IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
In un’ampia intervista Alessandro Barbero parla a ruota libera di politica, abbandonando le vesti del divulgatore storico di successo, Così apprendiamo che era un militante del Pci e che conserva ancora oggi con una certa venerazione la tessera del partito firmata da Berlinguer.
Ma soprattutto apprendiamo che è stanco della “sinistra salottiera“, quella che lo idolatra e lo invita spessissimo a concionare e che voterà come sindaco il collega pensionato Prof . Angelo d’Orsi, il gramsciano per antonomasia , espressione della sinistra più radicale. Quando il giornalista gli chiede quali siano i suoi sogni politici propone cose un po’ ingenue ed improbabili come la miracolosa realizzazione immediata di tutti i lavori in corso , un’idea così semplicistica e banale che neppure un lettore di “Specchio dei tempi “oserebbe scrivere. Dall’intervista balza fuori un Barbero che ama i dehors di cui oggi è invasa la città e che gli ricordano tanto Parigi … Non mi aspettavo idee amministrative propositive da Barbero, noto invece per far pesantemente politica attraverso i suoi articoli e i suoi discorsi storici in cui da ‘ spazio alle vulgate più demagogiche che piacciono tanto ai suoi fans che non sono in grado di seguire discorsi storici più articolati e complessi. La sinistra del Pd sarà anche salottiera, come dice lo storico di Vercelli, ma certo ha idee e progetti che lui neppure si sogna. Pensare a D’Orsi sindaco , un’ipotesi da incubo politico notturno , rivela un’ingenuità disarmante ma anche un grado di faziosità politica che forse vorrebbe riportare alla Torino di cent’anni fa con la Fiat occupata . Oggi a Torino la Fiat non di fatto non c’è più e quindi semmai bisogna pensare a regolamentare le biciclette e i monopattini che Appendino ha visto come il futuro della città.
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