Prosegue la stagione dell’Orchestra Polledro

Un terzo appuntamento previsto martedì  17 maggio prossimo al teatro Vittoria

 

Prosegue la stagione 2021’22 dell’Orchestra Polledro con, sul podio,  il direttore Federico Bisio e quale primo oboe il Maestro Carlo Romano, già  primo oboe dell’Orchestra RAI. Appuntamento martedì  17 maggio prossimo alle 21, preceduto  dalle prove aperte della stessa Orchestra all’Hub Cecchi Point, in via Cecchi 17, nell’ambito degli eventi del Salone del Libro.

Il programma risulta molto ricco e comprende tre Sinfonie, la Sinfonia in Sol maggiore ED 10:G10 di Joseph Myslivecek; la Sinfonia in re minore Op. 12 n. 4 G 506 intitolata “La casa del diavolo” e, ultima ma non meno importante, la Sinfonia in La maggiore  n. 64 Hob 1:64 di Franz Joseph Haydn dal titolo  “Tempora mutantur”.

Myslivecek, musicista pratese, morto a Roma nel 1781, è stato attivo soprattutto in Italia e, all’epoca, era uno dei compositori più prolifici d’Europa, capace di rimanere fedele alle convenzioni dell’opera seria italiana, senza approfondirne, però, gli aspetti drammatici.

Nonostante sia considerato il padre dell’opera ceca e uno dei primi compositori cechi a diventare un famoso operista, bisogna osservare che il suo linguaggio operistico non presenta caratteristiche ceche, ma maggiormente improntate all’opera seria italiana.

Per il teatro Regio di Torino compose nel 1767 Il Trionfo di Clelia e, nel 1773, l’Antifona.

La Sinfonia in Sol maggiore è strutturata sul modello delle Sinfonie da opera, in tre movimenti, di cui il secondo presenta, come fosse un concerto solistico, un ruolo predominante affidato all’oboe e alle mani del maestro Carlo Romano.

La Sinfonia in re minore opera 12 n. 4, nota come “La casa del diavolo”, fu composta da Luigi Boccherini nel 1771 mentre il musicista era al servizio  dell’Infante Don Luis di Spagna. Si tratta di una delle più note e eseguite delle Sinfonie di Boccherini, che rappresentano la parafrasi di un brano tratto dal Don Juan di Gluck, che ne rappresenta l’ultimo movimento. Il titolo di “Casa del diavolo” compare sulla copia  manoscritta milanese della Sinfonia. Siamo in presenza di una scelta formale compiuta da Boccherini, una vera e propria imitazione del brano di Gluck, con il quale intrattiene una relazione formale molto stretta. Il finale di Boccherini è  costruito a partire dalle unità tematiche di Gluck, ma nessuna di queste è  ripresa in maniera letterale. Tutte le modifiche sono apportate per rendere il movimento rispondente alle linee generali della forma sonata.

L’ ultima sinfonia in programma è quella n. 64 in La maggiore ( Hoboken), nota anche con il soprannome “Tempora mutantur”. Fu composta tra il 1773 e il 1775. Il probabile periodo di composizione fa collocare la scrittura della Sinfonia al termine del periodo dello Sturm und Drang  durante il quale Haydn aveva prodotto alcuni tra i brani più importanti del suo repertorio.

Il soprannome “Tempora mutantur” fu dato dallo stesso Haydn. Il compositore,  infatti, sulle partiture orchestrali preparate per la prima esecuzione di questa sinfonia al castello Esterhazy, appose la dicitura “Tempora mutantur”, proprio all’inizio del manoscritto.

La versione completa della locuzione è  “Tempora mutantur, nos et mutamur in illis”. La strumentazione prevede due oboi, due corni e archi. Sono, quindi, presenti in tutto quattro movimenti, coerentemente con i canoni della Sinfonia del Classicismo.

Per molto tempo gli studi haydiani si interrogarono invano sul significato dell’iscrizione, finché nel 1975 il musicologo Jonathan Poster sciolse l’enigma, provando che si trattava dell’incipit di un distico latino del poeta inglese John Owen, vissuto tra il XVI e il XVII secolo, famoso anche nel XVIII come il “Marziale britannico”, proprio per i suoi epigrammi, genere in cui Marziale, poeta latino del primo secolo dopo Cristo, notoriamente eccelse. In italiano si può rendere con la dicitura “I tempi cambiano e anche noi cambiamo con essi. Ma come? L’uomo diventa sempre peggiore man mano che passa il tempo”.

La Sinfonia è strutturata per due oboi, due corni e archi, (con il fagotto che raddoppia il basso, cioè  violoncelli e contrabbassi all’unisono) ed è tra le più inusuali di Haydn,  maestro riconosciuto dell’insolito. Il primo movimento si attiene alle regole della forma sonata; il tempo Allegro con spirito inizia con un tema di otto battute che è un’unità  in sé  conchiusa, ma presenta al suo interno fortissimi contrasti di dinamica, strumentazione e natura del materiale musicale.

Il primo movimento è un bell’esempio del modo in cui Haydn sappia manipolare dall’interno le regole della composizione, per sorprendere di continuo l’ascoltatore.  Il secondo, un largo in re maggiore, rappresenta uno dei momenti più sperimentali dell’arte di Haydn. Non deve stupire che il titolo di questa Sinfonia siacollegato a questo movimento estremamente strano, quasi una rappresentazione musicale del decadimento del mondo. Il ritorno alla normalità è rappresentato dal Largo, dal Minuetto con Trio  (Allegretto in la maggiore), che non possono che sembrare un ritorno alla normalità.

 

Orchestra da Camera Giovanni Battista Polledro

Sede operativa c/o Cecchi Point, via Antonio Cecchi 17.

MARA MARTELLOTTA

www.orchestrapolledro.eu

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