In mostra al Castello di Miradolo Fino al 15 maggio 2022 San Secondo di Pinerolo (Torino)
Fra i più grandi architetti del paesaggio a livello internazionale, il 7 giugno prossimo compirà 80 anni tondi tondi. E la passione per giardini e “orti felici” se la porta dietro, dentro e addosso da una vita. Da quando, ancora bambino, nella casa di famiglia a Valsalice imparava a conoscere piante e fiori guidato dall’affetto della nonna e dagli insegnamenti dei due pazienti contadini, Giovanni e Maria.
All’architetto paesaggista Paolo Pejrone (Torino, 1941), laureato al Politecnico torinese con Carlo Mollino e collaboratore in Inghilterra di Russel Page e a Rio de Janeiro di Roberto Burle Marx (fra i massimi paesaggisti del secolo scorso), la “Fondazione Cosso” dedica, negli spazi del Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo, una grande mostra programmata per un anno intero, fino al 15 maggio 2022. Cinquant’anni di gloriosa carriera, oltre 800 giardini progettati in giro per il mondo, Pejrone porta al Castello di Miradolo la magia e la suggestione di un “fare” e di un “pensare” che insieme riescono ad abbracciare l’intera visione di un universo fisico e spirituale che va “oltre il giardino” per raccontarci i segreti e l’intrigante filosofia dell’uomo.
Curata da Paola Eynard e da Roberto Galimberti, la mostra si sviluppa nelle quindici sale storiche del Castello e nei sei ettari del Parco all’inglese che circonda l’antica dimora, intorno al singolare concetto di “abbecedario”, ovvero in una sorta di cammino ideale, “in un rigoroso dis – ordine alfabetico, di pensieri, riferimenti, dubbi e speranze, per imparare a leggere non soltanto il giardino ma i grandi temi che, nella contemporaneità, rappresentano la sfida che stiamo vivendo nel rapporto tra uomo e ambiente”.
Ed ecco allora la A di anarchia e di alberi, la T di tempo, la P di pazienza, la S di sogno, la C di calma – in giardino ce ne vuole tanta- e la O di orto, solo per citare alcuni esempi. Un estroso dizionario di parole raccontate, nelle sale del Castello, attraverso oggetti, fotografie, progetti, memorabilia, video installazioni e dipinti a olio dello stesso Pejrone, che costruiscono un dialogo immaginario con importanti opere realizzate da artisti di fama internazionale che vanno da Richard Long (con quelle sue impronte di “Fango su carta” che “secca, nell’erba che cresce, nell’acqua che scorre”) alla “peonia” di Andy Warhol e alla “Rosa per la democrazia” di Joseph Beuys. Per continuare con gli ottocenteschi acchiappanti “Modelli pomologici” di Francesco Garnier Valletti (direttamente arrivati dal “Museo della Frutta” di Torino), accanto alle “Zucchine” (2020) in poliuretano espanso e altrettanto acchiappanti, di Piero Gilardi; via via, fino alla “Città delle api” di Fortunato Depero, alla Torino anni ’40 di Jessie Boswell, Nella Marchesini e Daphne Maugham, per continuare con le litografie di Giulio Paolini, con le “Calle” di Filippo De Pisis e con la stampa a colori dell’“Emblema della Repubblica Italiana” di Paolo Antonio Paschetto. Cinquanta, nel complesso, gli artisti rappresentati.
Di suggestiva ma schietta delicatezza cromatica anche gli acquerelli – “Appunti naturalistici di viaggio” – di Anna Regge, collaboratrice di Pejrone e da lui coinvolta in importanti avventure artistiche. Appositamente realizzata, infine, per una delle sale del Castello, un’opera sul tema della “frammentarietà” del mondo che ci circonda, a firma di Giorgio Griffa. La mostra – completata da un’installazione sonora a cura del progetto artistico “Avant-dernière pensée”- così come il giardino, “crescerà e si evolverà – sottolineano i curatori – attraverso le quattro stagioni, in un ideale contrappunto di pensieri e riferimenti”.
E permetterà pur anche di scoprire l’antico “Orto” di 500 metri quadri a forma circolare, ripristinato dallo stesso Pejrone, in occasione della mostra, e “anima rustica” del Castello, per la prima volta visitabile con la stalla, il fienile, il forno, il pollaio e il lavatoio. Un’altra preziosa chicca pensata e materializzata attraverso la geniale visionarietà dell’Architetto della Natura. Così come lui la vede, l’assapora e la intuisce regalandocene immagini assolutamente, a volte arditamente, poetiche e singolari.
Gianni Milani
“Oltre il giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone”
Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino); tel. 0121/502761 o www.fondazionecosso.com
Fino al 15 maggio 2022
Orari: ven. sab. dom. e lun. ore 10/19,30