IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / La vicenda della maestra d’asilo e delle sue foto erotiche postate vigliaccamente dal suo ex fidanzato sul web si protrae da due anni ed è costata il lavoro alla maestra ventiquattrenne, definita dalla direttrice dell’ asilo una svergognata
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E’ intervenuta anche la Appendino, sostenendo che far l’amore non è mai reato, una giustissima osservazione che però non coglie i termini del problema. Innanzi tutto una domanda: può una maestra d’asilo avere una sua vita intima e dare sfogo al suo istinto sessuale in libertà ? Già Baudelaire scriveva che la donna e l’uomo devono poter trarre piacere del loro corpo “senza ansietà”.
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Essere scatenati nella passione erotica non significa affatto non poter essere una buona educatrice. Il problema è nato dall’arbitrio commesso dall’ex fidanzato che si è rivelato persona sleale e volgare. Pensare alla maestrina dalla penna penna rossa del libro “Cuore” di De Amicis che forse non conobbe mai un uomo, è pura ipocrisia. L’unico aspetto positivo del ‘68 è stato quello di aver liberato il sesso dall’ipocrisia. Si incominciò a scopare liberamente e le ragazze per prime volevano emanciparsi da costrizioni, convenzioni e luoghi comuni superati. Questo non significava pensare alle comuni e all’amore di gruppo, versione moderna dell’orgia antica. Significava semplicemente godere liberamente del piacere del sesso. Anche la battaglia per la pillola anticoncezionale liberò l’amore dalle ansie di un concepimento non voluto. Poi si passo’ all’aborto e li il problema assunse complicanze etiche molto gravi, se è vero che un laico come Bobbio non fu d’accordo con la sua liceità etica. Lo stesso Papa Francesco ha parlato del sesso come di un dono di Dio. La concezione cattolica di far l’amore solo in funzione procreativa va rispettata , ma già Anatole France parlò del piacere della trasgressione. La maestra d’asilo nella sua intimità era padrona di fare ciò che voleva e nessuno aveva ed ha il diritto di sindacare cosa avvenga sotto o sopra le coperte del suo letto. Non c’ è bisogno di essere Bertrand Russell per capirlo. Forse gli educatori debbono essere di per se’ casti e morigerati? Non possono avere una vita sessuale? Io so che una signora dell’alta borghesia torinese si fece fotografare in pose osé dal suo fidanzato d’allora che seppe mantenere la riservatezza del caso. La signora oggi è anziana, ma credo ricordi con piacere quella trasgressione pre-‘68 carica di erotismo e anche di complicità. La maestrina, al massimo, è stata poco prudente a fidarsi del fidanzato, anche se oggi il telefonino è diventato totalmente invasivo fino da arrivare persino al “lettone” putiniano di Berlusconi. Non è stata affatto una svergognata ed andrebbe reintegrata nel suo posto di lavoro.
Chi la pensa diversamente non ha colto l’evoluzione dei tempi. Qui si sta parlando di un sano, naturale amore tra uomo e donna, quello esaltato e praticato da Giosuè Carducci. Ci siamo abituati e rassegnati a tutte le patologie, perversioni e le mostruosità sessuali. Per una volta che si tratta di una ragazza che ama il sesso istintivo secondo natura che non lascia spazio alla ragione ma da’ sfogo all’istinto, bisogna gioire . Purtroppo la maestrina si era concessa ad una persona da poco che non ha saputo essere degna del suo dono d’amore. Io ricordo che una ventina d’anni fa in un noto liceo torinese nel mese di settembre andava a tenere lezione di latino e di greco una professoressa in abiti succinti e provocanti. Ci fu una lettera su “Specchio dei tempi”, ma non successe nulla . Non era scandaloso, ma piacevole, vedere l’ombelico della prof., ma ci potevano essere ragioni di opportunità sull’abbigliamento da tenere a scuola. Ma questo è tutto un altro discorso, anche se la scuola dovrebbe avere delle regole che vanno rispettate da tutti, docenti e allievi. A casa propria invece, ciascuno ha il diritto di fare ciò che ritiene senza per questo suscitare giudizi di sorta.
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