Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Alicia Giménez – Bartlett “Autobiografia di Pedra Delicado” – Sellerio – euro 15,00
Di Pedra Delicado, ispettrice della polizia di Barcellona e una delle detective più amate della
letteratura gialla, seguiamo le vicende da 25 anni; ma cosa sapevamo oltre al fatto che è brusca,
tenace, apparentemente molto dura, insofferente verso le ingiustizie e determinata sempre a trovare i
colpevoli a qualunque costo? Non tantissimo.
Ora finalmente la scrittrice di gialli spagnola Alicia Giménez Bartlett, ha ricomposto la sua
biografia: magnifica, accattivante, densa di significati, in cui mette a fuoco la personalità incredibile
della sua protagonista.
Molte le cose che scopriamo a partire dal passato più remoto, in capitoli che delineano il rapporto
con la madre, l’infanzia, gli studi, i rapporti con il sesso e con gli uomini della sua vita, il legame
con il viceispettore Fermín Garzón…e molto altro.
Pedra maturando e vivendo è sempre più una donna indipendente e tosta, libera, che sa quel che
vuole, femminista e progressista nei fatti e non solo a parole.
Non voglio anticiparvi troppo ma entrerete nella testa di questa eroina che transita attraverso 3
matrimoni, i primi due decisamente fallimentari «…passata da un marito padre a un marito figlio».
Promette meglio il terzo con l’architetto Marco Artigas che porta in dote 4 figli (da due ex mogli),
incontrato dopo un interregno di conquiste maschili varie, assortite e soprattutto senza impegno a
lungo termine.
Poi ci son anche le fasi della sua vita lavorativa, dagli studi di giurisprudenza e l’attività in studio
con il primo marito, all’accademia per diventare poliziotta. I primi tempi noiosi dietro alle scartoffie
e finalmente operativa sul campo dove capisce che quello è il lavoro giusto per lei.
E godetevi anche le pagine in cui racconta il suo rapporto con l’uomo più importante della sua vita,
il collaboratore Fermín Garzón, personaggio che tutti vorremmo per amico e collega.
E se poi volete dare un volto a Pedra e Fermín, andate a rivedervi su Sky la fiction con Paola
Cortellesi, diretta da Maria Sole Tognazzi.
Andrea Baiani “Il libro delle case” -Feltrinelli- euro
L’autore ha dichiarato che l’idea di questo libro è scaturita quando un signore gli ha concesso di
entrare e rivedere le stanze della casa in cui era nato, a Roma nel 1975. Da allora di domicili ne ha
cambiati parecchi e ognuno di essi è stato testimone di una fetta di vita. E’ così che Bajani ha
ricostruito la vita di un uomo- che chiama Io- attraverso le case e le stanze che ha abitato o anche
solo immaginato; come quella di nonna bambina che solo lei conosce e che ormai fa parte della sua
“necropoli interiore”.
Scivola avanti e indietro negli anni tra 1968 e 2021, recupera fotogrammi di vita nelle città in cui la
vita l’ha condotto: Roma, Torino, Parigi e Londra.
Lo rivediamo bambino affascinato da una tartaruga il cui carapace è casa e tomba, piccolo
monolocale indipendente; o in una casa di vacanza, affittata per due mesi a 100 metri dalla spiaggia.
Poi giovane studente universitario che si adatta al materasso in una casa per studenti, bohémien in
una mansarda parigina, o ancora nella casa di provincia in cui incontra la sua amante che è una
donna sposata, infine, marito in una casa borghese del nord Italia.
Attraverso stanze, mobili, suppellettili, quartieri e tranche di vissuto, assembliamo i tanti pezzi del
puzzle di Io; perché le case in cui viviamo e abbiamo vissuto fanno parte della nostra storia e
raccontano molto se le si sa ascoltare attraverso i ricordi.
Poi Bajani rivela anche il suo interesse per due gravissimi fatti di cronaca che hanno segnato il suo
immaginario. La prigionia, l’assassinio e il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro nel 1978,
rannicchiato in posizione fetale nel bagagliaio della sua ultima dimora, una Renault 4, rossa.
E il brutale pestaggio che ha ridotto in poltiglia Pasolini, il Poeta, di cui immagina le case, compresa
l’ultima.
Ma vi attendono tante altre stanze che inducono a meditare anche sui traslochi di ognuno di noi
nelle case della nostra vita.
