Crisi di società e impianti natatori, la necessità di interventi sostanziali

Le erogazioni una tantum a fondo perduto previste dai recenti provvedimenti del Governo e della Regione Piemonte, per sostenere la ripresa delle attività sportive e la riapertura degli impianti, sono interventi naturalmente apprezzabili ma purtroppo insufficienti per risolvere la crisi che si sta abbattendo sulle società sportive; in particolare su quelle che gestiscono impianti, a maggior ragione se economicamente dispendiosi come le piscine.

Seppur tra varie difficoltà e in tempi diversi, l’attività sportiva è ripartita in numerosi impianti natatori di Piemonte e Valle d’Aosta; in molti casi aiutata dalla bella stagione, che consente di risparmiare sulle spese di riscaldamento. I problemi maggiori si presenteranno però in autunno, quando gli impianti torneranno a richiedere spese di gestione più gravose. A quel punto, i mancati ricavi dovuti alla lunga chiusura dei mesi scorsi e al contingentamento degli ingressi si faranno sentire in maniera insostenibile per le società. Le quali, per questo motivo, vanno sostenute con interventi più mirati e più radicali rispetto a quelli – per quanto rispettabili – già in atto.
«Le piscine vanno aiutate, altrimenti il rischio concreto è quello di una chiusura forzata degli impianti natatori, proprio nell’anno olimpico – afferma Gianluca Albonico, presidente del comitato regionale FIN Piemonte e Valle d’Aosta – abbiamo rappresentato questi problemi alle istituzioni e occorre al più presto trovare misure di sostegno dedicate. In altre regioni sono già partiti bandi specifici di sostegno alle piscine. Rinnoviamo la disponibilità di FIN nei confronti di Regione e Comuni proprietari di impianti, per trovare rapidamente soluzioni che consentano agli impianti di rimanere aperti anche in autunno».
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