlatro derivante anche da convincenti e motivanti articoli – scritti da direttori dei giornali e/o da autorevoli commentatori degli stessi giornali – che invitavano a non far sentire sole le vittime di questi gravissimi soprusi, manifestando in ogni modo e in ogni dove per la difesa dei loro sacrosanti diritti. Tali articoli lasciavano presagire dunque, una attenzione per le mobilitazioni anche locali, tanto più quando “come a Torino – fortemente partecipate.
Come detto in premesso, ovviamente ci rendiamo conto delle difficoltà dei giornali, che dispongono di poco personale, scarso spazio e sono sottoposti a mille sollecitazioni: quindi, da parte nostra nessun giudizio, ma solo un accorato appello.
Sempre sulla scia di “accorati appelli”, approfitto di questa missiva per inviarvi – con un certo anticipo – la locandina/invito ad un incontro testimonianza sul valore del dialogo interreligioso e sulle comuni iniziative rivolte al bene di tutti, che si terrà venerdì 7 ottobre sera, presso la Parrocchia di Santa Maria Goretti, che è una delle più vive e dinamiche della Diocesi di Torino.
Scusandomi per la lunghezza, ma sperando di aver portato un contributo di conoscenza delle opinioni di vari lettori, Vi saluto con tanta stima e con i migliori auguri di buon lavoro.
Giampiero Leo (portavoce del Coordinamento interconfessionale del Piemonte, Vice presidente del Comitato diritti umani della Regione).
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