IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Il 6 gennaio con l’Epifania finiscono le provvidenziali vacanze scolastiche. Abbiamo
cercato di documentarci un po’ su cosa si è fatto per potenziare i trasporti in vista del ritorno degli studenti nelle aule
Sembra che il numero della loro presenza a scuola dovrebbe essere del 50 per cento, mentre la didattica a distanza dovrebbe riguardare l’altra metà degli studenti, un lavoro impegnativo che grava sui professori senza un minimo di formazione estiva nei loro confronti. E saremo nel pieno delle operazioni di vaccinazione con un caos non indifferente.
Il buon senso richiederebbe la priorità assoluta alle vaccinazioni e ai richiami, in primis per dirigenti, docenti e operatori scolastici. Sono stati i trasporti e la scuola senza sicurezza ad aver provocato la seconda strage d’autunno , la cui responsabilità grava anche sulle Regioni che si sono rivelate fallimentari. Un paese serio avrebbe già mandato a casa da un pezzo la ministra della PI. Azzolina e anche il commissario Arcuri che dai banchi e’ passato ai vaccini. Una promozione impensabile dopo i risultati raggiunti e i disastri provocati.
In queste vacanze quanti hanno lavorato in concreto per evitare la terza ondata in rapporto alle scuole?
Riaprirle il 7 gennaio in queste condizioni appare una scelta velleitaria, autolesionista e persino stupida che scarica di nuovo tutto sui capi di istituto. E la ragazzina di un noto liceo
che esige con furore puerile di tornare ad ogni costo nelle aule, può essere fermata con sanzioni disciplinari e, se necessario, penali, sperando che abbia alle spalle una famiglia ragionevole. In questi momenti nessuno è autorizzato a fare il casinista inun nuovo piccolo ‘68 pandemico che andrebbe represso almeno con gelidi idranti che quasi sempre schiariscono le idee anche ai più focosi.
La salute collettiva deve prevalere su tutto,
in particolare in un paese retto da personaggini destinati a passare alla storia per i loro gravi errori e le loro impreparazioni vistose L’avvenire e’ nelle mani di medici, farmacisti, infermieri, presidi, professori, bidelli. Gli altri devono
tacere e obbedire, senza creare confusione e possibile contagio, come gli incivili senza mascherina che ancora circolano, tenendola metà abbassata persino nei negozi di alimentari.