La lotta contro la Tav in Valle di Susa è “il principale terreno di scontro con lo Stato” da parte degli antagonisti.
Questi nel passare del tempo hanno impiegato “tecniche di guerriglia mutuate verosimilmente anche da altri territori di conflitto bellico (vedi il Kurdistan) e adattate al particolare contesto boschivo”.
Sono alcune delle considerazioni scritte in una relazione che la Digos di Torino ha inviato all’autorità giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta sul centro sociale Askatasuna, che nei giorni scorsi è giunta al rinvio a giudizio di 28 militanti.
Nel dossier si fa riferimento agli ordigni esplosivi e agli strumenti utilizzati nel corso degli attacchi al cantiere.
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