Il cerino alla politica mentre l’Italia sprofonda

Piemonte, Liguria e Italia vanno a pezzi e i politici scaricano sulla burocrazia. La burocrazia dice di
aver paura della magistratura e la magistratura dice d’intervenire dopo il reato e di non essere
responsabile della prevenzione ambientale.

Gli imprenditori dicono di applicare le leggi non chiare
e farraginose. Il cerino torna alla politica che ammette che lo Stato non ha soldi e l’ eventuale
indebitamento non è permesso dall’ Europa. Circolo vizioso da cui non se ne esce con Venezia
che va a fondo, con Alessandria e Genova irraggiungibili. Poi sia il centro che il sud non stanno
sicuramente meglio.
Italia  che sprofonda nel senso letterale del termine. Ma anche pezzi di società civile hanno le loro
responsabilità . Dopo appelli a non uscire di casa si deve intervenire per salvare chi è
addirittura transitato in strade chiuse al traffico. Proprio così, nulla se non poco non funziona. Tra
le poche cose che funzionano l’abnegazione di protezione civile, Vigili Urbani o del fuoco che
fanno il possibile.
Ma si è difronte ad una valanga , ora inarerstabile. Saremmo ingenerosi se imputassimo tutte le
responsabilità alla attuale classe dirigente. Il tempo fa la sua tragica parte. La responsabilità di
chi non ha voluto prevenire i fenomeni.L’ esempio più eclatante sono i terremoti.
Non sono prevedibili ma quando avvengono ci sono comportamenti e comportamenti. Viceversa c’è
l’ italico metodo di trovarsi sempre stupiti. Dopo che ci si riprende, le successive ed inutili
polemiche sulle altrui responsabilità.
Per una volta non sono i pentastellati i principali responsabili. Manco due anni che governano.
Molti nel passato hanno sperato in una loro vittoria sapendo che li avrebbero presi in
mezzo. Cosi Lega e Forza Italia che hanno governato per almeno 15 anni.
Con il PD secondo in questa classifica, circa 10 anni. Sulle crisi aziendali si ripete il copione.
Sono solo tre le regioni non interessate: Lombardia, Trentino e Calabria. Prova palese che è il
sistema Italia che non funziona. Molti sostengono che siamo vittime della globalizzazione.
Probabile ma (appunto) non unica spiegazione. Molti nel dire che sono le multinazionali cattive.
Probabile ma (appunto) nemmeno qui l’ unica spiegazione. Da decenni non esistono politiche industriali,

sia per mancanza di soldi, sia per incapacità di gestire. Lontani, remoti i tempi di quando si
costituiva l’Iri , acronimo di Istituto Ricostruzione Industriale. O di quando il Governo Parri mandò
Enrico Mattei liquidatore dell Agip. Contravvenendo al mandato fece grande l’industria di Stato
pagando con la vita. Non possiamo vivere sugli allori.
Nessuna sospensione delle regole democratiche. Soluzioni a più livelli: aiuto dall’Europa, commissario europeo
con ruolo nazionale e singoli commissari regionali.
Come non può essere un italiano commissario dell’ Europa non possono essere commissari
regionali coloro che operano in regione. A situazioni di emergenza risposte di emergenza. Di fatto l’Italia è
fallita e solo delle convenzioni ed interessi internazionali possono dare speranza. Non sto sta parlando o vaneggiando.
Sono consapevole che è difficilmente realizzabile, ma francamente non vedo altre vie d’uscita credibili.

 

Patrizio Tosetto

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