L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Federica Bosco “Non dimenticarlo mai” -Garzanti- euro 17,90
Che succede se sei una donna in carriera che ha messo il suo lavoro al primo posto ma, arrivata quasi alla soglia dei 50 anni, scopri che vuoi diventare a tutti i costi madre? Le opzioni non sono più tantissime, la menopausa è lì lì per arrivare e cambiarti la vita.
Però un po’ di tempo ce l’hai ancora. Occorrerebbe avere un compagno affidabile e sulla stessa lunghezza d’onda.
Federica Bosco mette in scena un romanzo che ci racconta proprio questa sorta di bivio e ultimo appello.

Protagonista è Giulia, affermata giornalista di costume milanese, apparentemente circondata da inossidabili amiche con cui dividere cocktail e confidenze. E’ innamorata del compagno Massimo -giornalista rampante e belloccio- con il quale è fidanzata da 4 anni, anche se ognuno vive a casa sua.
Qualcosa nella vita di Giulia si mette a scricchiolare quando sta per compiere 49 anni e il suo sopito orologio biologico inizia di colpo a batterle il tempo. Nel bilancio della sua vita manca all’appello un figlio del quale ora sente il vuoto, e lo vuole colmare.
Ma ci sono dei “ma” giganteschi contro i quali Giulia sta per schiantarsi.
Tanto per cominciare deve convincere Massimo ad assecondarla, non solo nel progetto di genitorialità, ma anche nel complicato e faticoso iter della fecondazione assistita. Che tradotto in pratica significa un faticoso carosello tra bombe ormonali, scompensi vari, riduzione del sesso a pratica fissa in orari e momenti stabiliti. Come uccidere il desiderio ed entrare in un loop che non è sempre piacevole. E poi Massimo non è esattamente quello che sembra…..
Eppure lei non molla, nonostante gli aborti spontanei e le lacune profonde della sua vita affettiva.
A partire dalla madre Teresa, insopportabile. E’ una giocatrice incallita sempre a corto di mezzi, una sorta di mantide religiosa bravissima ad abbindolare e divorare gli uomini che possono esserle utili; manipolatrice che travisa a suo beneficio anche la realtà più lampante, innamorata solo ed esclusivamente di se stessa. Teresa non si è mai occupata della figlia (cresciuta dalla nonna), soprattutto non le ha mai voluto un oncia di bene. Anzi, uno dei suoi sport preferiti è metterla perennemente in difficoltà, sminuirla in una competizione spietata che ha lasciato cicatrici nell’anima di Giulia. Inutile dire che l’autostima le difetta.

Quello che l’aspetta lo scoprirete poco a poco, narrato con piglio quasi cinematografico dalla bravissima scrittrice e sceneggiatrice milanese Federica Bosco, che è magistrale nel sondare pensieri e sentimenti dei suoi personaggi.

 

Diana Evans “La geometria delle coppie” -Einaudi- euro 20,00
E’ il terzo romanzo della scrittrice inglese di origini nigeriane che -dopo aver analizzato l’infanzia nel libro di esordio, poi il legame tra padre e figlio- ora si concentra sulle dinamiche di coppia. Il libro narra di 2 coppie di colore, “ordinary people” della media borghesia nera, alle prese con le crisi di mezza età.
Il libro inizia con un party per l’elezione di Barack Obama, nel 2008, nel quartiere londinese di Crystal Palace, a sud del Tamigi. Tra i festaioli ci sono anche Michael e Melissa; stanno insieme da 13 anni e all’inizio la loro unione sembrava perfetta, quasi un brand vincente “M&M”.
Lui ha origini giamaicane e nel cassetto aveva il sogno di diventare speaker radiofonico; ma per sopravvivere economicamente aveva virato poi verso un impiego più sicuro.
Lei –inglese, ma di madre nigeriana- è giornalista di moda freelance che si è persa dietro a due figli da crescere.
Una coppia che si è progressivamente svuotata e allontanata sotto le picconate di impegni familiari, frustrazioni professionali, incomprensioni e lo scivolare nel ruolo di compagni anziché amanti. Lui non si sente più desiderato dalla moglie che gli sfugge, ma che ama ancora senza riuscire però a colmare la distanza che li separa.

