Bricca e Segurana, donne ed eroine

Maria Bricca, eroina dell’assedio di Torino nel 1706 e Caterina Segurana, eroina nizzarda contro turchi e francesi nel Cinquecento.

Probabilmente queste due donne non ci dicono un granchè ma hanno in qualche modo svolto un ruolo importante. Ciò che si riferisce a queste due figure femminili sembra appartenere più alle leggende di Torino e di Nizza che non alla storia scritta ma il fatto che due vie portino i loro nomi, due strade minori ma situate in belle zone, vuol dire che questi personaggi sono stati accettati dal punto di vista storico, a tal punto da essere immortalati nella toponomastica cittadina. Si tratta di due donne coraggiose che hanno lasciato il loro nome inciso nella memoria storica di città e paesi. Via Bricca e via Segurana si trovano entrambe nella precollina compresa tra la Gran Madre di Dio, via Asti e corso Casale, a poca distanza l’una dall’altra. Chi erano costoro? Conosciamo forse meglio Maria Bricca, detta la Bricassa, per le vicende legate all’assedio francese di Torino e per la forza di questa donna che condusse un manipolo di uomini armati all’interno di un castello a Pianezza occupato dai francesi, molti dei quali furono uccisi e tanti altri finirono catturati. Ma la Segurana chi era? Eroina nizzarda respinse nel Cinquecento con straordinaria forza l’assedio dei turchi alla città di Nizza nel 1543 tanto da entrare nella leggenda. Questa donna è ancor oggi celebrata con orgoglio a Nizza e il 25 novembre, giorno di Santa Caterina, i Nizzardi la ricordano con una festosa cerimonia. Umile lavandaia si svegliò un giorno intrepida guerriera e si distinse durante l’assedio franco-ottomano di Nizza nell’agosto del 1543, ai tempi dell’empia alleanza tra il Re e il sultano. L’assedio venne levato trionfalmente dalle truppe sabaude con l’appoggio delle navi di Andrea Doria, che liberarono la città, che apparteneva al duca di Savoia e che si trovava in guerra con la Francia di Francesco I. Che terrore per i nizzardi quella mattina del 15 agosto quando all’orizzonte spuntò la flotta turca mentre da terra le colonne franco-turche comandate dal duca di Enghien e dall’ammiraglio Khair ed dīn Barbarossa investirono con l’artiglieria le mura della città. Nel momento più critico per Nizza, con i turchi di Solimano che stavano per avere la meglio sull’accanita resistenza degli assediati nizzardi, un giannizzero imperiale riuscì a piantare la propria bandiera nella breccia aperta sulle mura cittadine. Non l’avesse mai fatto!

Fu allora che insorse Donna Maufaccia, soprannome della popolana Caterina Segurana, così chiamata per il brutto aspetto, che scaraventò giù dalla breccia il Turco e si impossessò della bandiera. I nemici stavano per entrare sul bastione centrale quando la donna, insieme ad alcuni archibugieri, mutò le sorti del combattimento. L’episodio accese l’impeto dei nizzardi che riuscirono a metter fine all’assedio. Alla Segurana, che morì negli scontri, venne dedicata una stele con iscrizioni in nizzardo, posta sull’antico bastione. L’episodio ha ispirato pittori, poeti e scrittori non solo nizzardi. Torino, che si apprestava a diventare capitale del Ducato di Savoia di cui Nizza era parte, le ha dedicato una via insieme a Roma e Cagliari.

Filippo Re

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