born to be online share project

Born To Be Online, la virtual exhibition che riunisce il meglio della tech art

La Virtual Exhibition di Share Project riunisce le opere del gruppo di artisti tra i più importanti e significativi della tech art nata sul web per il web

Nasce da un’idea di Chiara Garibaldi, la Virtual Exhibition di Share Project che riunisce le opere del gruppo di artisti tra i più importanti e significativi della tech art nata sul web per il web, ospitati e messi in mostra da Share Festival, nei suoi sedici anni di vita.

Come scrive Bruce Sterling, il direttore artistico di Share Festival, questa Virtual Exhibition apre il dibattito su un tema più che mai contemporaneo e lo fa in maniera critica come solo dei veterani di queste pratiche, come siamo noi a Share Project, possono fare: “[…]è arte concettuale spesso critica, “disruptiva” e perfino maliziosa[…]”

Ognuna delle opere presentate compone un ensemble il cui leitmotiv è rendere la tecnologia al servizio della coscienza umana, del progresso armonioso, sconfiggere l’oscurità che rende il pensiero scientifico e le nuove tecnologie un luogo oscuro e fuori portata dall’essere comune, un gioco di credenze che genera complottismi, fazioni, oscura ignoranza e separa invece di unire.

Born To Be Online apre le vedute, dischiude nuove dimensioni, svela ed invita a riflettere, conforta chi è consapevole e sveglia chi non vuol vedere, invita a fare un salto in avanti a inquadrare il momento che stiamo vivendo da altri punti di vista: consapevoli, coscienti, attivi e costruttivi. Consegna le chiavi per un nuovo modo di usare ciò che è ormai parte integrante della nostra vita: le nuove tecnologie e le loro potenzialità.

A Share Project siamo già mutati, da tempo siamo pronti e desiderosi di condividere la nostra esperienza. Vogliamo ringraziare l’immensa generosità degli artisti che da anni collaborano con noi e che hanno risposto con entusiasmo alla nostra chiamata, partecipando a questo ulteriore progetto di condivisione con il pubblico e con il nostro territorio che speriamo vorrà accettare il nostro invito.

BORN TO BE ONLINE è tour virtuale per rileggere la dimensione circostanziale della fruizione dell’arte, dando vita a una raccolta di opere che si riproduce all’infinito. Il visitatore può rivivere l’esperienza del viaggio ogni volta che vuole scoprendo nuovi contenuti. Inoltre Born To Be Online, sarà presentata dal vivo durante Share Festival XVI con un simposio degli artisti, con testimonianze ed interviste esclusive, interventi dedicati alle opere.

Special Virtual Tour di Born To Be Online

“Parliamo di attivismo digitale, la ricerca punta ad evidenziare la fusione dei fatti e la narrativa. Catturando questo cambiamento invisibile Amazon Noir ci coinvolge in azioni ardite e coraggiose risvegliando nello spettatore uno spirito cavalleresco. Pronti per partire per le nostre arditezze cavalchiamo il nostro destriero monitorando lo spazio cittadino di Sensity che rivela il contesto, la città fatta di bit, di dati che cambiano, cattura il cambiamento invisibile per cercare di comprendere il tessuto sottostante dello spazio cittadino, e rivela, attraverso l’uso umano della tecnologia nell’ambiente, il trascendente, l’ineffabile. Si passa all’impermanenza delle immagini digitali di Proximity of Needs che attraverso un meccanismo giocoso ci spinge a riflettere sulla fugacità dei nostri desideri rispetto alle immagini che cerchiamo in rete e sulle motivazioni che ci immergono in questa ricerca, lo spettatore può interagire, creare la sua composizione che appena fatta svanisce, come non pensare al riflesso narcisistico di una felicità fugace contrapposta alla vera profonda felicità dell’imperituro?

