Il crollo dei grillini, gli errori della Lega  e il ritorno del bipolarismo

In queste elezioni regionali nessuno può dichiarare di essere stato  comunque vincitore, come spesso accade in altre occasioni in cui tutti hanno in qualche modo  vinto. Qui appare chiaro ed evidente chi ha vinto e chi ha perso

di Pier Franco Quaglieni
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In queste elezioni regionali nessuno può dichiarare di essere stato in qualche modo vincitore, come spesso accade in altre occasioni in cui tutti hanno, dal loro punto di vista, vinto. Qui appare chiaro ed evidente chi ha vinto e chi ha perso. I risultati elettorali di domenica scorsa hanno infatti  registrato il successo del candidato del Pd in Emilia e Romagna e  della candidata di  Forza Italia in Calabria. Avrebbero dovuto sconvolgere il quadro politico nazionale ,ma forse,come vedremo, finiranno per rafforzarlo, malgrado sia riapparso un bipolarismo che sembrava del tutto scomparso sul quale è bene fare un’adeguata riflessione.
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La Lega che voleva ”cacciare i rossi “ dall’Emilia si è sgonfiata e il suo estremismo verbale non ha avuto successo .Salvini non ha convinto,ma ha impaurito tanti elettori moderati. Suonare  i citofoni non non  gli ha portato fortuna   anche se ancora una volta il solito Gustavo Zagrebelski non ha smentito il suo estremismo ideologico ,privo di  una adeguata riflessione storica, paragonando il piccolo episodio bolognese  niente meno  con il podrom della Notte dei cristalli nazista  in Germania del 1938. Sciocco Salvini ad attaccarsi ai citofoni, ma intollerabilmente fazioso e privo di  reale significato politico Zagrebelski che si è lasciato prendere la mano ,esprimendo dei giudizi che appaiono quasi  incompatibili con la sua fama di  esimio professore e di emerito presidente della Corte Costituzionale.
Ha sicuramente ragione il presidente Conte quando definisce il gesto di Salvini come un gesto oscurantista che sa di gogna ed evoca il “dagli all’untore“.  E’ un gesto illiberale che forse solo
i liberali colgono in tutto il suo significato negativo anche perché erano presenti le televisioni che lo hanno enfatizzato. Un ex ministro dell’interno e un senatore della Repubblica avrebbe dovuto denunciare alla magistratura il presunto spacciatore senza clamori inutili.
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Salvini  ha esagerato e anche in Calabria ha perso consensi. I laici, i liberali, i liberal-democratici  non avrebbero potuto votarlo, anche se il tentativo di vedere in Salvini un pericolo fascista e’ del tutto privo di fondamento. Salvini si è rivelato un politico  incapace di tattica e di strategia, come già dimostrò in modo clamoroso, uscendo dal governo nell’agosto scorso. Può essere un propagandista adatto ad un pubblico di bocca buona, ma non è un politico capace di vedere oltre il consenso elettorale  spicciolo. Forza Italia non è crollata come previsto,anche se in Emilia e Romagna la candidatura di Sgarbi ,anche lui eccessivo e assai poco convincente, ha portato il  suo partito ad un risultato davvero pessimo. Ottimo invece il successo di Jole Santelli in Calabria, prima donna presidente in una regione per definizione molto maschilista.
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Non c’e’ stato un vero exploit, come annunciato dai sondaggi, di Fratelli d’ Italia che pure si  sono rivelati molto  più avveduti e misurati rispetto alla Lega. Clamoroso l’ulteriore – e credo definitivo – insuccesso di Più Europa e di Calenda , letteralmente spazzati via compreso il presuntuoso  voltagabbana Cazzola, non eletto in Regione .  Bonino e i suoi pochi giannizzeri debbono mettersi il cuore in pace e farsi da parte : una miserevole fine dei radicali che hanno tradito Pannella. Non c’ è stata la possibilità di testare il partito di Renzi di cui non si conosce la consistenza elettorale, se non attraverso i sondaggi.
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Zingaretti, malgrado alcuni suoi colossali errori politici e i risultati affatto convincenti del Conte bis, e’ uscito bene dal confronto elettorale e il Pd si sta riprendendo dalla gestione  Renziana che lo aveva ridotto  ai minimi termini. La sinistra estrema resta invece residuale e le posizioni di Bersani appaiono vecchie e complessivamente incapaci di attrarre consensi. Ma il fatto politico più importante e’ il crollo dei 5 Stelle. Un crollo che significa la fine del qualunquismo populista rappresentato da un partito destinato  a finire, come accadde per il Partito di Guglielmo Giannini.La protesta non regge sulla lunga distanza, ma se poi va al governo e si rivela vistosamente inadeguata, risulta invotabile .Lo stesso partito grillino sta implodendo. Grillo e Di Maio escono con le ossa rotte ed è una era festa per la democrazia italiana che può tirare il fiato. La minaccia dei grillini è  finita,ma purtroppo i grillini  sono al governo e temo che ci rimarranno.
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Nessuno oggi ha interesse a mandare a casa Conte  perché nessuno dell’alleanza giallo-rossa  ha interesse ad andare al voto.  Un numero alto di deputati e senatori non tornerebbero più a Roma, se si votasse nei prossimi mesi. E poi c’ è l’elezione del presidente della Repubblica a creare un intralcio ad un nuovo voto che sarebbe comunque rinviato dal referendum sulla riduzione dei parlamentari voluta dai 5 Stelle . L’orizzonte politico appare caratterizzato da personaggi di basso livello incapaci di prevedere un futuro politico al Paese come, nel suo piccolo, ha dimostrato di saper fare Bonaccini.
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Noi passiamo da una elezione regionale all’altra (che blocca la politica nazionale  e persino i lavori parlamentari), avendo un governo dal fiato cortissimo, diviso da insanabili divergenze e  guidato da un  vero dilettante che non ha eguali nella storia italiana. Persino Facta,l’avvocato di Pinerolo, che nel 1922  aprì le porte a Mussolini, era migliore. Ma l’esito del voto, e non solo quello, ha prolungato  e prolungherà la vita del Conte bis. C’ è da augurarsi  che la disperazione grillina non porti ad altre scelte scellerate come quella della prescrizione. In ogni caso l’attuale alleanza di governo non può esprimere il futuro dell’Italia che avrebbe più che mai bisogno di un governo risoluto e capace. Gli Italiani pretendono questo governo gente preparata e decisa  che affronti le infinite emergenze che restano lettera morta ,dall’Ilva all’ Alitalia, tanto per citare due esempi.
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Il bipolarismo, dicevamo, e’ riapparso ed e’ un gran  bene perché le democrazie mature si fondano su due partiti senza cespugli all’ italiana. La nuova legge elettorale che stanno architettando, prevede il ritorno al proporzionale: una vera jattura  che può determinare L’ingovernabilità’ del Paese. Zingaretti per primo dovrebbe ripensarci ,lasciando al loro destino Renzi e i grillini. Su questo tema si saggeranno le sue  reali qualità, finora assai poco esibite. Un sistema fondato sull’alternanza può  dare stabilità e futuro all’ Italia, consentendo una guida politica forte, come il Paese necessita.
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