La Evans ci racconta il quotidiano di questa coppia e, parallelamente, le vicende dei loro amici Stephanie e Damian, in crisi pure loro. Vivono a Dorking lontano dal centro città e incarnano i classici pendolari illusi di aver scelto la natura anziché il vortice caotico.
Scelta che risponde alle esigenze di Stephanie, mamma a tutto tondo con 3 figli e il quarto in arrivo. Totalmente dedita alla famiglia in un modo che irrita Damian, costretto a un lavoro che detesta mentre accarezza il sogno di continuare a scrivere quello che aveva iniziato quando era più giovane e pieno di sogni. Anche per loro il matrimonio è diventato una miccia pronta ad esplodere per incomprensioni, rancori e delusioni.Entrerete nelle dinamiche matrimoniali che devono fare i conti con mille problemi; dai più piccoli e banali, fino a quelli più profondi e pericolosamente devastanti. E analizzati con una sensibilità affilata come un bisturi.

Billy O’Callaghan “My Coney Island baby” -Guanda- euro 18,00

Questo è il resoconto della storia d’amore tra Michael e Caitlin, entrambi sposati con altre persone ma, da 25 anni, ogni primo giovedì del mese, si trovano in una sterile camera d’hotel a Coney Island. Una zattera sulla quale salgono per sfuggire all’infelicità dei loro matrimoni.
Lo scrittore irlandese Billy O’Callaghan ci racconta l’intimità dei due personaggi; amanti e confidenti, che non intendono spezzare i reciproci matrimoni, ma nei loro meeting segreti trovano quella linfa vitale che li aiuta ad andare avanti e a barcamenarsi in vite stentate.
Poi qualcosa accade e gli amanti sviscerano le loro vite e i problemi che devono affrontare.
Il matrimonio di Michael è stato messo a dura prova dalla morte dell’unico figlio nato prematuro e tenuto per mesi in incubatrice. Periodo struggente in cui lui e la moglie non si erano mai staccati dal piccolo… fino alla resa finale.
Da allora la moglie Barbara non è più stata la stessa, eppure Michael le è rimasto accanto. Ora la donna è nuovamente bersagliata dal destino avverso. Sta perdendo la sua battaglia contro un cancro al seno che la sta distruggendo, oltre alle terapie invasive cui si è sottoposta.
A Michael i medici hanno dichiarato la disfatta e solo lui sa che la chemio non serve più a nulla; per Barb ci sono ormai solo cure palliative per alleviare il dolore. Ha bisogno di lui… poi nessuno sa che direzione potrebbe prendere la vita di Michael.

A un bivio è anche il matrimonio di Caitlin. Il marito Thomas –buono, protettivo, leale e gran lavoratore- non le ha mai fatto mancare nulla, lei lo ama ed è rimasta al suo fianco. Ma con Michael ha scoperto che può esserci molto di più nella vita.
Ora Thomas ha ottenuto l’agognata promozione che implica il trasferimento nel Midwest… e lei che decisione prenderà?

Scoprirete i pensieri, le emozioni e il senso di profonda responsabilità che dirige le vite dei due amanti, e la direzione che daranno alla loro storia e alle loro vite. O’Callaghan è strepitoso nel raccontarci il loro legame, le loro incertezze, le loro anime.

 

Edgar Lee Masters “I bambini del mercato” -Elliot- euro 20,00

Edgar Lee Masters, nato nel Kansas nel 1869, fu avvocato, poeta e scrittore; la sua opera più famosa è l’ “Antologia di Spoon River”, libro unico nel panorama letterario mondiale.
La sua fu una vita lunga ma non sempre facile e… beffa del destino, morì in povertà stroncato da una polmonite, nel 1950 a 81 anni. Lui che aveva dato voce agli inquilini delle tombe riposa nel cimitero Oakland di Petersburg… e nel suo epitaffio sogna un riposo benedetto.