E continuando in questa riflessione passiamo dall’intimità dei nostri desideri ad uno spazio partecipativo, collaborativo e basato sul web, Man With A Movie Camera adattamento del film del 1929 di Dziga Vertov basandosi sulla struttura del database, una piattaforma in cui gli utenti possono inviare le proprie interpretazioni visive di uno qualsiasi dei 1.276 scatti nel classico di Vertov, porta l’esperienza all’esterno e alla ricerca di un modo strutturato e sociale di trovare la felicità nello stare insieme attraverso lo specchio delle immagini in movimento e condivise sul web. E così ci ritroviamo nella piazza virtuale di Face to Facebook, il progetto che si è svolto in cinque giorni di entusiasmanti interazioni tra persone coinvolte attraverso un sito di appuntament, fittizio, che calcolava le affinità di persone reclutate con un’abile mossa di white hacking da un famoso social, ha scatenato un’ondata di reazioni mediatiche e legali, che sono diventate una performance globale dei mass media, quest’opera che nasce nel web e ne ribalta le regole dall’interno, ricorda il coraggio e la follia di Don Quijote che riesce a coinvolgere anche chi lo considera un pazzo nella sua finzione rivelatoria, il visitatore si trova in una serie di dimensioni e strutture ribaltate, all’interno delle quali è impossibile ignorare la necessaria ricerca della verità.

Persi in questo labirinto di strutture rovesciate tra verità false e menzogne vere Born To Be Online ci ripesca e ci indica la via con Social Turkers, l’esperimento dell’artista che si reca agli appuntamenti fissati sul web, filmando e mandandoli in tempo reale ad un sito chiamato Amazon Mechanical Turk, dove dei lavoratori in smart working la aiutano a controllare o migliorare le proprie interazioni con l’altro. Le domande che sorgono: E se potessimo ricevere feedback in tempo reale sulle nostre interazioni sociali? I monitor di terze parti sarebbero più adatti a interpretare e prendere decisioni per le parti coinvolte? Questo potrebbe renderci più consapevoli nelle nostre relazioni, spostarci fuori dagli schemi normali e aprirci a possibilità inaspettate? A questo punto del tour lo spettatore è totalmente destabilizzato e si chiede se noi esseri umani nella nostra incapacità di riflettere, attendere e controllare la nostra emotività nelle relazioni siamo automi e come la tecnologia riflette o libera dagli automatismi?

E di nuovo Born To Be Online ci prende per mano e ci risponde con Follower 2016 un’opera che riflette sul nostro desiderio di essere supportati, seguiti, “Il follower rimane fuori dalla vista, ma nella tua coscienza.” In un continuo gioco di specchi tra realtà e finzione, tra web e real life, come i nostri desideri si reificano e cosa desideriamo davvero una real life con la discrezione della vita on line? adesso che siamo abituati a pubblicare tutto quanto siamo spontanei o recitiamo pensando di essere sempre seguiti?In un dialogo continuo intercede per lo spettatore Social Netwalks: un processo che si sviluppa in modo sottile partendo dalla reale situazione filmata che si trasforma lentamente in una situazione surreale. Nel momento della decisione siamo desiderosi di essere supportati anche nelle nostre decisioni di stili di vita, uniformarsi o distinguersi? Chi decide nella società odierna in quale categoria posizionarsi? Scelte indviduali si riflettono, si uniformano e si scontrano, in un quadro più complesso, quello della collettività.

E allora siamo di nuovo catapultati nell’interiorità, nell’intimità di The Kiss, un contatto tra due corpi, un semplice gesto compiuto tra due amanti. Un intenso incontro di due corpi nello spazio digitale. Il lavoro è stato creato utilizzando motion capture, sistemi di particelle e tecniche di randomizzazione in tempo reale. Ma di nuovo Line ci obbliga a vedere le cose dall’alto a riflettere sull’universalità: una linea si articola e delimita lo spazio circostante alla ricerca di una strategia compositiva, costretta da un limite rappresentativo, intraprende un processo inverso. Il dado è tratto! Off Shell ricorda al visitatore la verità ultima quella che si comprende solo con il cuore e che la bellezza dell’arte esalta e sublima: corpi digitali danno vita a una danza macabra impermanente, sospesa nello spazio e nel tempo. Ed infine la meraviglia: VRFree pone la domanda fra il dentro ed il fuori, chi è libero, chi è ingabbiato?

La risposta forse nella voce del remix di Born to Be Alive Online, forse i nostri figli hanno già salvato il mondo ma noi a Share Project veterani esperti vogliamo porgerti la mano ed invitarti a seguire il sentiero di pietroline, per non perdersi, per non finire nella bocca dell’Orco,ti aspettiamo BORN TO BE ONLINE

 

Credits:
Director: Chiara Garibaldi
Curator: Bruce Sterling
Art Director and Designer: Andrea Taddei
Project Manager: Francesca Ventura
Communications: Erika Bertolino, Stefania Ventura
Concept and Production: The Sharing

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