Stiamo vivendo anni di cambiamento, di rivoluzione. Una rivoluzione tecnologica che corre più veloce che mai ed è inevitabile.
Come sempre avviene davanti ai grandi cambiamenti – che legittimamente possono anche fare paura – abbiamo due possibilità: subire giocando in difesa un qualcosa che comunque avverrà o governare il fenomeno, massimizzando i benefici e minimizzando i costi.
Il MoVimento 5 Stelle dal primo giorno, con coraggio, ha deciso di governare questa battaglia e trasformarla in un diritto per tutte e tutti.
Ma oggi non voglio parlarvi del 25 settembre 2022. Voglio parlarvi del 2030.
Immaginiamo insieme di essere per qualche istante di essere nel 2030, magari dopo 5 anni di governo del Presidente Giuseppe Conte.
Siamo nel 2030: ogni studente ha un computer garantito dallo Stato e impara fin dai primi anni di scuola a conoscere l’importanza delle materie stem, materie scientifiche che servono per il lavoro del futuro e per il futuro del lavoro.
Siamo nel 2030: la Pubblica Amministrazione viaggia in cloud e i nostri documenti sono digitali. Non facciamo più code agli sportelli e tante tessere di plastica sono sparite dai nostri portafogli.
Siamo nel 2030: la tecnologia è entrata nella sanità portando cure più personalizzate. Il medico è in grado di fare una prima diagnosi, precisa e attendibile, a distanza con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
Siamo nel 2030: l’accesso alla rete veloce è un diritto costituzionale e ognuno è proprietario dei propri dati personali. Tutta l’Italia è connessa davvero – non solo le grandi città – e grazie alla digitalizzazione vengono garantiti servizi e opportunità riducendo le disuguaglianze.
Siamo nel 2030: le diagnosi strutturali degli edifici le facciamo solo con i droni.
Siamo nel 2030: nelle strade delle nostre città tecnologicamente attrezzate girano auto a guida autonoma condivise su cui sali dove vuoi e da cui scendi dove ti serve, invece di tantissime auto private parcheggiate per il 90% della loro vita.
Potrei fare molti altri esempi di come vediamo il 2030, ma per rendere questo sogno una realtà c’è bisogno di lavorare oggi, nel 2022. Noi ci abbiamo già lavorato, siamo la forza politica che ha fatto di più per lo sviluppo tecnologico.
Ma questo processo sarà un vero sviluppo se e soltanto se ciascuno di noi si sentirà protagonista di questo cambiamento, se a ciascuno saranno dati gli strumenti materiali e immateriali per usare il digitale per abbattere barriere e costruire nuove opportunità.
Perché anche sulla tecnologia nessuno deve rimanere indietro.
Chiara Appendino