IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni/ Il caso dell’assessore alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi e’ davvero indicativo dei tempi terribili che viviamo
Icardi – nel bel mezzo della seconda ondata della pandemia – decide di fare il viaggio di nozze . Non si sa quando si sia sposato e non si sa se non gli sia stato possibile andare in luna di miele nel corso dell’estate, visto che il Piemonte non ha lavorato in
modo particolarmente alacre a creare argini alla prevedibile nuova ondata del virus. Certo ha ragione Icardi quando dice che un sistema sanitario non può dipendere dall’assenza per cinque giorni dell’assessore. Lo stesso Icardi dice che è stato sempre in contatto con l’assessorato ed ha partecipato da remoto a tutte le riunioni. Dev’essere stato un viaggio di nozze infernale che i due sposi ricorderanno per sempre. In una intervista Icardi avrebbe anche detto che la moglie non era affatto contenta.
Bisogna rispettare l’intimità di Icardi che suscita persino un po’ di tenerezza.
Un breve viaggio di nozze zeppo di riunioni dal telefonino o dal tablet era cosa inimmaginabile fino a poco tempo fa.
Ed attaccare Icardi con violenza per questa sua trasgressione sentimentale non appare generoso .
Rappresenta icasticamente il senso di smarrimento di questi tempi in cui la politica non sa fare la politica e neppure l’intimita’ di una luna di miele viene considerata.
Passare cinque giorni d’ottobre in Sicilia con la donna che si ama , continuamente distratti da notizie tragiche sul virus dev’essere stata un’esperienza tremenda. Quindi non sparate su Icardi. Sarebbe meglio sostituirlo alla Sanità, ma non per il viaggio di nozze, ma per gli scarsi risultati raggiunti di cui sono evidenti le tragiche conseguenze. Magari spostatelo al Turismo. Così potrà pensare ad altri viaggi piu piacevoli e distensivi per se’ , per i suoi congiunti e per gli altri piemontesi , sempre che il virus ci consenta ancora di viaggiare.
La vicenda di Icardi assessore alla Sanità che va in luna di miele invece di combattere in prima linea potrebbe essere la triste metafora di una certa Italietta che gli storici identificano con Caporetto e con l’8 settembre. Speriamo che non sia così. Disperatamente pensiamo e auguriamoci che il Piemonte di oggi non sia quello
che evoca la resa , ma la lotta. Come i “Bugia nen” del Generale Cacherano di Bricherasio alla battaglia dell’ Assietta dove pochi, rudi ed eroici piemontesi fermarono i francesi invasori.