Le fotografie di Massimo Vitali e le sculture di Salvatore Astore in mostra alla galleria d’arte torinese
Si aprono al pubblico martedì 12 aprile, dalle 17 alle 22.30, due personali presso la galleria d’arte torinese Mazzoleni, in piazza Solferino 2, dal titolo “Massimo Vitali. Ti ho visto” e “Salvatore Astore. Gli occhi della scultura”.
Nell’estate del ’94 Massimo Vitali scattò la sua prima fotografia in spiaggia a Marina di Pietrasanta; fu l’inizio di una fortunata serie che, nel corso dei decenni, lo avrebbe consacrato come uno dei maggiori fotografi nella scena internazionale. L’artista individua la spiaggia come luogo privilegiato per compilare un manuale socio-antropologico dell’identità italiana, mosso da un intento sociologico e da spirito voyeuristico.
La visione frontale da lui scelta, la posizione sopraelevata, il cosiddetto “punto di vista del principe” gli avrebbero consentito di cogliere ampi scorci paesaggistici, riuscendo, nel contempo, a addentrarsi nell’intimità delle interazioni umane. Vitali, dopo ore di attenta osservazione, sceglie il momento in cui apparentemente non pare succedere nulla di decisivo, ma nel quale convergono molte microstorie. La luce fredda e biancastra riesce a fermare nel tempo e nello spazio cose, luoghi e persone. Ne emerge un ritratto impietoso della quotidianità, in cui sfera pubblica, dimensione privata e elemento naturale riescono a intrecciarsi in modo sapiente. Il punto di vista di Massimo Vitali è sempre un po’ in alto, quasi a voler prendere le distanze, in modo da allontanarsi, ma non più di tanto, dalla realtà che sta osservando, per poter vedere meglio, leggere in modo nitido i dettagli e le vite anonime dei soggetti che affollano l’obiettivo, in una sorta di indagine sociologica e antropologica di massa, intesa come gruppo eterogeneo di individui che si muovono nella stessa direzione.
Il percorso espositivo si snoda attraverso tre decenni di attività, spaziando dalle fotografie storiche a quelle più recenti, risalenti al 2020, comprendendo paesaggi urbani, naturali, selvaggi e incontaminati.
Il progetto della mostra di Salvatore Astore si iscrive, invece, nella dialettica di continuità con “Anatomia umana”, il monumentale gruppo site specific, realizzato in acciaio inox e donato lo scorso novembre dalla galleria alla Città di Torino.
La pratica artistica di Astore, fin dagli anni Ottanta, si potrebbe definire quale “minimalismo organico”. Al centro della sua ricerca è, infatti, presente lo studio di problematiche quali la materia, il peso, la forma, il vuoto e, di conseguenza, il pieno. Ne emerge un’atmosfera ancestrale, ricca di suggestioni che vanno dai reperti fossili ai megaliti preistorici, da forme organiche legate all’uomo o al mondo animale, fino all’universo connesso alla Torino industriale e preindustriale dei metalli, nel caso specifico di Astore del ferro, dell’acciaio e, per la prima volta in questa mostra, del bronzo.
I suoi lavori parlano profondamente della natura dell’Uomo nel senso più ampio e profondo del termine, comprendendo anche la relazione tra l’uomo e il mondo. Non a caso l’opera “Anatomia umana” rappresenta un omaggio a Leonardo da Vinci. Quelle di Salvatore Astore sono presenze che germogliano e evolvono nella mente, forme latenti nnela nostra memoria genetica.
Questa esposizione rappresenta l’occasione per fare esperienza di nuove sculture prodotte appositamente per la mostra.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 30 giugno 2022.
Orari: martedì-sabato 10-13; 15.30-19.00.
MARA MARTELLOTTA
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