Nasce la nuova Rete oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta. Lo ha deciso la Giunta regionale accogliendo la proposta dell’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi.
La Rete è contraddistinta da un nuovo modello organizzativo e funzionale, che rappresenta l’evoluzione del precedente Dipartimento interregionale ed interaziendale, con l’istituzione dell’Autorità centrale di coordinamento.
Il nuovo organismo è formato da un coordinatore, che rappresenta e coordina la Rete oncologica ed il relativo Comitato scientifico; un coordinatore dell’area ospedaliera, che identifica i livelli di attività ospedalieri tramite indicatori quali i volumi di attività ed i requisiti strutturali, organizzativi, tecnologici e coordina il neonato Molecular Tumor Board; ed un coordinatore dell’area territoriale, che si occupa dell’attuazione ed implementazione dell’oncologia di prossimità.
L’Autorità centrale di coordinamento della Rete oncologica rimane in carica tre anni e ha sede presso la Città della Salute di Torino.
Alla direzione Sanità e Welfare della Regione spetterà la nomina dei componenti del Comitato scientifico, che sarà composto da due oncologi, un oncologo/ematologo pediatra, un ematologo, un radioterapista, un chirurgo, un esperto di sanità pubblica, un infermiere con esperienza in oncologia e un rappresentante delle Associazioni di volontariato in oncologia, tra quelle maggiormente rappresentative sul territorio regionale.
Per finanziamento delle attività della Rete oncologica, disposto in misura proporzionale alla popolazione residente, il Piemonte stanzia 1 milione e 500 mila euro all’anno e la Valle d’Aosta 43.500 euro.
Contrariamente al passato, i responsabili della nuova Rete non riceveranno alcuna remunerazione, per cui il provvedimento non comporta oneri per la Regione.
«Adeguiamo il modello ultradecennale del Dipartimento funzionale interaziendale alle linee guida organizzative nazionali e ai nuovi assetti programmatori regionali e aziendali – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, con l’obiettivo prioritario di valorizzare il ruolo che ciascun professionista ha all’interno della Rete e il suo coinvolgimento nelle infrastrutture di sistema, tra le quali l’accesso alla ricerca, la partecipazione a trials di Rete, l’analisi del monitoraggio e la discussione in Rete. Le Reti oncologiche regionali sono parte integrante della programmazione dei servizi sanitari, in risposta alla domanda di cure oncologiche di qualità e anche al fine di valutare, in tempi appropriati, le necessità di innovazione tecnologica e di utilizzo dei farmaci, implementando la capacità di formazione e l’aggiornamento del personale. Ringrazio la professoressa Franca Fagioli che in questi mesi ha coordinato, insieme all’Assessorato, la transizione al nuovo modello organizzativo sul fronte delle patologie oncologiche in Piemonte, raggiungendo un traguardo di assoluta rilevanza».
Nel merito, la professoressa Franca Fagioli sottolinea: «Sarà una Rete oncologica pazientecentrica. Anche per questo abbiamo voluto inserire un rappresentante delle Associazioni di volontariato all’interno del Comitato scientifico. La persona avrà un ruolo centrale all’insegna della medicina del futuro: la medicina personalizzata e la medicina di precisione. E grande spazio rivestirà la ricerca. Saranno ridefinite le funzioni dei Centri oncologici ed ematologici fino ad arrivare all’oncologia di prossimità, modello di cura che ridefinisce il rapporto tra ospedale e territorio per valorizzare la persona attraverso nuovi setting assistenziali».
«La complessità delle terapie oncologiche richiede una organizzazione di Rete che, oltre all’assistenza ospedaliera e territoriale, potenzi la ricerca oncologica di tipo organizzativo e manageriale allo scopo di rendere disponibile a tutti i piemontesi procedure diagnostiche avanzate e l’accesso alle terapie innovative” dichiara il coordinatore della Rete professor Massimo Aglietta.
«La costituzione del Molecular Tumor Board rappresenterà una grande opportunità per i cittadini piemontesi affetti da tumore, in quanto renderà possibili approcci diagnostico terapeutici innovativi. Alla luce di questa innovazione dovranno essere aggiornati e ridefiniti i Centri di riferimento Hub – Spoke e la loro connessione con il territorio» prosegue il coordinatore dell’Area ospedaliera dottor Mario Airoldi.
«La sfida non ancora vinta contro il Covid-19 ha fatto capire quanto sia importante il territorio nella grande battaglia della salute – sostiene il coordinatore dell’Area territoriale dottor Alessandro Comandone -; la Rete oncologica si investe di tale responsabilità nel campo della lotta ai tumori coinvolgendo appieno i medici e gli operatori sanitari del territorio. I malati di tumore in Piemonte attualmente in cura e guariti sono 230.000. Gli oncologi di professione circa 200. Impossibile pensare che questo carico diagnostico e di follow-up possa gravare solo sugli ospedali. Sul territorio dovranno essere redistribuiti anche i programmi di screening temporaneamente sospesi durante la pandemia. Un capitolo particolare dovrà essere riservato ai Tumori Rari neoplasie a bassa incidenza. Il Piemonte che ha una lunga tradizione di scienza e di cultura su mesoteliomi, sarcomi, tumori pediatrici, tumori ematologici, neuroendocrini deve diventare un polo di attrazione regionale per queste neoplasie».
«La Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo) ha sempre guardato alla Rete oncologica Piemonte e Valle d’Aosta, come a un modello virtuoso e efficace ed efficiente da replicare – dichiara Paola Varese, direttore scientifico nazionale della Favo -, una rete esemplare che ha consentito, tramite i Centri accoglienza e servizi (Cas), la presa in carico precoce, globale e continua del malato sotto tutti gli aspetti, compresi quelli psico sociali e tramite i Gruppi interdisciplinari cure (Gic) ha addestrato i professionisti al confronto ed alla collaborazione multidisciplinare e multiprofessionale. Da tempo chiediamo che l’esenzione ticket 048 rilasciata per sospetto di malattia oncologica, riconosciuta dalla Rete del Piemonte e della Val D’Aosta, venga replicata in altre Regioni. Plaudiamo ora al varo del Molecular Tumor Board e alla implementazione della Rete tumori rari, da tempo oggetto di specifico interesse di Favo anche a livello europeo tramite la European Cancer Patient Coalition e il piano Mission on cancer. Ringraziamo l’assessore Icardi e il direttore della Rete Fagioli per avere voluto coinvolgere Favo. Il nostro impegno, come sempre, sarà verso il miglioramento e l’implementazione dell’accessibilità dei servizi, in un’ottica di oncologia di prossimità che garantisca e tuteli tutto il percorso del malato e della sua famiglia, dal sospetto clinico alle cure palliative. Metteremo a disposizione della Rete la nostra esperienza anche per favorire l’elaborazione di progetti innovativi, come i percorsi di riabilitazione oncologica».
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