Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Karine Tuil “Le cose umane” – La nave di Teseo- euro 19,00
Karine Tuil è una scrittrice francese di origini tunisine, nata a Parigi nel 1972; ha studiato diritto, poi la
decisione di diventare scrittrice e il successo con il suo romanzo del 2015 “L’invenzione della vita”, finalista al prestigioso premio Goncourt. “Le cose umane” è il suo undicesimo romanzo: ha vinto il Prix Interallié e il Prix Goncourt des Lycéens nel 2019, ed ha ispirato il film con Charlotte Gainsbourg. La trama è notevole, la scrittura ancora di più e narra la torbida vicenda di un’accusa di stupro che rovinerà le vite dei protagonisti. Jean Farel è un uomo di successo self made man, giornalista televisivo che da 30 anni conduce un
seguitissimo programma di politica.
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Adam si innamora di Claire e i due vanno a vivere insieme. La tragedia irrompe quando la figlia 18enne di Adam, Mila, accusa di stupro Alexander che durante una festa l’avrebbe drogata e obbligata a subire una violenza brutale. Inutile dire che tra Adam e Claire si apre un baratro; mentre il giovane ragazzo perfetto, figlio irreprensibile di buona famiglia famosa, viene trascinato in tribunale e sventrato mediaticamente. Lui si professa innocente, ma Mila insiste a puntare il dito contro di lui. Karine Tuil vi conduce nei meandri delle dinamiche impietose della macchina giuridico-mediatica che non fa sconti a nessuno. E’ abilissima nel raccontare senza peli sulla lingua un tema attuale che rimanda al #Metoo,
denunciando anche l’accanimento che si verifica in Francia quando sul banco degli imputati finisce un uomo
che diventa capro espiatorio di un clima particolare. E mette a nudo pure le possibili motivazioni delle
presunte vittime.
Questa potrebbe essere l’occasione per leggere anche il precedente romanzo di successo di Karine Tuil
“L’invenzione della vita” -Frassinelli- euro 20,00
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conseguenze che implicano solitudine e sdegno.
Lawrence Osborne “L’estate dei fantasmi” – Adelphi- euro 19,00
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Erica Jong “Senza cerniera. La mia vita” -Bompiani- euro 18,00
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L’ha scritta per cercare di capirsi meglio e mettere insieme i pezzi sparsi della sua persona; lei con il suo bagaglio di attacchi di panico, paura della solitudine, dipendenza da psicologi e dagli uomini. E’ nata raccontastorie in una famiglia ebrea newyorkese di artisti, colta e decisamente stravagante. I genitori innamoratissimi, sono stati più che altro amici delle figlie.
Erica è cresciuta con 3 sorelle ed è sempre stata molto attenta ai diritti delle donne. Alle superiori si diletta con la pittura, salvo diventare poi una scrittrice perché in famiglia nessuno lo era. Senza remore racconta le sue passioni –per i cani, i viaggi e i bambini meno fortunati-, i suoi 4 matrimoni, l’amore incondizionato per la figlia Molly. Sciorina pensieri, momenti, successi, fatiche, errori… e tutto quello che ha movimentato la sua vita, mettendosi a nudo con forti pennellate di ironia e schiettezza. Un libro che fa i conti pure con il tempo che passa e la fregatura dell’invecchiare, cosa per niente divertente. A suggerirle l’idea di queste pagine è stata anche l’autobiografia di Lillian Hellman, altra donna notevole.
Ed ecco l’occasione giusta per scoprire l’ autobiografia della commediografa
Lillian Hellman “Pentimento e il tempo dei furfanti” -Adelphi-
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Sposa lo sceneggiatore Arthur Kober che a Los Angeles lavorava nel mondo del cinema.
Ma nel 1932 si innamora del famoso e tormentato scrittore Dashiell Hammett, genio che avviò il genere letterario “hard boiled” e inventò l’investigatore Sam Spade.
La loro relazione -non sempre facile- durerà fino alla morte di lui.
La Hellmann divenne famosa con la commedia “Le piccole volpi” rappresentata con successo a Broadway nel 1939; da allora scrisse alcune delle più acclamate pièces americane a partire dagli Anni Trenta. Nella sua autobiografia offre una caleidoscopica serie di ritratti di persone che per lei hanno rappresentato molto. Descrive con enorme bravura il clima della sua famiglia del Sud, sullo sfondo di un epoca gravata da
forti contrasti sociali.
Poi narra il legame con la ricchissima, coraggiosa e generosa amica Julia che, nell’Europa sconvolta
dall’ascesa del nazismo, lottò in prima persona contro la barbarie, fino a rimetterci la vita.
Personaggio magnificamente interpretato da Vanessa Redgrave nel film “Julia” di Fred Zinnemann,, del
1977, dove il ruolo di Lillian è affidato ad un’intensa Jane Fonda.
Ma c’è anche il racconto degli anni difficili e bui del Maccartismo nelle cui spire finirono la Hellmann e
Dashiel Hammet. Entrambi vennero duramente perseguitati per le loro idee liberali, privati di ogni possibilità
di lavoro e braccati fino all’arresto di Hammet.