A Palazzo Civico prosegue la discussione sullo sgombero dei senzatetto

Chiara Appendino ha riepilogato le dinamiche del servizio predisposto dalla Città di Torino per far fronte alla situazione dei senzatetto.

La sindaca Chiara Appendino ha risposto nella seduta in videoconferenza del Consiglio comunale alle richieste dei capigruppo Artesio, Tresso e del gruppo della Lega nord riguardo l’operazione di sgombero dello scorso 4 febbraio e, più in generale, della situazione dei senza dimora a Torino.

La sindaca ha ricordato come il tema sia stato discusso la scorsa settimana in IV Commissione consiliare ed ha riepilogato le dinamiche del servizio predisposto dalla Città per far fronte alla situazione dei senzatetto.

Il sistema dei servizi – ha spiegato Appendino – è stato rafforzato sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria: i posti dedicati all’accoglienza dei senza dimora sono oltre mille, ottocento di prima accoglienza e duecento con soluzioni abitative a progetto. Il nuovo assetto del sistema di accoglienza – ha aggiunto – ha reso più efficaci gli strumenti disponibili, come la costante apertura delle case di ospitalità della Città di Torino per ventiquattro ore al giorno. Sul versante dei servizi di prossimità si è creato un polo di accesso unificato per indirizzare i richiedenti e sono stati rafforzati i servizi notturni per individuare i nuovi casi di fragilità. Sono stati inoltre sviluppati progetti di autonomia abitativa e sociale.

I fondi della Città disponibili sono di quasi nove milioni, suddivisi in vari capitoli: prossimità e salute per 700mila euro, accoglienza per 5,4 milioni, inclusione abitativa per 1,5 milioni e poco meno di un milione per il sostegno alimentare.

Il tavolo di co-progettazione attivato dalla Città rappresenta il metodo di lavoro con il quale si sta operando – ha proseguito Appendino – un metodo che ha dato buoni risultati in altre situazioni in passato. La sindaca ha poi ricordato l’iniziativa nel sito umanitario di via Traves e il recente montaggio di ulteriori tre tende per avere posti aggiuntivi ed ha evidenziato la disponibilità di posti liberi nei dormitori della Città.

Riguardo l’intervento effettuato dalla Polizia municipale il 4 febbraio la sindaca ha letto la relazione dell’operazione ed ha specificato che nessun bene dei senza tetto è stato buttato via senza esplicita autorizzazione dei soggetti stessi. Mi auguro – ha concluso la sindaca – che la IV Commissione possa continuare ad occuparsi del tema.

Al dibattito seguente le comunicazione della Giunta sono intervenuti alcuni consiglieri di cui riportiamo una sintesi delle posizioni espresse:

Francesco Tresso (Lista civica per Torino):  Bene ha fatto la sindaca a esprimersi oggi in Consiglio, però non ha parlato delle dichiarazioni discutibili rilasciate sul tema dal comandante Bezzon.

Occorre una rete sociale molto forte in una situazione di fragilità in aumento a causa della pandemia. La Città invece pare averne fatto una questione di decoro urbano, di immagine quando si tratta di un problema complesso. Continuiamo ad approfondire in IV Commissione per capire come si svilupperà nel tempo la rete sociale.

Eleonora Artesio (Torino in Comune): Mi auguro discuteremo presto in Commissione il piano di trasformazione dei servizi per gli adulti in difficoltà. Sinora l’organizzazione messa in campo non è stata evidentemente adeguata alle necessità. Chi ha avviato le iniziative di “sanificazione” e quali sono state le procedure messe in atto? Chiederò accesso agli atti.

Francesca Parlacino (Lega Nord): Sono molto perplessa e rammaricata. Il tema è stato affrontato in Commissione, ma non è esaurito. Anzi, la situazione è peggiorata e ci sono stati due morti. E non ho capito cosa sia emerso dal tavolo di lavoro: mi auguro si prendano provvedimenti seri per favorire l’inclusione e l’accoglienza.

Elide Tisi (PD): L’intervento della sindaca ha lasciato molti punti interrogativi, in particolare per quanto riguarda le modalità di svolgimento degli sgomberi. A Torino purtroppo si muore ancora di freddo e dobbiamo lavorare per far crescere la cultura della solidarietà: i più deboli non devono essere guardati con sospetto e marginalizzati. Occorre cambiare l’approccio affinché Torino torni a essere accogliente e non abbia paura delle diversità e mi auguro vengano implementati i nuclei di prossimità.

Valentina Sganga (M5S): Non si può agire con l’arroganza di chi presume di sapere cosa è giusto fare, ma bisogna partire dalla relazione, come ha affermato don Ciotti. Tutti i torinesi devono essere pronti ad accogliere chi è finito ai margini della società. Le operazioni di pulizia dei portici – ormai prassi da anni – vanno accompagnate dall’azione di esperti e psicologi: non possono essere lasciati soli gli operatori Amiat e gli agenti di Polizia Municipale. Questa Amministrazione ha fatto molto per l’inclusione dei senza tetto e ha raggiunto importanti risultati sull’accompagnamento all’abitare e la distribuzione di pasti caldi (passati da 9mila a 17mila).

Cataldo Curatella (Gruppo misto – Azione)Abbiamo bisogno di dati numerici sul fenomeno delle persone senza fissa dimora, dati che la Città non sembra possedere. Le risorse disponibili devono essere utilizzate per costruire percorsi di inclusione sociale attraverso inserimenti lavorativi. Degli 8,6 milioni stanziati per politiche di accoglienza e inclusione, il sessanta per cento è stato destinato alla primo tema e finora sull’inclusione si è utilizzato solo un milione.

Raffaele Petrarulo (Sicurezza e Legalità – FI): La Chiesa, con l’arcivescovo Nosiglia, ha ora fatto la sua parte per offrire sistemazione ai senza dimora. La Città cosa fa? Bisogna ampliare le risorse, provvedere all’accoglienza degli animali dei clochard nei dormitori. Chiedo un’attenzione maggiore e che le risorse vengano usate per iniziative concrete; servono abitazioni e servizi di accompagnamento.

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