La volgarità in Tv

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Se Mauro Corona e’ stato radiato dalla trasmissione “ Carta Bianca” per aver definito “gallina “ Bianca Berlinguer , immagino che ad Alan Friedman che ha rivolto alla moglie dell’ex presidente americano Trump il pesante e sessista insulto di “escort “, verrà comminata dalla Rai un’adeguata sanzione.

Corona e’ un montanaro ruspante e incolto, promosso dalla Berlinguer come opinionista. E’ un provinciale orgoglioso delle sue radici con dei vistosi limiti A suo modo è anche simpatico.

Friedman si considera un raffinato intellettuale , un protagonista del giornalismo televisivo e della carta stampata , un uomo di livello internazionale di ampie vedute. Soprattutto dice di odiare il maschilismo che forse il nostrano ruspante montagnino non ha mai superato del tutto. Io ho conosciuto ambedue i personaggi e potrei scriverne in modo abbastanza dettagliato, ma non sono abituato ad infierire sui perdenti. Sul
fatto che ambedue questi personaggi, apparentemente agli antipodi, siano al tramonto è infatti un dato di fatto che ho constatato da tempo . E la cosa mi intristisce sinceramente. Friedman in Tv alla 7 offese l’on. Mussolini, rifiutandosi di parlare con lei in quanto nipote del duce e non in base ad argomentazioni estranee al dato biografico, l’unico non imputabile alla Mussolini.

Friedman ha tutti i limiti dell’americano superficiale, e’ molto più trumpiano di quello che appare, pur essendo un fiero nemico dell’ex presidente americano.  Non ha nessuna cultura storica per ciò che riguarda l’Italia e spesso vuole interloquire su cose italiane che non conosce in modo approfondito. E’ molto assoluto nei suoi giudizi e non si mette mai in discussione. Sono anni che lo conosco, ma non sono mai riuscito a capire perché si sia trasferito in Italia. La rozza e frequente accusa a lui rivolta e’ quella di “essere un americano che ha trovato l’America in Italia”, un’accusa certamente ingenerosa. Io ho commesso un grave errore a coinvolgerlo nelle attività del Centro Pannunzio qualche anno fa, anche se non esitai a vedere molto presto l’incogruita’ di un rapporto tra modi di pensare e culture troppo distanti.  Friedman vive a Lucca , la città di Pannunzio, troppo poco in verità per essere un pannunziano. Il mio amico lucchese Marcello Pera, molto garbatamente, mi mise in guardia, ma anche lui che è un gran signore, non volle infierire.

 

Adesso c’è’ chi – pur non avendo avere nulla a che fare con il centro Pannunzio scioccamente pretenderebbe da me una sanzione nei suoi confronti, quasi si possano fare processi su cose che non riguardano il passato , ma il presente. Inoltre io non sono un seguace della Boldrini che non a caso con Friedman e’ stata dolcemente critica rispetto alle censure feroci del passato, perché sono un liberale e ritengo l’uomo “un legno storto”, come diceva Kant. Anzi, diffido da chi presume di non sbagliare mai e pretende dagli altri la perfezione. Gli atteggiamenti giacobini li ho sempre rifiutati sia come modelli virtuosi di vita, sia come modelli di persecuzione sanguinaria.
Spesso ci sono giornalisti che con parole paludate offendono chi la pensa diversamente in modo molto più pesante di Corona e Friedman.
Il “Fatto quotidiano “ e’ l’esempio di un killeraggio quotidiano parlato e scritto. Sul versante di destra ci sono conduttori televisivi e opinionisti insopportabili per la loro volgarità. Un personaggio come Signorini e’ espressione di una tv – “spazzatura” che ha contribuito a corrompere l’intelligenza degli italiani.

In tempi volgari e’ difficile che ci siano opinionisti raffinati. In tempi di politica inconsistente non si può pretendere una classe politica di livello appena decente. Ma la volgarità gratuita e’ un’aggravante in più che non trova giustificazione di sorte. E che si debba andarla ad importare in Italia dagli USA appare davvero sciocco. In ogni caso non sono gli USA patria della democrazia che lo stesso Friedman dice di amare. Si tratta di gente che non ha mai aperto Tocqueville e vive di una polemica quotidiana,  nutrita di acredine e di improvvisazione. Il liberalismo e’ un’idea incompatibile con queste persone perché demonizzare addirittura i congiunti degli avversari politici con gli insulti più volgari,  rivela una forma mentis intollerante. Togliatti accusava Gide di essere un pederasta, ma eravamo in tempi lontani e Togliatti era irrimediabilmente un comunista illiberale. Chi usa certi argomenti finisce di rivelare la fragilità delle sue posizioni. L’accusa di essere una gallina di Corona, al confronto, appare una leggerezza trascurabile e in fondo scusabile. Forse non doveva essere promosso a piccolo oracolo.

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