Matsumoto Seicho “Un posto tranquillo” – Adelphi- euro 18,00
Matsumoto Seicho (nato nel 1909 e morto nel 1992 a 83 anni) è stato definito il Simenon
giapponese, non solo per aver scritto centinaia di romanzi e racconti come il prolifico scrittore
francese, ma anche per lo spessore della sua narrativa. Sebbene abbia iniziato a scrivere tardi, oltre i
40 anni, da allora non si è più fermato. L’esordio con “Tokyo Express” – sui rapporti tra malaffare e
potere- è stato successo immediato ed ora è un classico.
Invece al poliziesco si dedica alla soglia dei 50 anni, diventando il più grande autore giapponese di
crime del secolo scorso. E ben venga l’operazione della casa editrice Adelphi che lo sta pubblicando
in italiano.
“Un posto tranquillo” inizia con una morte improvvisa –quella della poco più che trentenne Eiko- e
prosegue con l’indagine privata del marito Asai che ricostruisce le ultime ore di vita della moglie,
scoprendo lati del suo carattere e comportamenti che mai più avrebbe sospettato.
Asai Tsuneo è un funzionario del ministero dell’agricoltura e il suo matrimonio con Eiko era durato
7 anni. Si erano sposati un anno dopo la morte della prima moglie, quando lui aveva 35 anni ed
Eiko 8 di meno.
Il suo cuore era sempre stato fragile e aveva già avuto un leggero infarto, ma le circostanze della
sua dipartita improvvisa, -colpita da malore mentre era in una zona di Tokyo fuori dalla rotta
classica delle sue abitudini, entrata in una profumeria per chiedere aiuto, e morta prima che un
medico potesse tentare di rianimarla- hanno una dinamica poco chiara.
E’ così che Asai cerca di risolvere il mistero ricostruendo gli ultimi istanti di vita della moglie, le
sue ultime ore, gli ultimi anni. Dapprima parte alla cieca e poi si orienta sempre meglio
raccogliendo testimonianze, ingaggiando investigatori privati e usando a volte anche l’inganno per
ricomporre l’immagine che aveva della moglie. Di più non anticipo, ma preparatevi alla suspense
dell’investigazione condotta in modo magistrale dall’autore, e a continui colpi di scena inaspettati.
Molto più che un giallo….
Adele Cavalli “Scrittrici in giardino” -Youcanprint Self Publishing. euro 15,00
Il sottotitolo è “Profumi e colori nei giardini di 10 scrittrici” ed è quello che l’autrice racconta in
queste scorrevoli 146 pagine, tra parole e immagini dei luoghi più cari di autrici immense.
Inizia con Colette, nata in una dimora della campagna della Borgogna, che cura il suo giardino con i
capelli in disordine tenuti raccolti da ramoscelli; poi la grande Emily Dickinson nella casa di
Amherst, circondata da boschi, prati, colline e fiori, che saranno il perimetro della sua vita e la fonte
d’ispirazione delle sue poesie.
C’è l’opulenza di Sissinghurst Castle, dimora del periodo Tudor nella contea del Kent che la
scrittrice Vita Sackville West acquista nel 1930 insieme al marito. La strappa dallo stato di
abbandono trasformandola in un capolavoro di giardini tra i più visitati d’Inghilterra; una serie di
stanze a cielo aperto caratterizzate ognuna da un tema o un colore.
Con Elizabeth von Arnim –nata in Australia nel 1866 e cugina di Katherine Mansfield- entrerete
nel giardino della tenuta in Pomerania di proprietà del marito, un conte tedesco. E’ amore a prima
vista per l’immenso parco inselvatichito ed incolto che circonda la tenuta, che la scrittrice cura con
passione, trasformandolo nell’eden in cui trascorre ore in lettura, solitudine e ascolto della natura.
Le altre dimore circondate dal verde sono quelle di Marguerite Yourcenar a Petite Plaisance, Edith
Wharton, George Sand a Nohant dove casa e giardino sono in perfetta sinfonia.
E ancora il giardino danese in cui si rifugia Karen Blixen dopo aver lasciato la sua amata Africa; la
natura rigogliosa intorno al Mississippi raccontata da Eudora Welty; e per concludere Jane Austen
che non ebbe “una stanza tutta per sé”, ma in compenso visse a Chawton Cottage «casa di mattoni
rossi con finestre aperte sul giardino».