I fatti sono accaduti la settimana scorsa
E’ martedì sera ed un uomo, all’interno della propria abitazione in zona San Paolo, minaccia il suicidio. E’ la moglie a contattare il 118.
Agli agenti della Squadra Volante giunti sul posto, la donna riferisce che il marito è barricato in bagno, con un coltello puntato alla gola. Trovando la porta chiusa dall’interno, la pattuglia raggiunge la finestra del locale dall’esterno, appurando la presenza dell’uomo, seduto su uno sgabello, con numerose macchie di sangue sul volto e sulle mani. Notata la presenza dei poliziotti, questi gli intima di andar via, iniziando a premere con la lama sulla trachea. Gli operatori, quindi, rientrano ed uno di loro, posizionandosi a ridosso della porta del bagno, intraprende un dialogo volto a stabilire un rapporto di fiducia. Dopo un primo scambio di battute, l’uomo confessa all’agente di aver pensato ad un gesto anticonservativo come unica soluzione per il suo problema. La complicazione a cui si riferisce riguarda una questione giudiziaria che lo vede coinvolto. L’operatore chiede all’uomo di poterne visionare gli atti. Al fine di conquistare ancor di più la sua fiducia, gli chiede di aprire la porta per mostrargli sul proprio cellulare l’articolo del codice penale che lo interessa e spiegargli la procedura da seguire al fine di tutelare la sua posizione. L’uomo inizialmente rifiuta ma poi alla proposta del poliziotto di fumarsi insieme una sigaretta, acconsente ed apre la porta. Contestualmente all’ingresso dell’operatore, questi indietreggia, incidendosi all’altezza della giugulare. Con scatto fulmineo, l’agente lo raggiunge, bloccandogli la mano che impugna il coltello. La lama cade in terra e con un calcio viene prontamente allontanata, scongiurando la possibilità di rientrarne in possesso. Personale sanitario giunto sul posto, trasporterà l’uomo al pronto soccorso in codice giallo
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