Se mi dovessero chiedere di riassumere il nuovo DPCM in una sola parola, CONTROSENSO sarebbe probabilmente la più quotata.
Davanti a noi c’è un’Italia che piano piano sembra riprendersi, che cambia colore poco per volta tanto da dichiarare che l’Abruzzo rimarrà l’unica regione rossa. Uno scenario più che positivo considerando gli avvenimenti degli ultimi mesi, eppure, Natale e le feste che lo accompagnano, sembrano essere un tabù nemmeno da nominare.
Ogni giorno mi confronto con tante persone, clienti, colleghi, commercianti e baristi, tutti uniti su un unico fronte: quando finisce tutta questa presa in giro?
– A Torino l’8 Dicembre ci si riunisce tutti in piazza San Carlo intorno all’albero illuminato (sicuramente distanziati di un metro…) e lo shopping Natalizio verrà incrementato dal piano Italia #caschlass che prevede un rimborso fino a 150€ per gli acquisti di Dicembre effettuati con la carta di credito o bancomat.
– In zona gialla i centri commerciali possono riaprire il week end ed i ristoranti e bar riaprono per pranzo con chiusura alle 18.00.
– Le barriere fra comuni sono eliminate ed in linea generale si torna a respirare.
In tutto questo, PERÒ, Natale, Santo Stefano ed il primo dell’anno tutti rigorosamente chiusi in casa. Possibilmente il più soli possibili.
Come se non si potesse diffondere il virus in provincia di Torino il 24 Dicembre, o il 27, o il 28.
O ancora meglio, come se non si potesse pranzare tutti insieme la mattina della Vigilia, anziché la sera. E perchè no, magari anche l’Immacolata e l’Epifania!
Come se cambiasse qualcosa ad avere quattro parenti tutti a Torino o averne due in un comune e due in un altro, sempre meno di dieci rimangono. Se nè un comune né l’altro è un focolaio Covid, cosa cambia festeggiare a casa propria o altrove se viene rispettato il numero massimo di parenti a tavola?
Insomma caro Conte, è stato un anno difficile, pesante e logorante. Un anno tragico, fatto di perdite economiche ed umane. Credo che in fondo tutti ci meritassimo il Natale. Almeno senza barriere e con coprifuoco posticipato.
Giorgia Di Salvo
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