Dalle prime luci dell’alba di oggi, militari appartenenti al Comando Provinciale di Torino stanno eseguendo 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere
Tra queste l’assessore regionale Roberto Rosso, – che avrebbe chiesto voti ai clan alle ultime elezioni regionali – su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia torinese, nonché sequestri di beni sul territorio nazionale, nei confronti di soggetti legati alla ‘ndrangheta radicati nel territorio di Carmagnola ed operanti a Torino. Tra le condotte illecite, oltre all’associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali per 16 milioni di euro, è stato contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso. Rosso si è dimesso da assessore regionale. Secondo gli inquirenti avrebbe pagato 15 mila euro per un pacchetto di voti alle Regionali.
Il presidente della Regione, Alberto Cirio ha diffuso una nota di commento alla vicenda. Ecco le parole del governatore
“Sono allibito per quanto accaduto. Una accusa di questo tipo è la peggiore per chi vuole rappresentare le istituzioni ed è totalmente incompatibile con il nostro modo di vedere la vita e l’impegno politico.
Per questo ci auguriamo che Roberto Rosso possa dimostrare quanto prima la sua totale estraneità ai fatti e confidiamo pienamente nel lavoro della magistratura.
In queste ore Roberto Rosso mi ha fatto pervenire le proprie dimissioni, che ho prontamente accettato avendo già fatto predisporre la sua revoca non appena verificata la notizia appresa dalla stampa.
Come governo regionale, infatti, non possiamo accettare che esista alcuna ombra e più che mai su un tema come quello della lotta alla mafia e alla criminalità, che sono per noi un principio irrinunciabile e per il quale abbiamo voluto costituire per la prima volta in Piemonte una specifica Commissione permanente sulla Legalità.
La mafia è il nemico, il male assoluto. E questo deve averlo ben chiaro chiunque voglia governare con me il Piemonte”.
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