MANGIARE CHIARO Negli ultimi anni sono proliferate come funghi le diagnosi di allergia (da contatto) al nickel, con spesso una conseguente esclusione del nickel stesso dalla dieta abituale.
E qui c’è bisogno di una prima precisazione: allergia da contatto al nickel e allergia “alimentare” al nickel sono due cose ben diverse (e per dirla bene, la seconda è definita “sindrome da allergia sistemica al nickel”). Mi spiego meglio: non è detto che essere allergici al nickel si traduca nel 100% dei casi in sindrome da allergia sistemica al nickel, con necessità di una sua esclusione dalla dieta. E qui arriva una seconda precisazione: è impossibile eliminarlo completamente dalla nostra alimentazione. Perchè? Leggete qui: “Il nickel è un metallo pesante duro, bianco‐argenteo, altamente resistente all’aria e acqua. E’ un elemento onnipresente che si trova nel suolo, nell’acqua, nell’aria e nella biosfera.” Sì, onnipresente. Si trova anche negli organismi viventi, perché sia i vegetali che gli animali assumono il loro nutrimento dal suolo e dall’acqua. Oltretutto, il suo contenuto nel suolo e nell’acqua varia in base alle regioni del mondo, al tipo di terreno, impiego di fertilizzanti sintetici e pesticidi, contaminazione del suolo con rifiuti industriali e urbani, distanza dalle fonderie di nickel. Di conseguenza cambia anche la sua concentrazione nei tessuti vegetali e animali, e nei vegetali varia anche in relazione alla stagione. Capite ora la complessità nel definire il contenuto preciso di nickel nella dieta del singolo individuo? E ancor di più, l’impossibilità nell’eliminarlo del tutto?
Oltretutto la diagnosi risulta estremamente complessa da effettuare, e l’unica strada percorribile è il test di provocazione orale preceduto dalla dieta di eliminazione. Ben anche si avesse diagnosi di sindrome da allergia sistemica al nickel, la letteratura ci dice che l’indicazione ad una dieta terapeutica a basso contenuto di nickel è da ritenersi controversa, rara ed eccezionale. Oltretutto non ci sono protocolli univoci nè validati.
La conclusione? Dubbi, tanti dubbi sotto ogni fronte, dall’iter diagnostico agli aspetti clinici al valore terapeutico di una dieta a basso contenuto di nickel. Quindi, se dopo comprovata allergia da contatto al nickel qualcuno vi propone di default una dieta di eliminazione, scappate, veloci. Fuggite, sciocchi!
Vittoria Roscigno
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Vittoria Roscigno, classe 1995, laureata con lode in Dietisticapresso l’Università degli studi di Torino e con il massimo dei voti nella Magistrale in Scienze dell’Alimentazione presso l’Università degli studi di Firenze. Ha conseguito i titoli di “Esperta in nutrizione sportiva” e “Nutrition expert” mediante due corsi annuali e sta attualmente frequentando un Master di II livello in Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Università degli studi di Pavia. Lavora in qualità di dietista presso le strutture HumanitasGradenigo e Humanitas Cellini, oltre a svolgere attività di libera professione a Torino.
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