Il commento dell’on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia
Il governo Conte deve mettere in mostra quel pizzico di buon senso fin qui mancato su molti provvedimenti, ma assente in modo drammatico nel provvedimento che stabilisce l’accorpamento Imu-Tari.
Ho presentato un emendamento per chiedere lo slittamento di un anno per applicare la delibera dell’Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente i Comuni, specialmente nei Comuni piccoli oggi letteralmente in tilt di fronte al nuovo metodo tariffario servizio integrato gestione rifiuti che prevede diverse modalità di applicazione e diversi parametri di riferimento per stabilire il livello di qualità e di efficienza e, dunque, la congruità dei costi. Ho citato non a caso i piccoli Comuni perché molto spesso è nel loro territorio che insistono gli immobili soggetti all’Imu, le seconde case di chi torna nel Paese d’origine per una vacanza. L’accorpamento della Tari con l’Imu genera oneri aggiuntivi per i proprietari di casa ma soprattutto mette a dura prova l’applicazione di una norma per la quale gli uffici comunali devono dotarsi del software necessario e, in particolare, devono avere il tempo per ridefinire la qualità del servizio erogato. Il nuovo metodo – che prevede limiti tariffari e quattro diversi schemi adottabili dagli enti locali e dai gestori in relazione agli obiettivi di miglioramento del servizio – regola, in particolare, queste fasi: spazzamento e lavaggio strade, raccolta e trasporto, trattamento e recupero, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, gestione tariffe e rapporti con gli utenti. È del tutto evidente che l’adeguamento delle attuali modalità di tariffazione è un processo che va implementato. Aggiungendo che nella stragrande maggioranza dei casi, per quanto riguarda i piccoli Comuni, il servizio rifiuti è affidato a società consortili per cui è l’assemblea dei sindaci che dovrà decidere, su delibera delle rispettive giunte. La proroga di un anno è un atto doveroso da parte del governo.