“I bambini del mercato” mette a nudo le ingiustizie e le ipocrisie dell’America schiavista, e lo fa attraverso la storia del protagonista e voce narrante, James Miles.
E’ un giovane inglese che a 18 anni, nel 1833, arriva in Illinois per entrare in possesso dell’eredità lasciatagli dal padre, un emigrato che in America era andato a cercare fortuna.
L’impatto di James con il paese dei grandi spazi e delle infinite opportunità non sarà lineare; da un lato è il futuro affascinante, ma dall’altro ci sono le contraddizioni che lo lasciano perplesso. Primo fra tutti lo schiavismo imperante in una democrazia che di fatto tollerava discriminazione, ingiustizia e razzismo da Nord a Sud.

Possiamo definirlo un romanzo di formazione che inizia con James intenzionato a dividere l’eredità con la sorellastra di colore Zoe; ma si trova di fronte al muro di una società fondata da bianchi per i bianchi, in cui le persone di colore non hanno diritti.
Importante è la sua amicizia con il politico Stephen A. Douglas, definito “piccolo gigante”, statista che fu anche avversario di Abramo Lincoln nelle elezioni presidenziali. James lo ammira e ne sostiene le idee, lo segue nella guerra con il Messico per i territori del Texas, e approva la sua dedizione totale al paese.Però il nostro protagonista avverte anche i difetti di una società che promuove sfrenatamente il successo economico, l’arrivismo, lo sfruttamento scriteriato delle risorse naturali, la sopraffazione dei più deboli. E questo influenzerà le sue scelte. In quasi 400 pagine, di questo romanzo rimasto inedito in Italia, scorrono 70 anni della storia americana che non mancheranno di affascinarvi. L’opera che ha consegnato Edgar Lee Masters all’immortalità è la sua “Antologia di Spoon River” (pubblicata da più case editrici in edizioni economiche).Capolavoro assoluto in cui lo scrittore, attraverso gli epitaffi che riassumono le vite di persone di tutte le classi sociali e dalle diverse fortune o disgrazie, imbastisce un telaio in cui i fili sono quelli del temporaneo passaggio umano sulla terra. Poesie in forma di epitaffi degli abitanti dell’immaginario paesino di Spoon River. In realtà furono Petersburg e il fiume Sangamon ad ispirare il nucleo fondamentale dell’antologia.
I personaggi che dettarono le parole da incidere sulle loro lapidi furono sepolti nel cimitero cittadino di Petersburg, che si chiama Oakland o Oak Hill. A quella zona pare siano ascrivibili 53 epitaffi.Altri 66 invece sarebbero ispirati da personaggi di Lewistown, dove Master visse con la famiglia per un decennio, a partire dagli 11 anni. Lewistown è il capoluogo della contea Fulton, bagnata dal fiume Spoon, che l’autore scelse per il titolo.Attraverso le parole che ricostruiscono vite, battaglie, aspirazioni, amori e odio, fallimenti, successi, la fatica e la bellezza del vivere, Edgar Lee Masters mette anche in risalto la mentalità di una città dai confini angusti. Il libro fu scoperto da Cesare Pavese, tradotto da Fernanda Pivano e pubblicato da Einaudi per la prima volta nel 1943. Da allora infinite edizioni, e un successo continuo. Per Masters però fu anche all’origine della sua rottura con i concittadini, che non gli perdonarono mai di aver puntato il dito contro le loro debolezze ed ipocrisie.

 

 

 

 

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo Precedente

L’illusionista Luca Bono alla Casa del Teatro

Articolo Successivo

Consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food: Torino -19 per cento

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta