L’accusa di stupro al figlio di Grillo

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Non voglio dare giudizi di natura giuridica sul figlio di Grillo e sui suoi amici accusati da una ragazza di stupro dopo essere stata drogata e ubriacata

Non sono stati neppure rinviati a giudizio e per me vale sempre la presunzione di innocenza e inoltre detesto i massacri mediatici che sono sempre più spesso un segno della barbarie in cui siamo caduti e di cui proprio Grillo è da anni uno strumento carico di livore, violenza e volgarità’.

Voglio dare invece un giudizio morale, non moralistico, su questi giovani ventenni che praticano il sesso, mescolandolo ad alcool e a droghe. La mia generazione non ha mai conosciuto certe depravazioni ed ha praticato il sesso giovanile nella sua solarità e nella sua gioiosa naruralezza. Amare per noi non era solo fare sesso, ma era – per noi liceali del classico – il “bene velle “ catulliano, accompagnato da bigliettini furtivi e da baci scambiati nel buio delle sale cinematografiche. E poi al mare vedere le ragazze in bikini era un piacere visivo che precedeva qualche volta, rara e indimenticabile, l’amore di notte sulle spiagge deserte o nelle scomodissime 500. Io ebbi il privilegio di avere una Fulvia coupe’ in dono ed ero un privilegiato.

Non avevamo le villone sarde del figlio di Grillo e non ci sarebbe mai venuto in mente di ottenere i favori di una ragazza facendola bere. Il sesso per noi non era uno sfogo dei bassi istinti . Le droghe, ai miei tempi, erano sconosciute, anche se già si leggevano sui giornali i primi scandali di certi ambienti altolocati, ma si trattava di eccezioni che suscitavano profonda riprovazione sociale.  Per alcuni di noi c’era anche la fede religiosa a trattenerci o farci vivere il piacere del sesso senza la dovuta serenità. Era prima del ‘68 e le ragazze non erano facilmente disponibili come poi accadde dopo. Ciascuno di noi, come direbbe con espressione obsoleta Montanelli, poi “pecco’ gagliardamente” e la libertà sessuale divenne naturale, una liberazione per la donna, ma anche per noi ragazzi. Ho ricordato questi fatti perché non riesco ad accettare i comportamenti di cui è accusato il figlio di Grillo, al di là persino degli ovvi ragionamenti circa la violazione della libertà e della dignità della donna che Grillo figlio e padre trascurano del tutto.

A maggior ragione non posso accettare l’arrogante difesa d’ufficio del figlio da parte di Grillo padre che attacca anche i magistrati inquirenti, cosa davvero infrequente da parte di un giustizialista incallito come lui. Finora non ho sentito nessuna femminista denunciare questo fatto che è rimasto silenziosamente ovattato sui media per circa due anni e condannare le parole dissennate del comico divenuto capo politico. Hanno offeso il generale Figiuolo, ma su Grillo hanno taciuto.

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